«L’Occidente dopo Trump»: il circolo Matteotti riflette sulla crisi delle democrazie

Il dibattito affronterà temi cruciali come la crisi della rappresentanza, la disuguaglianza economica, la tentazione autoritaria

Quale volto ha oggi l’Occidente, dopo gli anni di Donald Trump e in un mondo attraversato da nuove divisioni?
È la domanda al centro del nuovo appuntamento pubblico organizzato dal circolo Matteotti, in programma sabato 8 novembre, dalle 17.30 alle 20, al castello di Novara. L’incontro, dal titolo “L’Occidente dopo Trump”, si propone di analizzare i mutamenti politici, sociali e culturali che stanno ridefinendo l’identità della società occidentale.

«Tutti parlano di un grande cambiamento – hanno spiegato gli organizzatori – ma occorre chiedersi cosa sia davvero cambiato». L’analisi parte dalla constatazione che negli ultimi anni, negli Stati Uniti come in Europa, si è incrinato il consenso attorno ai principi fondanti delle democrazie liberali: libertà individuale, solidarietà sociale e democrazia rappresentativa.

Il circolo ha evidenziato come l’ascesa di movimenti nazionalisti e populisti, la concentrazione di ricchezza e potere e l’indebolimento dei partiti democratici tradizionali abbiano alimentato una frattura profonda, sia tra le nazioni occidentali sia al loro interno. Ospiti della serata saranno Danilo Taino, editorialista del Corriere della Sera, Yarina Grusha, docente all’Università Statale di Milano, Oliviero Bergamini, responsabile esteri del TG1 Rai, Aldo Schiavone, storico e scrittore, autore del recente Occidente senza pensiero, Nona Mickhelidze, responsabile del programma Eurasia dell’IAI – Istituto Affari Internazionali e Lia Quartapelle, deputata ed esperta di politica estera.

Il dibattito affronterà temi cruciali come la crisi della rappresentanza, la disuguaglianza economica, la tentazione autoritaria, il ruolo dell’Europa e la nuova geopolitica globale. Particolare attenzione sarà dedicata anche agli effetti della tecnologia e della comunicazione digitale sulla partecipazione democratica e sulla formazione dell’opinione pubblica.

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«L’Occidente dopo Trump»: il circolo Matteotti riflette sulla crisi delle democrazie

Il dibattito affronterà temi cruciali come la crisi della rappresentanza, la disuguaglianza economica, la tentazione autoritaria

Quale volto ha oggi l’Occidente, dopo gli anni di Donald Trump e in un mondo attraversato da nuove divisioni?
È la domanda al centro del nuovo appuntamento pubblico organizzato dal circolo Matteotti, in programma sabato 8 novembre, dalle 17.30 alle 20, al castello di Novara. L’incontro, dal titolo “L’Occidente dopo Trump”, si propone di analizzare i mutamenti politici, sociali e culturali che stanno ridefinendo l’identità della società occidentale.

«Tutti parlano di un grande cambiamento – hanno spiegato gli organizzatori – ma occorre chiedersi cosa sia davvero cambiato». L’analisi parte dalla constatazione che negli ultimi anni, negli Stati Uniti come in Europa, si è incrinato il consenso attorno ai principi fondanti delle democrazie liberali: libertà individuale, solidarietà sociale e democrazia rappresentativa.

Il circolo ha evidenziato come l’ascesa di movimenti nazionalisti e populisti, la concentrazione di ricchezza e potere e l’indebolimento dei partiti democratici tradizionali abbiano alimentato una frattura profonda, sia tra le nazioni occidentali sia al loro interno. Ospiti della serata saranno Danilo Taino, editorialista del Corriere della Sera, Yarina Grusha, docente all’Università Statale di Milano, Oliviero Bergamini, responsabile esteri del TG1 Rai, Aldo Schiavone, storico e scrittore, autore del recente Occidente senza pensiero, Nona Mickhelidze, responsabile del programma Eurasia dell’IAI – Istituto Affari Internazionali e Lia Quartapelle, deputata ed esperta di politica estera.

Il dibattito affronterà temi cruciali come la crisi della rappresentanza, la disuguaglianza economica, la tentazione autoritaria, il ruolo dell’Europa e la nuova geopolitica globale. Particolare attenzione sarà dedicata anche agli effetti della tecnologia e della comunicazione digitale sulla partecipazione democratica e sulla formazione dell’opinione pubblica.

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