Quale futuro per la logistica? «Sottrae spazi al manifatturiero»

Qualche voce fuori dal coro, quella dell'urbanista Vallino, in occasione del convegno tenutosi venerdì pomeriggio nel Salone dell'Arengo del Broletto. Ma il sindaco Canelli non è d'accordo: «Chi prima arriva meglio si accomoda»

Pronunci la parola “logistica” e, oggi come oggi, pensi subito ai capannoni. Un tema tanto di attualità in questo periodo ha visto nel pomeriggio di venerdì 31 marzo, proprio alla vigilia della manifestazione promossa dal “Comitato per Pernate” contro il nuovo insediamento nella frazione novarese, amministratori e addetti ai lavori del settore confrontarsi sul futuro del settore confrontarsi in occasione del convegno “La logistica nell’area novarese. Sfide e prospettive”.


Quello tenutosi nell’Arengo del Broletto è stato il primo di tre appuntamenti organizzati nell’ambito di “MediAree – Next Generation City”, progetto finanziato dall’Unione Europea con la partecipazione del Dipartimento della Funzione pubblica del Governo e di Anci. Una iniziativa rivolta a città di medie dimensioni e che per il momento ha visto la selezione di una dozzina. Quasi tutte, da Nord a Sud della Penisola, hanno partecipato individualmente, ma Novara ha scelto di presentarsi in “tandem” con la vicina Vercelli, originando l’acronimo “NoVe”. Il perché lo ha spiegato il sindaco Alessandro Canelli, il cui primo intervento è andato al di là di un semplice saluto istituzionale: «Dobbiamo superare antichi campanilismi – ha detto il primo cittadino – e incominciare a ragionare come territori omogenei, come “aree vaste”, termine con il quale sono indicate oggi le Province. La logistica è una vocazione del nostro territorio, ma non possiamo farla come una volta. Occorre unire le forze, come è già stato fatto in tanti altri settori, dalle Camere di commercio alle Agenzie turistiche».


Parlando di diversi “poli” non si può non pensare anche alla stessa Università del Piemonte Orientale. Proprio Marcello Tadini, del Dipartimento per l’Economia e l’impresa dell’Upo, ha quindi presentato la situazione geografica della logistica, caratterizzata da una “dispersione” sul territorio, «con la presenza di quattro poli nel Medio Novarese e ben nove nella Bassa».


Dando voce a chi di logistica si occupa ogni giorno Anna Ida Russo, amministratore delegato di “Trasgo”, ha ripercorso la storia dell’azienda di famiglia. Partita quasi dal nulla, oggi dà lavoro a 400 persone, con 18 sedi in Italia (sei nel Novarese) e 350 mila metri quadrati di magazzini: «Se dovessimo rinunciare alla logistica dovremmo smettere di fare acquisti – ha detto – Non è giusto demonizzare la logistica, dipende come la si fa», insistendo molto, così come ha ribadito anche il presidente di Assologistica Umberto Ruggerone, «sull’importanza di una giusta specializzazione degli addetti. Una situazione che oggi rappresenta un grave deficit, dove il 46% delle aziende della logistica non trova personale formato» e ancora, ricollegandosi all’illustrazione fatta da Tadino, «alla presa d’atto che oggi non dobbiamo parlare di logistica, ma di diverse logistiche».


Quella della mancanza di addetti specializzati è un problema che «da tempo si fa sentire anche in un settore come quello dell’autotrasporto», ha lamentato il segretario nazionale di Confartigianato Trasporti Sergio Lo Monte, mentre a fronte di tanti consensi si è invece levata una voce un po’ fuori dal coro. Quella dell’urbanista Guido Vallino. Per il consulente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia «la logistica ha già fagocitato un’enorme quantità di aree produttive, ha provocato consumo di suolo e diminuito la disponibilità di aree di quasi 3 milioni di metri quadrati negli ultimi due anni. Se oggi un’azienda manifatturiera volesse insediarsi non sappiamo dove potrebbe collocarsi».


Affermazione che non ha trovato d’accordo Canelli: «A Novara c’é posto – ha replicato il primo cittadino – Chi prima arriva meglio si accomoda. Sembra che si voglia fare tutto adesso perché per anni non si è fatto nulla. A noi interessa la qualità e che i lavoratori siano soddisfatti e percepiscano un salario adeguato».

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Luca Mattioli

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