Fase 2, il Piemonte studia la ripresa in sicurezza delle attività lavorative

Fase 2, il Piemonte studia la ripresa in sicurezza delle attività lavorative. Cooordinati dal Politecnico di Torino e dagli altri Atenei Piemontesi, cinque gruppi di lavoro hanno elaborato proposte su strumenti e procedure per ripartire.

«Una volta ultimato, nei prossimi giorni, invieremo il documento al premier Conte mettendo a disposizione del nostro Paese il lavoro di studio elaborato in Piemonte e che testeremo su un campione di realtà del territorio che si sono già rese disponibili – spiega il governatore Alberto Cirio -. Abbiamo bisogno che le nostre imprese ripartano, ma è fondamentale che lo facciano in sicurezza perché non si vanifichino tutti gli sforzi messi in campo finora. Questo vademecum sarà uno strumento utile, scientificamente testato dal Politecnico e dai nostri atenei, per dare supporto concreto ai nostri imprenditori e far sì che si possa ripartire, ma in sicurezza».

 

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Le numerose linee guida delineate dai gruppi di lavoro daranno indicazioni precise su come gestire la riapertura. Ad esempio, saranno fornite istruzioni su ingressi, turni e spazi: dalla distanza interpersonale da adottare in relazione alle superfici dei locali, all’organizzazione degli ingressi e degli spazi grazie anche all’adozione di dispositivi di monitoraggio non invasivo (telecamere IR, telecamere, “intelligenti”) nel rispetto della privacy, alla suddivisione dei lavoratori in squadre.

Tutte le tecnologie suggerite saranno tecnicamente ed economicamente praticabili da tutti, le grandi come le piccole imprese. Le linee guida definite nel rapporto saranno applicate in alcune aziende e realtà culturali che si sono già candidate per la sperimentazione, e che saranno seguite dalla task force per garantire misure adatte alla riapertura.

Per avviare questa fase, è necessaria un’analisi attenta dei fabbisogni di dispositivi e strumentazioni dei quali sarà necessario che aziende e realtà produttive si dotino. A titolo di esempio, l’indagine definisce che, per coprire il fabbisogno delle imprese piemontesi, serviranno ogni mese 80 milioni di mascherine, 750 metri cubi di igienizzante mani, 38 milioni di guanti e 21.000 cuffie; per garantire la rilevazione della temperatura in ingresso, invece, saranno necessari 175.000 termometri.

«La riapertura sarà un elemento chiave per la competitività delle aziende italiane – dichiara il Rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco – se non per la loro stessa sopravvivenza, specialmente nel caso delle piccole e medie imprese, ma siamo altrettanto convinti che la massima protezione delle persone nel loro luogo di lavoro sia irrinunciabile. Per questo ci siamo messi, con le altre università del territorio, a disposizione del sistema produttivo del nostro Paese, perché la ripartenza sia progettata al più presto e nella piena sicurezza dei lavoratori, mettendo a sistema tutte le conoscenze disponibili».

 

 

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Fase 2, il Piemonte studia la ripresa in sicurezza delle attività lavorative

Fase 2, il Piemonte studia la ripresa in sicurezza delle attività lavorative. Cooordinati dal Politecnico di Torino e dagli altri Atenei Piemontesi, cinque gruppi di lavoro hanno elaborato proposte su strumenti e procedure per ripartire. «Una volta ultimato, nei prossimi giorni, invieremo il documento al premier Conte mettendo a disposizione del nostro Paese il lavoro di studio elaborato in Piemonte e che testeremo su un campione di realtà del territorio che si sono già rese disponibili - spiega il governatore Alberto Cirio -. Abbiamo bisogno che le nostre imprese ripartano, ma è fondamentale che lo facciano in sicurezza perché non si vanifichino tutti gli sforzi messi in campo finora. Questo vademecum sarà uno strumento utile, scientificamente testato dal Politecnico e dai nostri atenei, per dare supporto concreto ai nostri imprenditori e far sì che si possa ripartire, ma in sicurezza».   [the_ad id="62649"]   Le numerose linee guida delineate dai gruppi di lavoro daranno indicazioni precise su come gestire la riapertura. Ad esempio, saranno fornite istruzioni su ingressi, turni e spazi: dalla distanza interpersonale da adottare in relazione alle superfici dei locali, all’organizzazione degli ingressi e degli spazi grazie anche all’adozione di dispositivi di monitoraggio non invasivo (telecamere IR, telecamere, “intelligenti”) nel rispetto della privacy, alla suddivisione dei lavoratori in squadre. Tutte le tecnologie suggerite saranno tecnicamente ed economicamente praticabili da tutti, le grandi come le piccole imprese. Le linee guida definite nel rapporto saranno applicate in alcune aziende e realtà culturali che si sono già candidate per la sperimentazione, e che saranno seguite dalla task force per garantire misure adatte alla riapertura. Per avviare questa fase, è necessaria un’analisi attenta dei fabbisogni di dispositivi e strumentazioni dei quali sarà necessario che aziende e realtà produttive si dotino. A titolo di esempio, l’indagine definisce che, per coprire il fabbisogno delle imprese piemontesi, serviranno ogni mese 80 milioni di mascherine, 750 metri cubi di igienizzante mani, 38 milioni di guanti e 21.000 cuffie; per garantire la rilevazione della temperatura in ingresso, invece, saranno necessari 175.000 termometri. «La riapertura sarà un elemento chiave per la competitività delle aziende italiane - dichiara il Rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco - se non per la loro stessa sopravvivenza, specialmente nel caso delle piccole e medie imprese, ma siamo altrettanto convinti che la massima protezione delle persone nel loro luogo di lavoro sia irrinunciabile. Per questo ci siamo messi, con le altre università del territorio, a disposizione del sistema produttivo del nostro Paese, perché la ripartenza sia progettata al più presto e nella piena sicurezza dei lavoratori, mettendo a sistema tutte le conoscenze disponibili».    

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