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Camera di commercio: «Nel Quadrante previste oltre duemila nuove assunzioni»

800 unità in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno

Sono 5.260 i contratti programmati dalle imprese delle province di Biella, Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli per il mese di febbraio 2022, poco meno del 20% delle entrate complessive previste a livello regionale.

Tratti comuni alle quattro realtà del territorio sono la quota limitata di imprese che esprimono un fabbisogno occupazionale (percentuale che varia dal 16% di Novara al 13% di Verbania); l’alta percentuale, ovunque superiore al 70%, di contratti a termine, e la richiesta di esperienza professionale specifica, o quantomeno nello stesso settore, che caratterizza in misura prevalente la domanda di lavoro. Ferme restando le diverse vocazioni economiche dei territori, in linea generale sono il settore del commercio e quello dei servizi di alloggio e ristorazione a esprimere una consistente parte della domanda di lavoro nelle quattro province del quadrante.

PROVINCIA DI NOVARA
Le entrate programmate a febbraio 2023 sono 2.570; nel 22% dei casi saranno stabili, con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, per il 78% saranno a termine. Si concentreranno per il 56% nel settore dei servizi e per il 58% nelle imprese con meno di 50 dipendenti. Il 15% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (22%). In 51 casi su 100 le imprese prevedono difficoltà di reperimento dei profili desiderati. L’11% delle entrate sarà destinato a personale laureato, mentre una quota del 34% delle entrate complessive riguarderà giovani con meno di 30 anni. Il settore ad esprimere il più alto fabbisogno è quello del commercio (380 entrate previste), seguito dai servizi di alloggio e ristorazione (350), servizi alle persone (280), industrie chimico-farmaceutiche e industrie meccaniche ed elettroniche (260).

PROVINCIA DEL VERBANO CUSIO OSSOLA
Le entrate programmate a febbraio 2023 sono 840; nel 22% dei casi saranno stabili, con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, per il 78% saranno a termine. Si concentreranno per il 67% nel settore dei servizi e per il 70% nelle imprese con meno di 50 dipendenti. L’11% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (22%). In 47 casi su 100 le imprese prevedono difficoltà di reperimento dei profili desiderati. Solo l’8% delle entrate sarà destinato a personale laureato, mentre una quota del 32% delle entrate complessive riguarderà giovani con meno di 30 anni. Il settore ad esprimere il più alto fabbisogno è quello dei servizi di alloggio e ristorazione (270 entrate previste), seguito dal commercio (130), dalle industrie metallurgiche (100), dalle costruzioni (80) e dai servizi alle persone (70).

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