Gli alloggi del De Pagave diventano spazi di accoglienza per persone in difficoltà

Progetto per il piano terra finanziato con il Pnrr. Per il primo piano nessuna idea, solo messa in sicurezza

Gli otto minialloggi dell’istituto De Pagave saranno utilizzati per ospitare persone in difficoltà: disabili a causa di un incidente per il periodo di riabilitazione, mamme sole con bambini e persone senza fissa dimora. Si tratta degli alloggi ristrutturati dal Comune intorno al 2012 con un investimento di svariati milioni di euro, che avrebbero dovuto essere gestiti dallo stesso De Pagave e che invece non sono mai stati utilizzati e che oggi si trovano in completo stato di abbandono.

Il progetto riguarda gli spazi al piano terra dell’edificio storico e sarà finanziato con i fondi del Pnrr per una cifra complessiva di 2 milioni e mezzo di euro, non solo destinati a Novara che è il Comune capofila, ma anche da altri della provincia. Tre i percorsi: «Il primo, Fondo disabilità, serve a ristrutturare i miniappartamenti con soluzioni innovative e domotiche da destinare a persone che, a seguito di un incidente, devono riorganizzare la propria vita: in particolare tetraplegiche che necessitano di un caregiver che abiti insieme a loro prima di tornare nella propria abitazione – ha spiegato la dirigente dei Servizi sociali, Patrizia Spina -. Il Fondo housing first è destinato all’accoglienza di mamme sole con figli minori, le quali avranno il proprio alloggio e alcuni parti comuni oltre a un servizio di accoglienza notturna. Il terzo è il Fondo per le stazioni di posta che prevede uno spazio dedicato a persone senza fissa dimora che potranno ritirare la corrispondenza, usufruire di bagni pubblici ed eventualmente fermarsi a dormire».

Il progetto è già definitivo e ci sono anche i tempi di consegna: «Dovrà essere approvato in giunta ed entro la fine dell’anno verrà pubblicata la gara per i lavori che dovrebbe concludersi entro la fine del 2024 – ha spiegato la neo assessore ai Servizi sociali, Teresa Armienti -. Il progetto include anche un finanziamento per la gestione dei servizi».

Critico il capogruppo del Pd, Nicola Fonzo: «In questo modo rischiamo di perdere di vista la gestione della struttura perché ci sono persone molto diverse tra loro, sono esigenze sociali differenti, difficili da tenere insieme. Come si fa a trovare un gestore in grado di tenere insieme tutte queste problematiche? Concentriamo una serie di criticità solo per non perdere un’occasione economica».

Nessuna proposta, invece, per gli alloggi al primo piano: «L’idea di realizzare un ambulatorio per i disturbi alimentari è decaduta a causa di difficoltà relative alla forma giuridica del soggetto proponente – ha aggiunto Armienti -. Abbiamo però messo a bilancio 230 mila euro con risorse provenienti dalle alienazioni per la messa in sicurezza dell’edificio, in particolare del tetto pericolante».

«È una vergogna – ha concluso il capogruppo di Insieme per Novara, Piergiacomo Baroni – che il Comune lasci andare questi spazi quando si potrebbero sistemare per le famiglie che si trovano senza casa».

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Alloggi per universitari al primo piano del De Pagave. La proposta del Partito Democratico

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Gli alloggi del De Pagave diventano spazi di accoglienza per persone in difficoltà

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Gli otto minialloggi dell’istituto De Pagave saranno utilizzati per ospitare persone in difficoltà: disabili a causa di un incidente per il periodo di riabilitazione, mamme sole con bambini e persone senza fissa dimora. Si tratta degli alloggi ristrutturati dal Comune intorno al 2012 con un investimento di svariati milioni di euro, che avrebbero dovuto essere gestiti dallo stesso De Pagave e che invece non sono mai stati utilizzati e che oggi si trovano in completo stato di abbandono.

Il progetto riguarda gli spazi al piano terra dell’edificio storico e sarà finanziato con i fondi del Pnrr per una cifra complessiva di 2 milioni e mezzo di euro, non solo destinati a Novara che è il Comune capofila, ma anche da altri della provincia. Tre i percorsi: «Il primo, Fondo disabilità, serve a ristrutturare i miniappartamenti con soluzioni innovative e domotiche da destinare a persone che, a seguito di un incidente, devono riorganizzare la propria vita: in particolare tetraplegiche che necessitano di un caregiver che abiti insieme a loro prima di tornare nella propria abitazione – ha spiegato la dirigente dei Servizi sociali, Patrizia Spina -. Il Fondo housing first è destinato all’accoglienza di mamme sole con figli minori, le quali avranno il proprio alloggio e alcuni parti comuni oltre a un servizio di accoglienza notturna. Il terzo è il Fondo per le stazioni di posta che prevede uno spazio dedicato a persone senza fissa dimora che potranno ritirare la corrispondenza, usufruire di bagni pubblici ed eventualmente fermarsi a dormire».

Il progetto è già definitivo e ci sono anche i tempi di consegna: «Dovrà essere approvato in giunta ed entro la fine dell’anno verrà pubblicata la gara per i lavori che dovrebbe concludersi entro la fine del 2024 – ha spiegato la neo assessore ai Servizi sociali, Teresa Armienti -. Il progetto include anche un finanziamento per la gestione dei servizi».

Critico il capogruppo del Pd, Nicola Fonzo: «In questo modo rischiamo di perdere di vista la gestione della struttura perché ci sono persone molto diverse tra loro, sono esigenze sociali differenti, difficili da tenere insieme. Come si fa a trovare un gestore in grado di tenere insieme tutte queste problematiche? Concentriamo una serie di criticità solo per non perdere un’occasione economica».

Nessuna proposta, invece, per gli alloggi al primo piano: «L’idea di realizzare un ambulatorio per i disturbi alimentari è decaduta a causa di difficoltà relative alla forma giuridica del soggetto proponente – ha aggiunto Armienti -. Abbiamo però messo a bilancio 230 mila euro con risorse provenienti dalle alienazioni per la messa in sicurezza dell’edificio, in particolare del tetto pericolante».

«È una vergogna – ha concluso il capogruppo di Insieme per Novara, Piergiacomo Baroni – che il Comune lasci andare questi spazi quando si potrebbero sistemare per le famiglie che si trovano senza casa».

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