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Cordoglio fra gli sportivi novaresi per la scomparsa di Giovanni Lodetti

Il popolare “Basletta”, centrocampista nel Milan degli anni '60 spentosi ieri nel capoluogo lombardo, aveva concluso la sua carriera con la maglia azzurra nel 1978

Ha suscitato profondo cordoglio anche fra gli sportivi novaresi non più giovani la notizia della scomparsa, avvenuta ieri, venerdì 22 settembre a Milano, di Giovanni Lodetti. Il popolare “Basletta”, questo il suo nomignolo, era nato a Caselle Lurani (centro di quella che una volta era la Bassa Milanese, oggi in provincia di Lodi) il 10 agosto 1942 e dopo una carriera di “gregario” con la maglia del Milan tra la fine degli anni ’50 e il 1970 (di fatto era considerato quello che doveva correre anche per Gianni Rivera) impreziosita non poco dalla conquista di due scudetti, una Coppa Italia, due Coppe dei Campioni, una Coppa delle Coppe e una Intercontinentale, aveva vissuto una sorta di seconda giovinezza prima a Genova (sponda Sampdoria) e poi a Foggia (dal 1974), prima di chiudere la sua carriera proprio a Novara, anche se in uno dei periodi meno felici per il club all’epoca guidato da Santino Tarantola.


Lasciata alle spalle la stagione 1975-’76, quella della serie A sfiorata per le vicende legate alla ripetizione della gara di Catanzaro, e che nell’ultima partita aveva visto gli azzurri lasciare proprio allo “Zaccheria” di Foggia due punti che valsero la promozione ai pugliesi insieme al Genoa e allo stesso Catanzaro, il club azzurro ci riprovò l’anno successivo (tra l’altro il primo senza la “bandiera” Udovicich), ma con pessimi risultati.


Quattro sconfitte su quattro nel “gironcino” di Coppa Italia, e un pessimo avvio di campionato suonarono come un campanello d’allarme per il duo Tarantola – Peppino Molina, presidente e direttore sportivo; e nell’occhio del ciclone finì per ritrovarsi anche il tecnico Lamberto Giorgis, considerato un piccolo “mago” sino a pochi mesi prima e diventato poi agli occhi della tifoseria poco più di un incompetente.


Occorreva correre ai ripari, ma come? Al cosiddetto “mercato” autunnale (non a gennaio come oggi), anche se con pochi soldi e ancora meno pezzi pregiati da piazzare. In estate Alberto Marchetti era rientrato alla Juventus, come Antonio Rocca all’Atalanta. Claudio Garella era stato ceduto alla Lazio, Leonardo Menichini alla Roma ed Ennio Fiaschi al Verona. Unico elemento appetito da qualche club di A era rimasto Sandro Walter Salvioni, che venne “sacrificato” proprio al Foggia, società guidata da quel presidente Fesce con il quale Tarantola aveva instaurato buoni rapporti da anni. Il club pugliese lo acquistò, cedendo come contropartita (anche se i dirigenti azzurri avrebbero gradito più contanti) tre elementi di esperienza e ritenuti utili alla causa: Eugenio Fumagalli, Giovanni Toschi e, appunto, Giovanni Lodetti. Operazione che, però, non diede frutti, perché, al termine di un’annata completamente disgraziata, quel Novara (Lodetti nella foto è l’ultimo a destra in basso), nonostante un orgoglioso finale, si sarebbe classificato all’ultimo posto, scendendo in quella serie C dalla quale sarebbe riemerso solamente nel 2010 con Attilio Tesser.


Toschi e Lodetti rimasero in maglia azzurra anche nella stagione successiva, 1977-’78, quella che avrebbe dovuto essere del riscatto ma che invece si concluse con un anonimo quinto posto. Lodetti fece del suo meglio ma ormai era agli sgoccioli. In tanti lo ricordano con simpatia, per averlo ritrovato come commentatore calcistico in alcuni programmi televisivi. Raccontando che il “Basletta”, quello che “correva per Rivera”, aveva giocato anche nel Novara…

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Luca Mattioli

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