E’ stata approvata ieri, 16 giugno, in consiglio comunale di Novara la variante urbanistica relativa all’area di corso Vercelli, dove è previsto un nuovo insediamento logistico e la nuova sede dell’azienda leader nel settore dell’elettrico Comoli Ferrari. Un progetto articolato che si svilupperà all’interno di un’area edificabile di 532.415 metri quadri e che ha riaperto un acceso confronto politico tra maggioranza e opposizione, mettendo al centro la visione di sviluppo della città, le scelte ambientali e il futuro del lavoro.
L’assessore all’Urbanistica Marzia Vicenzi ha spiegato che si tratta di una variante parziale al Piano regolatore per un ambito già previsto a destinazione produttiva, suddiviso in due subambiti. Il progetto prevede la possibilità di insediare attività logistiche, finora escluse dal piano vigente, con la realizzazione di tre strutture (di 61.668, 86.585 e 30.772 mq di superficie coperta) e una palazzina uffici articolata su quattro piani, oltre che due punti vendita.
«Si tratta – ha detto Vicenzi – di una previsione necessaria per rispondere alle esigenze di chi si insedierà, anche in vista di insediamenti tecnologici e logistici avanzati. È un piano coerente con lo sviluppo produttivo dell’area». Il progetto include inoltre un’area di verde e parcheggi per oltre 185 mila metri quadri (quasi totalmente in loco), oneri di urbanizzazione pari a 4,5 milioni di euro e una nuova viabilità con la creazione di una rotatoria a valle dello svincolo del Gazzurlo, per migliorare l’accessibilità all’area. Una parte consistente delle compensazioni ambientali – tra i 75 e gli 80 mila mq – sarà destinata a estendere e completare il parco dell’Agogna.
La discussione in aula ha incontrato le dure critiche del Partito Democratico, che ha votato compatto contro la variante. La consigliera Sara Paladini ha espresso dubbi soprattutto sull’effettivo impatto occupazionale del progetto: «Nei documenti si parla di un addetto ogni 200 metri quadri, ma i dati di settore mostrano che nelle logistiche tecnologicamente avanzate si scende a uno ogni 500 o anche 600 metri quadri». Paladini ha contestato anche la logica complessiva delle varianti adottate negli ultimi anni: «Non c’è una visione generale, solo interventi spot che stanno consumando suolo ovunque. E la città si impoverisce, lo si vede anche dal centro storico sempre più svuotato».
Anche la collega dem Milu Allegra ha accusato la maggioranza di avere «lasciato campo libero alle richieste dei privati» senza guidare un vero disegno di città: «è ora di finirla, non avete governato il processo e ora Novara sta diventando un’enclave logistica con pochi posti di lavoro reali e tanto cemento. Serve fermarsi e riflettere sul modello che stiamo costruendo» ha dichiarato. Dal canto suo Mario Iacopino (Movimento 5 Stelle) ha rilanciato il tema della sostenibilità e dell’uso delle aree dismesse: «Stiamo urbanizzando campi agricoli mentre ci sono spazi già edificati e abbandonati che andrebbero recuperati. Lo diciamo da tempo: servono politiche di riuso incentivato, non nuove edificazioni spinte dalle esigenze del momento. Inoltre, sulle compensazioni ambientali manca un sistema di monitoraggio efficace, e sul fronte del lavoro continuiamo a chiedere – inascoltati – un tavolo di osservazione sulla logistica».
Anche il consigliere del PD Rossano Pirovano ha parlato con toni severi: «Stiamo assistendo alla trasformazione di un paesaggio: là dove oggi c’è il mais, domani ci saranno tetti di capannoni. Questa era la città del riso e del gorgonzola, oggi diventa quella della logistica. E tutto questo avviene mentre aspettiamo ancora un nuovo Piano Regolatore che dia una direzione più equilibrata alla crescita».
Dalla maggioranza, invece, è arrivata una difesa compatta della delibera. Arduino Pasquini (Lega) ha parlato di “visione politica chiara” e rivendicato la coerenza della linea urbanistica portata avanti dal sindaco Canelli: «Non è vero che ci facciamo guidare dagli investitori. Abbiamo tracciato fin da subito un disegno che individua pochi poli logistici strategici, tra cui quello di corso Vercelli. Qui si tratta di un’area già produttiva, dove si introduce anche la logistica. Non è una variante ad personam, ma un’operazione pensata per generare lavoro e benefici concreti».
Il sindaco Alessandro Canelli, nel suo intervento conclusivo, ha respinto le critiche di improvvisazione: «Abbiamo una strategia, e la logistica, se fatta con intelligenza, è parte della produzione. Stiamo attenti ai contratti applicati, incentiviamo il recupero delle aree dismesse dove possibile, ma ci sono insediamenti che richiedono dimensioni non disponibili nei siti esistenti. Fermarsi significherebbe rinunciare a opportunità importanti e lasciare che le aziende si trasferiscano altrove».
Sul fronte ambientale, ha ricordato le compensazioni previste e ha assicurato che il progetto contribuirà al miglioramento viario della zona. E in risposta ai dubbi sull’occupazione, ha citato il caso Amazon: «Ci davano dei visionari quando parlavamo di 1.000 posti, oggi solo Amazon ne ha 1.100 a tempo indeterminato. I dati sulla disoccupazione a Novara sono in netto miglioramento e il nostro territorio ha guadagnato posizioni in termini di ricchezza. Questa è una città con un’identità forte, che guarda al futuro senza rinunciare a equilibrio e rigore».
Il voto, alla fine, ha sancito la spaccatura: compatta la maggioranza a favore, compatta l’opposizione contraria. Per chi governa è un passo in avanti in un disegno coerente. Per chi si oppone, un altro tassello che contribuisce alla frammentazione e al consumo di territorio senza una visione complessiva. Il nuovo insediamento di corso Vercelli si farà, ma con esso continua anche il confronto – politico e cittadino – sul futuro di Novara.
Una risposta
… e i novaresi guardano indifferenti…