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Oleggio, Marco Grazioli è il candidato sindaco di centro sinistra. «Sanità e territorio le nostre priorità»

Il nome annunciato da Oleggio Grande. Ex assessore della giunta Ferrara ed ex segretario cittadino del Pd

Sulla scia degli ultimi scontri politici la lista civica Oleggio Grande sceglie ufficialmente il proprio candidato dell’area di centro sinistra per le prossime elezioni amministrative: si tratta di Marco Grazioli, oleggese ed ex assessore della giunta Ferrara ed ex segretario cittadino del Pd.

«Sanità e valorizzazione e tutela del territorio sono le nostre priorità che riflettono in buona sostanza quelle dei cittadini oleggesi – spiega Grazioli -. Dopo quindici anni è tempo di cambiare rotta e dare un assestamento a quelle che sono i veri bisogni della città rimasti purtroppo in sospeso per troppo tempo. Per cominciare un piano regolatore che queste amministrazioni di centrodestra non sono state in grado di portare a termine. Vorremmo evitare che arrivino anche a Oleggio le logistiche come sta succedendo in tutta la provincia e preservare così il nostro territorio così legato all’agricoltura. Un altro aspetto per noi centrale sarà quello della sanità: in tutti questi anni non sono stati in grado di portare a casa il poliambulatorio e la casa di comunità: abbiamo un piazzale pronto, ma il lavori non sono mai iniziati».

Qualche riflessione sul recente terremoto in giunta? «Mi godo lo spettacolo di queste minoranze – ad esempio i consiglieri Massimiliano Ferrari e Alessandro Bellan – che lodano le gesta di due avversari politici come l’ex vicesindaco Paola Caraglia ed ex assessore al bilancio Giuseppe Bellissimo. E’ evidente che ormai si stanno muovendo tutti in funzione di personalismi perdendo di vista la coerenza e obbiettività. Al momento noi siamo concentrati su altro: portare avanti una proposta amministrativa responsabile con una nuova squadra coesa e competente da proporre agli Oleggesi. In questo percorso abbiamo la conferma dell’appoggio di altre forze politiche e civiche esterne ad Oleggio Grande».

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Paolo Pavone

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