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Aveva in casa 2 chili e mezzo di hashish: pusher condannato a 4 anni

Un trentasettenne di origine nigeriana I.O.I., già noto alle forza dell’ordine dedito all'attività di spaccio soprattutto nella zona del Villaggio Dalmazia e della Rizzottaglia

Già arrestato in passato, i poliziotti avevano saputo che probabilmente aveva ricominciato l’attività di spaccio, soprattutto nella zona del Villaggio Dalmazia e della Rizzottaglia a sud del capoluogo, dove anche lui vive. Così lo hanno monitorato un po’ e, dopo aver fermato alcuni consumatori, sono arrivati nuovamente a lui: in casa gli sono stati trovati circa 2 chili e mezzo di hashish e anche 130 grammi di cocaina.

Per l’arresto dello scorso 7 luglio il trentasettenne di origine nigeriana I.O.I., già noto alle forza dell’ordine non solo per fatti di droga ma anche per resistenza a pubblico ufficiale, è stato condannato con rito abbreviato a 4 anni e 2 mesi di reclusione per detenzione ai fini di spaccio. Ha beneficiato dello sconto di un terzo previsto per il rito alternativo. Nel giorno della perquisizione, i poliziotti avevano anche trovato materiale da taglio e un’ingente quantità di denaro, 1.400 euro in contanti, ritenuti guadagno dell’attività illecita visto che l’uomo non ha lavoro. Quel giorno usciva in bici nel suo rione, dove già in passato era stato bloccato mentre cedeva stupefacenti. I.O.I., infatti, era già stato bloccato già nel marzo del 2020, poco prima che scattasse il lockdown per il coronavirus, e condannato per quel fatto a 1 anno di reclusione: alla vista di una pattuglia, l’uomo aveva accelerato il passo per cercare di scappare e, una volta fermato, era stato trovato con 60 grammi di marijuana. Andava già a firmare dalla polizia per un arresto avvenuto qualche mese prima, a ottobre, quando era stato trovato in possesso di diverse dosi di hashish e metanfetamine. Tornato da tempo in libertà, ha pensato bene di cominciare l’attività di spaccio. E, stando a quanto trovato degli investigatori, era riuscito a recuperare in breve tempo la clientela.

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