Miasino, “finta inaugurazione” del Castello confiscato alla mafia: Libera rilancia l’allarme

Il sit-in promosso per non spegnere l'attenzione sul bene chiuso al pubblico e privo di una destinazione concreta

Una “finta inaugurazione” per riportare l’attenzione pubblica su un bene simbolo della lotta alle mafie che, però, attende da troppo tempo di essere restituito alla collettività. Domenica 15 giugno, Libera Novara e Libera Piemonte organizzano un evento simbolico al castello di Miasino, confiscato alla criminalità organizzata nel 2009 ma ancora chiuso al pubblico e privo di una destinazione concreta.

L’iniziativa, che si svolgerà prima in piazza e poi proprio davanti al cancello ancora sbarrato dell’edificio, nasce per denunciare lo stallo in cui versa il progetto di recupero e riutilizzo del bene. I lavori di ristrutturazione, annunciati negli anni scorsi, non sono mai stati completati e oggi il castello rimane inaccessibile, nonostante le grandi potenzialità come presidio culturale, sociale e civile per il territorio.

«I beni confiscati sono un patrimonio collettivo – affermano i referenti di Libera Ryan Coretta e Sarah Verzì – e devono tornare a vivere il prima possibile. Ogni giorno in più di attesa è un’occasione mancata». Un messaggio chiaro, rivolto in particolare alla Regione Piemonte e agli enti competenti, ai quali l’associazione chiede tempi certi per il completamento dei lavori e la pubblicazione di un bando pubblico e trasparente per l’assegnazione del bene, in linea con la finalità sociale prevista dalla legge.

L’evento di domenica è aperto a cittadini, associazioni, rappresentanti delle istituzioni e organi di stampa. Un’occasione per ribadire che la legalità non è solo una parola, ma un impegno quotidiano che passa anche attraverso la piena valorizzazione dei beni sottratti alle mafie.

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Miasino, “finta inaugurazione” del Castello confiscato alla mafia: Libera rilancia l’allarme

Il sit-in promosso per non spegnere l’attenzione sul bene chiuso al pubblico e privo di una destinazione concreta

Una “finta inaugurazione” per riportare l’attenzione pubblica su un bene simbolo della lotta alle mafie che, però, attende da troppo tempo di essere restituito alla collettività. Domenica 15 giugno, Libera Novara e Libera Piemonte organizzano un evento simbolico al castello di Miasino, confiscato alla criminalità organizzata nel 2009 ma ancora chiuso al pubblico e privo di una destinazione concreta.

L’iniziativa, che si svolgerà prima in piazza e poi proprio davanti al cancello ancora sbarrato dell’edificio, nasce per denunciare lo stallo in cui versa il progetto di recupero e riutilizzo del bene. I lavori di ristrutturazione, annunciati negli anni scorsi, non sono mai stati completati e oggi il castello rimane inaccessibile, nonostante le grandi potenzialità come presidio culturale, sociale e civile per il territorio.

«I beni confiscati sono un patrimonio collettivo – affermano i referenti di Libera Ryan Coretta e Sarah Verzì – e devono tornare a vivere il prima possibile. Ogni giorno in più di attesa è un’occasione mancata». Un messaggio chiaro, rivolto in particolare alla Regione Piemonte e agli enti competenti, ai quali l’associazione chiede tempi certi per il completamento dei lavori e la pubblicazione di un bando pubblico e trasparente per l’assegnazione del bene, in linea con la finalità sociale prevista dalla legge.

L’evento di domenica è aperto a cittadini, associazioni, rappresentanti delle istituzioni e organi di stampa. Un’occasione per ribadire che la legalità non è solo una parola, ma un impegno quotidiano che passa anche attraverso la piena valorizzazione dei beni sottratti alle mafie.

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