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Il sindaco di Oleggio in Kenya: «Ho vissuto la sofferenza di chi non ha nulla»

Andrea Baldassini racconta l'esperienza africana insieme all'associazione oleggese "Mulinelli di Sabbia"

«Un viaggio che ti cambia e che consiglio a tutti quanti – racconta il sindaco di Oleggio, Andrea Baldassini da poco rientrato da un viaggio in Kenya -. Una permanenza africana – dal 9 al 21 febbraio – in parte privata possiamo dire, perchè sono partito insieme all’associazione di Oleggio, Mulinelli di Sabbia, una realtà attiva in Kenya da molti anni con la quale il Comune collabora da diverso tempo – precisa il primo cittadino. Io, insieme all’assessore Giuseppe Muratore, abbiamo deciso di partecipare a uno di questi viaggi che organizza l’associazione volti a mostrare la realtà con la quale collaborano. Cosa abbiamo visto? Beh, essenzialmente la difficoltà e la sofferenza di chi ha davvero poco, poi, nello specifico – a Nairobi – abbiamo visto le svariate attività che sono di supporto a chi vive nelle baraccopoli e alcuni centri che raccolgono i ragazzi e le ragazze di strada seguendoli nei loro percorsi di crescita. Questi giovani vivono una vita estremamente dura costellata da abbandoni e tragedie e, grazie a queste realtà benefiche di supporto, riescono – quanto meno – a vivere con un po’ di dignità».

«Abbiamo visitato anche un centro aperto dalle Figlie di Sant’Anna una congregazione di suore di Piacenza che operano da molto tempo in Kenya come supporto alla comunità di Masai della zona. Una zona estremamente povera dove mancano cibo e, soprattutto acqua – non piove da tre anni, per rendere l’idea della siccità che c’è. Qui le suore hanno allestito, oltre a una scuola, anche un’infermeria dove accolgono donne incinta e vaccinano i bambini. Un impegno importantissimo che ha diminuito le tantissime morti infantili fra le comunità Masai».

«Abbiamo aiutato a distribuire e acquistare cibo – riso, mais, fagioli e acqua – e vedere oltre 200 famiglie arrivare per poter prendere una razione, è stato davvero molto toccante. Vivere questa esperienza, e vedere “da dentro” come vivono queste comunità, beh, ti segnano nel profondo. Un viaggio che mi sento di consigliare a chi vuole confrontarsi con una realtà molto diversa dalla nostra, una realtà che ti insegna a cogliere quali sono le vere difficoltà. Ovvio, bisogna essere “corrazzati” – conclude Baldassini – perchè non si va in un villaggio turistico – l’energia elettrica, per esempio, non è sempre garantita – tuttavia ne vale davvero la pena».

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Paolo Pavone

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