Da 400 euro con le utenze a 600 tutto escluso per una casa in condivisione. Le storie degli universitari di Novara

Uno stipendio da dottorando o una borsa di studio non è una garanzia

«Sono originaria della Puglia e vivo qui ormai da sei anni, i primi tre a Vercelli, gli ultimi a Novara. Ora ho anche uno stipendio da dottoranda in Biotecnologie, ma sono comunque costretta a condividere un appartamento con un’altra ragazza». Quella di Simona Casarella, che ha scelto l’università del Piemonte Orientale per laurearsi e poi per frequentare il dottorato, è una delle tante che appartengono a studenti fuori sede alla disperata ricerca di un alloggio in città a un prezzo accessibile.

«Ho notato che in tre anni gli affitti sono aumentati mediamente di 200 euro – continua -. La prima casa in cui ho abitato qui a Novara non era molto confortevole, così quest’anno, sapendo di poter contare sul mio stipendio, ho iniziato a cercare. Mi sono affidata come molti altri a gruppi Facebook, ma ho impiegato quasi quattro mesi per riuscire a trovarne una dignitosa, comunque in condivisione, nonostante il contratto lavorativo. Ed è l’unica cosa che posso permettermi, oltre alle spese: per qualunque imprevisto sono ancora costretta a rivolgermi ai miei genitori che già mantengono mio fratello, anche lui studente fuori sede».

Singolare la scelta di Elena G, al terzo anno di Giurisprudenza: «Sono di Arona, ma da quando ho iniziato l’università ho deciso di trasferirmi a Novara perché spenderei di più viaggiando tutti i giorni. I treni sono quasi inesistenti, i pullman hanno orari impossibili. Stando qui spendo la stessa cifra e risparmio tempo. Io mi sento fortunata perché ho trovato una stanza a 400 euro comprese le utenze in un appartamento con altre quattro ragazze. Questa casa l’ho trovato a settembre dopo una precedente esperienza in un altro alloggio ma più piccolo. Ho la borsa di studio e grazie a questa avrei potuto usufruire di un alloggio Edisu, ma sono molto piccoli e comunque nemmeno basterebbero per tutti. Ho anche fatto qualche lavoretto in bar e pizzerie e, dove riesco, cerco di non pesare sulla mia famiglia».

Dall’Abruzzo, invece, arriva Ilenia Karavelia: «Mi sono trasferita nel 2020 e all’inizio è stato molto difficile: eravamo ancora in periodo Covid, le case si potevano scegliere solo on line senza poterle vedere prima. Sono arrivata un po’ alla cieca e infatti la prima esperienza non è andata molto bene. Confrontandomi anche con altre compagne di corso che già studiavano qui, ho trovato un appartamento in condivisione in corso Torino, ma la casa non era esattamente come nelle foto. Cercavo qualcosa che fosse vicino all’università e comunque ho resistito per due anni nonostante i problemi fossero numerosi. Dopo diverse ricerche e grazie a un’amica, sono venuta a sapere di un appartamento in via Monteverdi: l’ho preso a settembre, la casa è nuova e decisamente diversa rispetto a quella precedente. Ora pago 600 euro, più del doppio rispetto a prima, e divido l’alloggio con un’altra ragazza».

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Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Uno stipendio da dottorando o una borsa di studio non è una garanzia

«Sono originaria della Puglia e vivo qui ormai da sei anni, i primi tre a Vercelli, gli ultimi a Novara. Ora ho anche uno stipendio da dottoranda in Biotecnologie, ma sono comunque costretta a condividere un appartamento con un’altra ragazza». Quella di Simona Casarella, che ha scelto l’università del Piemonte Orientale per laurearsi e poi per frequentare il dottorato, è una delle tante che appartengono a studenti fuori sede alla disperata ricerca di un alloggio in città a un prezzo accessibile.

«Ho notato che in tre anni gli affitti sono aumentati mediamente di 200 euro – continua -. La prima casa in cui ho abitato qui a Novara non era molto confortevole, così quest’anno, sapendo di poter contare sul mio stipendio, ho iniziato a cercare. Mi sono affidata come molti altri a gruppi Facebook, ma ho impiegato quasi quattro mesi per riuscire a trovarne una dignitosa, comunque in condivisione, nonostante il contratto lavorativo. Ed è l’unica cosa che posso permettermi, oltre alle spese: per qualunque imprevisto sono ancora costretta a rivolgermi ai miei genitori che già mantengono mio fratello, anche lui studente fuori sede».

Singolare la scelta di Elena G, al terzo anno di Giurisprudenza: «Sono di Arona, ma da quando ho iniziato l’università ho deciso di trasferirmi a Novara perché spenderei di più viaggiando tutti i giorni. I treni sono quasi inesistenti, i pullman hanno orari impossibili. Stando qui spendo la stessa cifra e risparmio tempo. Io mi sento fortunata perché ho trovato una stanza a 400 euro comprese le utenze in un appartamento con altre quattro ragazze. Questa casa l’ho trovato a settembre dopo una precedente esperienza in un altro alloggio ma più piccolo. Ho la borsa di studio e grazie a questa avrei potuto usufruire di un alloggio Edisu, ma sono molto piccoli e comunque nemmeno basterebbero per tutti. Ho anche fatto qualche lavoretto in bar e pizzerie e, dove riesco, cerco di non pesare sulla mia famiglia».

Dall’Abruzzo, invece, arriva Ilenia Karavelia: «Mi sono trasferita nel 2020 e all’inizio è stato molto difficile: eravamo ancora in periodo Covid, le case si potevano scegliere solo on line senza poterle vedere prima. Sono arrivata un po’ alla cieca e infatti la prima esperienza non è andata molto bene. Confrontandomi anche con altre compagne di corso che già studiavano qui, ho trovato un appartamento in condivisione in corso Torino, ma la casa non era esattamente come nelle foto. Cercavo qualcosa che fosse vicino all’università e comunque ho resistito per due anni nonostante i problemi fossero numerosi. Dopo diverse ricerche e grazie a un’amica, sono venuta a sapere di un appartamento in via Monteverdi: l’ho preso a settembre, la casa è nuova e decisamente diversa rispetto a quella precedente. Ora pago 600 euro, più del doppio rispetto a prima, e divido l’alloggio con un’altra ragazza».

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