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Malattie del fegato, Fondazione Bpn dona uno strumento all’avanguardia all’ospedale Maggiore

Un FibroScan 630 utilizzato dall'ambulatorio di Epatologia per misurare la rigidità del fegato e della milza

La Fondazione Banca Popolare di Novara dona all’ospedale Maggiore un FibroScan 630, uno strumento di ultima generazione utilizzato dall’ambulatorio di Epatologia della struttura complessa di Medicina Interna 1, diretta dal prof. Mario Pirisi, per misurare sia la rigidità del fegato (liver stiffness) sia quella della milza (spleen stiffness).

«Questa strumentazione è oggi considerata il miglior metodo non invasivo per la diagnosi di fibrosi avanzata e cirrosi e per la predizione dell’ipertensione portale nei pazienti affetti da epatopatia cronica – spiega Pirisi -. L’utilizzo dell’elastografia transiente, in crescita costante negli ultimi anni, ha consentito la stadiazione rapida e non invasiva nelle epatopatie, con notevole risparmio di procedure invasive come la biopsia epatica e conseguente soddisfazione dell’utenza. Inoltre, il risparmio di biopsie epatiche ha permesso la riduzione dei costi nei percorsi diagnostici dei pazienti con epatopatia».

Il professore Mario Pirisi con la dottoressa Cristina Rigamonti

«Nel ringraziare ancora una volta la Fondazione Bpn e nel ricordarne il costante impegno a sostegno della nostra azienda, vorrei sottolineare che la dotazione dell’ambulatorio di questa strumentazione rappresenta un enorme vantaggio in termini di qualità di prestazioni offerte nell’ambito della diagnostica non invasiva delle epatopatie, ne migliora la gestione e conferma il nostro ruolo di leadership in questo ambito» – afferma il direttore generale dell’ospedale, il dott. Gianfranco Zulian.

«La Fondazione è particolarmente lieta di aver permesso di elevare notevolmente le capacità diagnostiche nei confronti delle principali patologie del fegato e della milza, che colpiscono con seria incidenza le popolazioni del Piemonte Orientale – dichiara il presidente, avv. Franco Zanetta –. Tra gli obiettivi fondamentali dell’impegno della Fondazione c’è il mantenimento del livello di eccellenza delle prestazioni e, di conseguenza, oltre a garantire il benessere dei pazienti, impedire che essi siano costretti a rivolgersi per prestazioni specialistiche a centri sanitari al di fuori della regione. A questo si aggiunge la valorizzazione delle competenze professionali del personale medico dell’Ospedale. Ciò non fa che confermare i positivi risultati della collaborazione tra l’ospedale e la Fondazione che dalla sua origine ha destinato all’istituzione novarese oltre 7 milioni di euro».

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Redazione

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