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Novara ha ricordato un pezzo di storia della “sua” banca

Intitolata a Lino Venini, direttore della Banca Popolare di Novara dalla fine degli anni '60 alla metà degli '80 del secolo scorso, la piazzetta - parcheggio davanti a Palazzo Bellini. Il sindaco Canelli: «Un esempio di dedizione al suo lavoro». Comoli, vicepresidente del BpM: «Il suo ricordo è un impegno ad andare avanti»

La piazzetta – parcheggio situata fra Palazzo Bellini, sede storica della Banca Popolare di Novara (oggi BpM), e la filiale centrale della BpM, porta da oggi, venerdì 23 giugno, il nome di Lino Venini, storica figura di riferimento dell’istituto di credito cittadino, che nella “sua” banca trascorse quasi sette decenni.


Nato nel 1909 ed entrato giovanissimo, nel 1926, nella banca come ragioniere nella sede di Genova, dove trascorse trent’anni, percorrendo tutta la scala gerarchica sino a giungere al vertice nel 1968. Da quel momento l’istituto di credito cominciò ad assumere non più una valenza territoriale, ma soprattutto diffondendosi a livello nazionale ed europeo.


«Circa un anno fa – ha ricordato il sindaco Alessandro Canelli – ci è giunta dall’associazione “Noi della BpN” la richiesta di intitolare questo spazio a Lino Venini, colui che contribuì a rendere l’istituto di credito cittadino la banca popolare più importante d’Europa. Come amministrazione comunale abbiamo accettato ben volentieri questa proposta e, dopo il rituale passaggio in Commissione toponomastica, la giunta un mese fa ha dato il via libera definitivo». Quello di Venini, ha continuato il primo cittadino, «è un autentico esempio di dedizione nei confronti di un istituto, ma anche di grande capacità messa in campo per farlo crescere insieme al territorio».


Ha poi preso la parola il vicepresidente della “nuova” banca – il BpM – Maurizio Comoli («Questo riconoscimento è un orgoglio per tutti noi»), che ha tratteggiato altri particolari biografici di Lino Venini. Spostatosi a Roma nel 1956, è condirettore e poi direttore; nel 1962 raggiunge infine la sede centrale a Novara: vicedirettore nello stesso anno e subito dopo direttore generale e amministratore delegato: «Sono gli anni d’oro della banca, in un periodo dove le “popolari” costituiscono il settore privatistico, legato al mondo delle imprese. Lasciato il timone operativo nel 1984, Venini fu “ripreso” subito dopo a gestire un momento di particolare difficoltà, garantendo grazie alla sua autorevolezza quel presidio alla banca stessa». Il ricordo di Venini, spentosi quasi centenario nel 2008, «è un impegno per noi ad andare avanti».

Spazio poi a Franco Zanetta, presidente della Fondazione BpN, che ha parlato di Venini degli insegnamenti dati alla famiglia e come uomo d’arte e di cultura, con la sua iniziativa – dopo il 1993 – di risistemare Palazzo Bellini e l’operazione di portarvi quei coralli che oggi tanti novaresi e non solo possono ammirare in determinate occasioni, e al condirettore del BpM Domenico De Angelis, che ha speso invece due parole sul futuro: «Credo che in molti avevano dato il mondo della “Popolare” quasi sparito. Quello che la Novara rappresenta oggi, tramite il BpM, nel sistema bancario italiano credo sia il momento più alto della sua storia. Non potremo riportare la banca, come nome, ai fasti di Venini, ma in un mondo che ha visto “sparire” quattrocento istituti Novara non è mai stata in salute come in questo momento».


Ringraziamenti per l’intitolazione sono poi giunti dal vicepresidente dell’associazione “Noi della BpN” Sereno Gallardi e dalla famiglia, rappresentata dal nipote Paolo Cornalba, che ha raccontato ulteriori aneddoti legata alla figura dell’importante congiunto. Infine lo scoprimento dei due pannelli, momento accompagnato da un prolungato applauso dei presenti, tra cui quello dell’ultranovantenne Carlo Piantanida, che di Venini fu un prezioso collaboratore.

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Luca Mattioli

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