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«L’acqua va ripartita in modo equo. Ma Est Sesia ancora una volta è assente»

Il presidente di Confagricoltura Novara e Vco, Giovanni Chiò, è intervenuto al convegno organizzato dalla sua stessa associazione di categoria ieri, 20 febbraio, al castello di Novara

«Chiediamo che la risorsa idrica venga ripartita in modo equo e che le comunicazioni vengano fatte in modo chiaro. Purtroppo oggi Est Sesia non è presente. Attendiamo notizie da tempo perché dobbiamo capire quali siano le regole del gioco. Oggi, però, è già tardi, le scelte sono già state fatte, stiamo per iniziare la stagione. Dobbiamo essere in grado di affrontare il futuro per poterlo programmare».

Così Giovanni Chiò, presidente di Confagricoltura Novara e Vco ha lanciato l’ennesimo appello all’inizio del convegno organizzato dalla sua stessa associazione di categoria ieri, 20 febbraio, al castello di Novara. Il richiamo è a quanto accaduto la scorsa estate dopo che il Consorzio aveva chiuso le bocche di irrigazione del canale Cavour, del Quintino Sella e dei canali minori per permettere di irrigare i campi di della Lomellina a discapito di quelli novaresi. Una decisione presa senza alcun preavviso che aveva generato tensioni e proteste. (leggi qui)

«La siccità non è l’unico problema – ha proseguito Chiò – l’annata che sta per cominciare sarà ancora più difficile di quella precedente. Siamo in un momento di cambiamento, bisogna ponderare le scelte che siamo obbligati a prendere in funzione dei problemi che l’agricoltura sta affrontano. Un’agricoltura forte è sinonimo di un Paese forte: Confagricoltura è vicina alle aziende che producono lavoro».

Su questo tema, Chiò ha criticato la nuova Politica agricola comune (Pac): «È un sistema che non mi piace, le risorse non possono essere distribuite ugualmente a tutte le aziende, ma devono tenere conto della redditività di ognuna. Dovranno, inoltre, essere definiti gli equilibri che, per la prima volta, sono vicini al consumatore: dalla guerra in Ucraina si è cominciato a parlare di importazione del grano. Per l’immediato futuro gli indicatori segnalano ulteriori rincari: il prodotto italiano deve essere valorizzato quanto quello degli altri Paesi europei».

Un argomento ripreso dal sottosegretario all’Agricoltura, Patrizio La Pietra, intervenuto al convegno: «Sono i prodotti stranieri che devono essere confrontati con i nostri. Per questo motivo bisogna ragionare in termini di sistema complessivo». Critico anche sulla Pac: «Un sistema che non funziona perché basato su logiche ambientaliste: l’agricoltura italiana è la più sostenibile d’Europa. Serve un inasprimento delle regole per i Paesi che non sono ai nostri livelli, invece l’Europa penalizza il nostro sistema costringendo le aziende a chiudere, salvo poi importare da nazioni che non hanno tutele sociali, ambientali ed economiche. L’agricoltura non può prescindere dalla sostenibilità economica delle aziende prima ancora che ambientale».

Il sottosegretario ha poi parlato di siccità e cambiamenti climatici disapprovando le precedenti politiche sull’agricoltura: «La siccità non è un problema dell’anno scorso, ma degli ultimi vent’anni. Peccato che non sia mai stato fatto niente, nessun investimento per le infrastrutture necessarie alla canalizzazione dell’acqua. Le risorse ci sono sempre state, ma non si sa dove siano state impiegate».

Il sottosegretario ha, infine, sollevato dubbi anche sul metodo utilizzato per la distribuzione delle risorse provenienti dal Pnrr: «Il Piano prevede 880 milioni di investimento in sistemi irrigui, ma solo su presentazione dei progetti. Il problema è che le regioni all’avanguardia saranno premiate, mentre quelle deboli con meno competenze verranno messe da parte. In questo modo gli investimenti saranno destinati dove c’è meno bisogno. Inoltre il Pnrr non ha alla base un piano strategico per l’agricoltura perché non esiste un piano nazionale in questo settore».

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Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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