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«Il progetto di via Fara è morto, nessuna tensostruttura per lo sport»

Lo ha affermato l'assessore De Grandis durante l'atteso face-to-face con i residenti della zona circa il destino dei campetti di calcio. Il tema si sposta sulla realizzazione del nuovo asilo

Nonostante le nette affermazioni dell’assessore allo Sport, Ivan De Grandis, «il progetto è morto» il face-to-face, nella serata di ieri, mercoledì 31 gennaio, nella sede dell’ex CdQ Nord, fra un gruppo di residenti e lo stesso assessore circa il destino dei due campetti di via Fara, non ha fugato del tutto i dubbi tra i presenti. All’indomani della raccolta di un migliaio di firme, alcune perplessità sono emerse nel corso dell’incontro pubblico.

«Si è parlato tanto di eliminare l’area verde, di cementificare, ma in realtà non accadrà nulla di tutto questo» ha affermato De Grandis, ripercorrendo poi le tappe più significative della vicenda: «In estate la Regione aveva pubblicato un bando “a sportello”. Considerato che si trattava di risorse importanti, è sembrato opportuno partecipare, come del resto abbiamo fatto in questi anni, portando a Novara molte risorse. Avendo avuto pochi giorni a disposizione (una ventina, ndr) non eravamo nelle condizioni di adottare varianti al Prg per individuare un’altra zona. I tecnici si sono informati e, visto che la Regione chiedeva la disponibilità di un’area già predisposta e l’unica era questa di via Fara, abbiamo deciso di procedere in tal senso».

A fronte del quesito se fosse vincolante il progetto oppure il luogo, il bando prevedeva unicamente la realizzazione del progetto “con le stesse consistenze”: «Per riuscire a portare a casa il contributo la giunta, ha adottato una delibera per avviare l’iter, ma la nostra partecipazione non è riuscita ad andare a buon fine. Era novembre e lì si è concluso tutto per quanto riguarda l’area verde interessata» ha aggiunto l’assessore.

Però, nell’ambito dei fondi legati al Pnrr, l’amministrazione ha presentato altri progetti, fra cui quello riguardante la realizzazione di un asilo nella stessa zona per il quale ha ottenuto il contributo. Per aprirvi il cantiere è stata quindi posizionata una recinzione che di fatto rende “monco” uno dei due campetti di via Fara (quello più a nord, e per il quale sono già stati abbattuti alcuni alberi, ndr), ma tutto il resto, ha ribadito De Grandis, «non si farà, come non sarà posizionata la struttura destinata a ospitare la Ginnastica Libertas e il Judo. Inoltre nel Dup non esiste nessuna traccia di eventuali progetti riguardanti via Fara».

L’assessore ha parlato di cattiva informazione legata magari a un passaparola che ha finito per allarmare i cittadini della zona: «Da parte mia posso ribadire che il progetto è “morto” a novembre, prima ancora che la gente cominciasse a interessarsi del problema e a raccogliere le firme». Tutto chiaro? Forse, perché incalzato soprattutto dalla richiesta a questo punto di una revoca della delibera («I soldi non sono arrivati, ma se un domani dovessero esserci, cambierete idea?», ha chiesto un residente), l’assessore ha cercato di controbattere. Più in generale dalla platea si è chiesta una maggiore informazione e comunicazione fra amministrazione e cittadinanza, magari attraverso l’organizzazione di periodiche riunioni pubbliche.

Secondo alcuni, in questo caso come in tanti altri l’eliminazione dei Consigli di Quartiere ha di fatto “interrotto” una forma di collegamento privilegiata una volta esistente tra Palazzo Cabrino e il territorio. Anello di congiunzione che i vari comitati spontanei non sono stati finora in grado di ripristinare. Intanto sull’argomento è convocata a Palazzo Cabrino un’apposita commissione nella mattinata di domani, venerdì 2 febbraio. Sulla vicenda sembra non essere ancora scritta la parola fine.

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Luca Mattioli

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