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Nascondeva hashish nell’armadietto della cella: detenuto condannato a 1 anno

È successo nel carcere di Novara. Il pm aveva chiesto 1 anno e 8 mesi, mentre il suo difensore l’assoluzione, sostenendo che non vi fosse prova che la droga appartenesse all’imputato

Era riuscito a trasportare droga, ingoiandola, dal carcere di Verbania a quello di Novara. Lì, dopo aver espulso il pacchettino, l’aveva nascosta nell’armadietto della sua cella ed era stata scoperta nel corso di una perquisizione. L’uomo, G.B.B., 59 anni, è stato condannato a 1 anno di reclusione e 1.800 euro di multa per detenzione ai fini di spaccio all’interno della casa circondariale di via Sforzesca. E’ stato assolto dalla seconda imputazione, quella di spaccio. Il pm aveva chiesto 1 anno e 8 mesi, mentre il suo difensore l’assoluzione, sostenendo che non vi fosse prova che la droga appartenesse all’imputato.

A far scattare il controllo, la sera del 21 giugno 2021, era stato lo strano comportamento di un detenuto: dopo il momento docce non voleva più rientrare nella cella condivisa con altri due uomini. Da qui la decisione delle guardie di effettuare un controllo per capire il motivo della diatriba, controllo che aveva dato esito positivo: in uno degli armadietti, nella tasca di un pantalone, era stata trovata una confezione di cellophane contenente droga, poi quantificata in 12,8 grammi di hashish: «L’ha ingoiato a Verbania e se l’è portato fino a Novara», si era affrettato a dire uno dei tre, preoccupato di poter finire fra i sospettati perché il giorno prima era stato all’esterno della struttura penitenziaria con un permesso per motivi famigliari. E invece l’armadietto apparteneva al cinquantanovenne. Secondo quanto emerso durante gli accertamenti della polizia penitenziaria, la droga veniva ceduta proprio al compagno che aveva paura a rientrare in cella la sera del controllo. Probabilmente era nata qualche discussione, o c’era stata qualche incomprensione: «Mi sento minacciato», aveva confidato. Sottoposti ai test di rito, erano stati trovati entrambi positivi al consumo. Il terzo compagno di cella, un trentenne novarese, durante la testimonianza in aula ha raccontato di aver ricevuto una confidenza dall’imputato: G.B.B. gli aveva raccontato di aver ingerito il sacchettino quando aveva saputo del trasferimento dal Vco, senza che nessuno se ne accorgesse.

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