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Tensostrutture in via Fara, la protesta dei residenti: «Non le vogliamo, si toglie verde e spazio ai giovani»

Nello spazio verde all'angolo con via dei Carbonari il Comune vuole posizionare due strutture per le società sportive. Mercoledì assemblea pubblica

L’area verde di via Fara verrà smantellata e i residenti della zona si stanno organizzando con una forma di protesta. Si tratta di uno spazio all’angolo con via dei Carbonari, nel quartiere nord di Novara, a fruizione dall’inizio degli Ottanta e dove, nel corso del tempo, sono stati ricavati due campi da calcio, punti di ritrovo per bambini e ragazzi all’uscita da scuola e nei giorni festivi.

A metà settimana è comparsa a sorpresa la recinzione arancione: nell’area sarà realizzato il nuovo asilo nido, vicino alla materna Sabin, un intervento finanziato con i fondi del Pnrr per 3,6 milioni; a fianco il Comune ha deciso di posizionare due tensostrutture, una di 840 metri quadrati l’altra di 600 per sistemare le società sportive che hanno sede all’ex campo Tav e che, prima della fine del mese di gennaio, dovranno traslocare per consentire i lavori di ristrutturazione.

«Eravamo all’oscuro di tutto e martedì abbiamo visto comparire da recinzione – spiega Mariangela Gasparetto Giubertoni, una delle residenti -. Da sempre questi prati verdi sono un’area pubblica: i bambini e i ragazzi si trovano lì e fanno anche qualche partita di calcio. Non capisco perché con tutte le aree dismesse che ci sono a Novara, mi vengono in mente i parcheggi di viale Kennedy zona già adibita allo sport, il Comune ha deciso di togliere al quartiere questo polmone verde. Sembra che l’unico scopo sia cementificare invece di salvare quel poco di verde che è rimasto».

«Ho preso le misure: l’area dove sorge il palazzetto del Terdoppio misura 250 mila metri quadrati compresi i parcheggi e la parte libera. Perchè non metterle lì le tensostrutture? – afferma Ernesto Bruzzolone, un altro residente -. Su via Fara insistono quattordici condomini, circa duecento famiglie, due fermate del bus, due scuole e più o meno centocinquanta auto parcheggiate dei residenti lungo le strade oltre a quelle dei genitori che accompagnano i figli. Possibile che non ci fosse un’altra soluzione più razionale? Il Comune non si rende conto che si verrebbe a creare una situazione di pericolo? E poi perché togliere una cosa che funziona, che tutti i ragazzi del quartiere usano, per farne un’altra? Noi quelle tensostrutture non le vogliamo».

«Niente da dire sull’asilo nido, ci mancherebbe, ma come si può pensare di sistemare delle tensostrutture, che necessitano di una base di cemento, proprio lì su un’area verde? – dichiara la consigliera del Pd, Sara Paladini -. Quel terreno era di proprietà della famiglia Boroli con il vincolo di utilizzo come area pubblica, invece in questo modo i residenti non potranno usarla più».

Sull’argomento Paladini ha anche depositato una mozione.

I residenti stanno mettendo in campo una raccolta mentre hanno già organizzato un’assemblea pubblica in programma mercoledì 17 gennaio alle 20,45 nella ex sede di quartiere in via Fara 39. All’incontro parteciperanno anche i consiglieri comunali del Partito Democratico.

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Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

Una risposta

  1. Ma perché proprio li? Nel quartiere Nord ci sono molti prati rimasti incolti e che non servono a niente, Perché non utilizzare quelli? Esempio: in corso Risorgimento a fianco della ex Verbano, area ora utilizzata per pascolare le pecore durante la transumanza, oppure l’area confinante con la strada che porta da via Europa alla statale per la Valsesia (mi sfugge il nome della via), totalmente incolta, e cercando si trovano sicuramente altre aree per le tensostrutture senza privare i residenti di via Fara di un campo che è lì da sempre per i giochi dei bimbi e di chi vuole tirare due calci al pallone.

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