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Tajani “sorpreso” a Novara dalla situazione russa: «Stiamo monitorando la situazione»

Il ministro degli Esteri, arrivato in città in occasione della “festa azzurra”, non ha potuto sottrarsi al suo attuale ruolo, parlando della vicenda internazionale di queste ore e relegando in secondo piano le dinamiche di partito, che lo vedono come candidato principale alla guida degli “azzurri”

Per un giorno, il tardo pomeriggio di oggi, sabato 24 giugno, Novara “capitale” della diplomazia italiana. E’ successo che in occasione della “festa azzurra”, dove era atteso per la chiusura dei lavori, il ministro degli Affari esteri Antonio Tajani sia stato letteralmente “sorpreso” dalla situazione creatasi in queste ore in Russia, seriamente minacciata dalla possibilità di un conflitto civile dopo la “ribellione” dei soldati della “Milizia Wagner”, che avrebbero intrapreso una vera e propria “marcia su Mosca”.


«Stiamo monitorando la situazione – ha detto il responsabile della Farnesina, a lungo pressato dagli inviati delle televisioni nazionali – seguendo minuto per minuto quello che sta accadendo in Russia anche attraverso un’unità di crisi e la nostra ambasciata Mosca, visto che in quel paese risiedono cinquemila nostri connazionali. Non tocca a noi interferire nella vita politica della Federazione Russa. Non siamo contro la Russia e il suo popolo». Tajani ha escluso l’esistenza di un “piano B” per evacuare i cittadini italiani, passando subito a parlare delle vicende del suo partito: «Vedremo cosa deciderà il consiglio nazionale a luglio, cui toccherà il compito di eleggere il nuovo presidente che ci “traghetterà” sino al congresso. La giornata di oggi era dedicata al tesseramento e nei banchetti ho insistito molto affinché ci siano sempre più militanti. I sondaggi ci danno in crescita e dobbiamo fare in modo che queste indicazioni si traducano in realtà; lavorare perché si concretizzino tutti i sogni per i quali si era battuto per tanti anni Silvio Berlusconi, dalla riforma fiscale a quella della giustizia sino alla realizzazione delle grandi infrastrutture, compreso il ponte sullo Stretto di Messina».

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Luca Mattioli

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