Assessore regionale alla Sanità a Novara, ma nessun incontro con i dipendenti del Maggiore: «Lo farò la prossima settimana»

Prestazioni extra, nuovi fondi, personale stabilizzato, sanitari dall'estero e nuova app per le prenotazioni: «Ci vorranno sei anni, ma possiamo farcela»

In visita a Novara, l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi ha ripetuto, in buona sostanza, gli stessi argomenti già affrontati la scorsa settimana in un’intervista a La Voce. Poche novità, quindi, sul fronte delle prestazioni extra o delle strategie per abbattere le liste d’attesa.

Ma, soprattutto, nessun incontro con i lavoratori dell’ospedale Maggiore, come invece aveva annunciato dopo il “pasticcio” delle retribuzioni per le prestazioni extra. La visita si è svolta nella sede di Fratelli d’Italia. «La prossima settimana tornerò – ha promesso – e incontrerò almeno i rappresentanti sindacali».

Prestazioni extra, numeri confermati

Riboldi ha confermato che le prestazioni extra-orario, realizzate in via sperimentale nei mesi scorsi, hanno superato quota 65.000, «quasi tutte prime visite per pazienti in attesa da mesi». Un piano che, secondo l’assessore, ha funzionato. «Ora lavoriamo per rifinanziarlo e garantire una retribuzione equa per i sanitari coinvolti».

L’attacco al centrosinistra e a Chiamparino

Ampio spazio nell’intervento anche agli attacchi politici. Riboldi ha accusato l’opposizione in Regione di «dire bugie» e di non confrontarsi sui fatti. Poi è tornato sul passato, puntando il dito contro la giunta Chiamparino: «La responsabilità delle liste d’attesa è sua. Prima del 2014 c’erano criticità limitate ad alcune specialità, poi con la delibera 1/600 sono state chiuse 130 strutture pubbliche, il 75% delle quali nel Piemonte orientale, dove è più facile tagliare senza clamore». E ha rivendicato: «Noi siamo per la sanità pubblica, loro per la privatizzazione».

La ricetta: più fondi, personale e tecnologia

Per affrontare il nodo delle liste d’attesa, Riboldi ha presentato una serie di misure che saranno implementate nei prossimi mesi: altri 10 milioni in arrivo da luglio per visite extra orario, formazione del personale per i Cup, altri sanitari dall’estero, una nuova app (da gennaio 2026) per gestire prenotazioni, referti, disdette, e percorsi dedicati alle malattie croniche. «Ma ci vorranno almeno sei anni – ha ammesso – per rimettere in piedi un sistema davvero efficiente. Non possiamo più permetterci di far aspettare mesi per una visita: sarebbe tradire lo spirito del servizio pubblico».

Case di comunità e concorsi: «Il metodo funziona»

Sul fronte delle strutture territoriali, l’assessore ha dichiarato che «solo il 10% dei cantieri per le case di comunità è fermo» e che le risorse necessarie per sbloccarli arriveranno tramite l’articolo 20. Ha poi lodato il recente concorso per 600 nuove figure professionali: «Gli infermieri che hanno partecipato sono stati 1.900. Molti già assunti a tempo determinato, che ora andremo a stabilizzare. Questo modello affidato ad Azienda Zero può essere replicato anche due volte all’anno».

Mobilità sanitaria: «Tenere i pazienti sul territorio»

Infine, Riboldi ha risposto a chi ha sollevato la questione della mobilità passiva verso la Lombardia, in particolare da Novara e provincia: «Ogni anno il Piemonte paga 170 milioni alla Lombardia per le cure dei propri residenti. Ma anche da noi ci sono eccellenze, soprattutto a Torino. E oggi anche in Lombardia i tempi d’attesa sono lunghi». Ha poi annunciato l’arrivo di un nuovo robot chirurgico all’ospedale di Vercelli: «Il Maggiore ce l’ha già. Insieme, riusciremo a trattenere almeno 10.000 pazienti che oggi si rivolgono altrove».

LEGGI ANCHE Sanità, Rossi attacca Riboldi: «Scarica le colpe, ma il disastro è della loro gestione»

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Assessore regionale alla Sanità a Novara, ma nessun incontro con i dipendenti del Maggiore: «Lo farò la prossima settimana»

Prestazioni extra, nuovi fondi, personale stabilizzato, sanitari dall’estero e nuova app per le prenotazioni: «Ci vorranno sei anni, ma possiamo farcela»

In visita a Novara, l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi ha ripetuto, in buona sostanza, gli stessi argomenti già affrontati la scorsa settimana in un’intervista a La Voce. Poche novità, quindi, sul fronte delle prestazioni extra o delle strategie per abbattere le liste d’attesa.

Ma, soprattutto, nessun incontro con i lavoratori dell’ospedale Maggiore, come invece aveva annunciato dopo il “pasticcio” delle retribuzioni per le prestazioni extra. La visita si è svolta nella sede di Fratelli d’Italia. «La prossima settimana tornerò – ha promesso – e incontrerò almeno i rappresentanti sindacali».

Prestazioni extra, numeri confermati

Riboldi ha confermato che le prestazioni extra-orario, realizzate in via sperimentale nei mesi scorsi, hanno superato quota 65.000, «quasi tutte prime visite per pazienti in attesa da mesi». Un piano che, secondo l’assessore, ha funzionato. «Ora lavoriamo per rifinanziarlo e garantire una retribuzione equa per i sanitari coinvolti».

L’attacco al centrosinistra e a Chiamparino

Ampio spazio nell’intervento anche agli attacchi politici. Riboldi ha accusato l’opposizione in Regione di «dire bugie» e di non confrontarsi sui fatti. Poi è tornato sul passato, puntando il dito contro la giunta Chiamparino: «La responsabilità delle liste d’attesa è sua. Prima del 2014 c’erano criticità limitate ad alcune specialità, poi con la delibera 1/600 sono state chiuse 130 strutture pubbliche, il 75% delle quali nel Piemonte orientale, dove è più facile tagliare senza clamore». E ha rivendicato: «Noi siamo per la sanità pubblica, loro per la privatizzazione».

La ricetta: più fondi, personale e tecnologia

Per affrontare il nodo delle liste d’attesa, Riboldi ha presentato una serie di misure che saranno implementate nei prossimi mesi: altri 10 milioni in arrivo da luglio per visite extra orario, formazione del personale per i Cup, altri sanitari dall’estero, una nuova app (da gennaio 2026) per gestire prenotazioni, referti, disdette, e percorsi dedicati alle malattie croniche. «Ma ci vorranno almeno sei anni – ha ammesso – per rimettere in piedi un sistema davvero efficiente. Non possiamo più permetterci di far aspettare mesi per una visita: sarebbe tradire lo spirito del servizio pubblico».

Case di comunità e concorsi: «Il metodo funziona»

Sul fronte delle strutture territoriali, l’assessore ha dichiarato che «solo il 10% dei cantieri per le case di comunità è fermo» e che le risorse necessarie per sbloccarli arriveranno tramite l’articolo 20. Ha poi lodato il recente concorso per 600 nuove figure professionali: «Gli infermieri che hanno partecipato sono stati 1.900. Molti già assunti a tempo determinato, che ora andremo a stabilizzare. Questo modello affidato ad Azienda Zero può essere replicato anche due volte all’anno».

Mobilità sanitaria: «Tenere i pazienti sul territorio»

Infine, Riboldi ha risposto a chi ha sollevato la questione della mobilità passiva verso la Lombardia, in particolare da Novara e provincia: «Ogni anno il Piemonte paga 170 milioni alla Lombardia per le cure dei propri residenti. Ma anche da noi ci sono eccellenze, soprattutto a Torino. E oggi anche in Lombardia i tempi d’attesa sono lunghi». Ha poi annunciato l’arrivo di un nuovo robot chirurgico all’ospedale di Vercelli: «Il Maggiore ce l’ha già. Insieme, riusciremo a trattenere almeno 10.000 pazienti che oggi si rivolgono altrove».

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore