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Novaresi dell’anno 2023: una terna che premia imprenditoria, solidarietà e cultura

Il prossimo 18 gennaio saranno insigniti del Sigillum l'ad di Comoli Ferrari, Paolo Ferrari, la presidente di Liberazione e Speranza, Elia Impaloni, e il presidente di Mets Percorsi d'Arte, Paolo Tacchini

Elia Impaloni, Paolo Tacchini, Paolo Ferrari: sono i tre Novaresi dell’Anno 2023 che giovedì 18 gennaio alle 18 all’Arengo del Broletto, riceveranno il Sigillum Communitatis Novariae.

Elia Impaloni, classe 1970, inizia a lavorare appena compiuti i 19 anni come impiegata per necessità, occupandosi di macchine utensili e attrezzature per officina in una nota utensileria di Novara. Cresce nella parrocchia di Sant’Antonio a Novara, dove sperimenta il valore della condivisione e dell’impegno verso il prossimo e del volersi bene. Non soddisfatta delle sue conoscenze, si iscrive all’università a 23 anni lavorando di giorno e studiando di notte. Si laurea in pedagogia a 30 anni. Prende la seconda laurea a 33 anni per passione. Si sposa a 29 anni con Cristiano. A 35 anni diventa mamma per la prima volta, a 36 per la seconda a 37 per la terza e a 45 per la quarta. Inizia la sua attività professionale nel sociale a 30 anni dopo la prima laurea. La prima esperienza forte, professionale nel sociale, avviene a Torino, presso il gruppo Abele di Don Ciotti dove viene eletta nel consiglio di amministrazione. In questo contesto coniuga la sua crescita personale di comunità con quella professionale e conferma la sua scelta di dedicare il suo tempo lavoro per il sociale. Dal 2014 al 2016 è assessore alle Politiche sociali del Comune di Novara.

Paolo Tacchini nasce a Novara nel 1969, sposato con Anna, padre di Giulia, Sofia e Vittoria. Avvocato civilista, si occupa prevalentemente di tematiche legate all’impresa. Ma, accanto all’attività forense, ha sempre coltivato la passione per l’arte figurativa e per gli oggetti antichi e, in particolare, per la pittura italiana del XIX e XX secolo. Una passione che gli è stata trasmessa dalla famiglia fin dalla più tenera età. Collezionista attento e sensibile, frequenta da molti anni mostre e musei in Italia e all’estero e intrattiene relazioni con studiosi e istituzioni pubbliche e private. Nel 2017, insieme ad un ristretto gruppo di appassionati come lui, dà vita a METS percorsi d’arte, l’associazione culturale di cui è Presidente e che, da anni, si occupa dell’organizzazione delle Grandi Mostre al Castello, eventi che hanno portato Novara ad essere punto di riferimento della pittura italiana dell’Ottocento in tutto il Nord Italia e non solo.

Paolo Ferrari, classe 1980, laureato in Economia e Commercio, è oggi alla guida dell’Azienda Comoli Ferrari che, dal 1929, è attiva come distributore di forniture elettriche e, ad ora, anche di soluzioni per l’impiantistica. Terza generazione alla guida della società, insieme alle cugine Margherita e Anastasia Ferrari, è Amministratore Delegato unico dal 2016. Entra in Comoli Ferrari nel 2004, quando inizia ad occuparsi dei processi legati al comparto della logistica, cuore pulsante dell’Azienda. Successivamente fa esperienza, nel mondo dell’impiantistica, lavorando presso altre importanti realtà italiane di settore. È nel 2011 che prende la Direzione Commerciale di Comoli Ferrari, per affiancare, qualche anno dopo, il padre Giampaolo, nel ruolo di Amministratore Delegato. Da sempre focalizzato sull’integrazione delle tecnologie e delle competenze ha fatto della sostenibilità, dell’innovazione e del coinvolgimento delle persone i fattori chiave per misurare il successo della propria impresa. Ad oggi ha trasformato l’impresa di famiglia in una struttura manageriale, attivando il percorso per un nuovo posizionamento che sta cambiando Comoli Ferrari da distributore di materiali per l’impiantistica in Solution Provider. Oggi Comoli Ferrari è distribuita su quasi tutto il territorio nazionale con 112 punti vendita, ed è presente in tutto il Nord Ovest, oltre che in Toscana, in Emilia-Romagna, nelle Marche e in Sardegna. Conta più di 1000 collaboratori e ha registrato, nel 2022, un fatturato di oltre 600 milioni di euro, rappresentando circa il 10% del mercato italiano.

“Non è così semplice scegliere figure della nostra città che possano ricevere il Sigillum. Non è facile perché a Novara ci sono davvero tante persone che lo meriterebbero ed ogni anno il Comitato è chiamato ad una selezione particolarmente impegnativa – spiega il sindaco di Alessandro Canelli – Quest’anno sono stati scelti tre cittadini che definirei “straordinariamente Novaresi”. A partire da Elia Impaloni la cui attività ha e sta contribuendo a “proteggere” la nostra comunità. Una sensibilità, la sua, e un impegno partito da lontano, ma radicatosi negli anni con un’attenzione e un sostegno a 360 gradi alle fragilità del nostro territorio e all’accompagnamento dei più bisognosi, donne in particolare ma non solo, nel percorso di integrazione che porta all’arricchimento della nostra città. Di Paolo Tacchini la città ha perfettamente intuito non solo le capacità e la preparazione, ma anche la passione per l’arte, una passione che, come a lui piace ricordare, arriva dalla sua famiglia composta da artisti, appassionati di antiquariato e cultura, dal padre al bisnonno. E questa sua passione è stata motivo di una collaborazione fortissima tra l’associazione che presiede e il Comune, giunta all’allestimento delle Grandi Mostre che hanno mutato radicalmente l’attrattività culturale e turistica di Novara, portando nella nostra città decine e decine di migliaia di visitatori. E ancora Paolo Ferrari, non solo un imprenditore novarese di grande successo, ma soprattutto uomo molto attento alla comunità. Una storia, la sua, che affonda lontano le sue radici: dal nonno al padre fino a lui e alla famiglia che ha portato la Comoli Ferrari a crescere esponenzialmente negli anni, mantenendo la propria identità e la propria presenza nella nostra città, dando lavoro a tantissime persone e sostenendo convintamente iniziative e progetti che riguardano Novara. Fare impresa, come l’ho sentito dire tante volte, per Paolo significa portare avanti anche un’azione sociale. Lo pensavano anche suo nonno e suo papà, già nominato a suo tempo Novarese dell’anno».

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