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Liste d’attesa, piano della Regione. Il Pd replica: «Non si riesce nemmeno a prenotare»

Previsti 75 milioni di euro di stanziamento straordinario. Ma il i consiglieri di opposizione non sono d'accordo: «Una fragilità del nostro sistema sanitario già prima della pandemia, così come l'affollamento dei pronto soccorso e la carenza di medicina territoriale»

Sì è conclusa la prima fase del piano di recupero delle liste d’attesa messo in campo dalla Regione Piemonte con uno stanziamento straordinario di 50 milioni di euro. Altri 25 milioni sono previsti per proseguire l’applicazione del piano nel 2023. I risultati sono stati presentati dal presidente della Regione Alberto Cirio, insieme al commissario di Azienda Zero Carlo Picco, al consulente strategico della Regione Pietro Presti e al presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale Alessandro Stecco. L’incontro è stato seguito a distanza anche dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi impegnato in queste ore a Roma per una serie di incontri al Ministero della Salute.

«I numeri che presentiamo ci dicono che il piano di recupero delle liste d’attesa sta funzionando grazie al lavoro di squadra delle aziende sanitarie e degli operatori pubblici, privati e dei medici di medicina generale – spiegano Cirio e Icardi -. Il sistema sanitario ha recuperato la capacità operativa pre Covid e ora siamo all’anno zero. Le liste d’attesa rappresentavano una fragilità del nostro sistema sanitario già prima della pandemia, così come l’affollamento dei pronto soccorso e la carenza di medicina territoriale, ma adesso per la prima volta queste criticità vengono affrontate con un metodo strutturato e scientifico. Nel 2023 lavoreremo per assestare i risultati del 2022 e continuare a ridurre i tempi di attesa».

I consiglieri del Pd, Domenico Rossi (che è anche vice presidente della Commissione Sanità) e Daniele Valle smentiscono i dati forniti dalla giunta: «I numeri non tengono conto dei tanti cittadini che non riescono neppure a prenotare. Di “straordinario” ci sono solo gli affari che stanno facendo i privati. Abbiamo fatto qualche ricerca e dalle segnalazioni degli utenti che in questi giorni hanno contattato il Cup Unico emerge una narrazione meno “straordinaria” di quella fornita dal presidente Cirio e dai vertici della sanità regionale». 

«Infatti, per Cirio è “straordinaria” la riduzione da 38 a 37 giorni di attesa su 25 prestazioni (un miglioramento di ben un giorno!), è “straordinario” il potenziamento del Cup, è “straordinario” aver riportato i tempi di attesa al 2019, ovvero quando governava la famigerata Giunta di centrosinistra di Chiamparino. Ma anche su questo, purtroppo, ancora una volta la fotografia è sfalsata, perché i dati fanno riferimento alle prestazioni erogate e non tengono conto dell’elevato numero di cittadini che non riescono a prenotare visite ed esami perché non trovano alcuna disponibilità o rinunciano per la troppa attesa, il che li costringe a rivolgersi alle strutture private. Di “straordinario”, in effetti, c’è il numero sempre crescente di servizi e prestazioni erogate dalla sanità privata, sia in regime privatistico, sia in regime di convenzione». 

«Insomma – concludono i consiglieri – ancora una volta siamo al piano degli “annunci”, senza mai mettere in campo le vere azioni necessarie: l’assunzione di più personale (assunzioni vere non a termine o ricorrendo ai “gettonisti”) e la realizzazione di nuovi ospedali (finora esistenti solo nella tabellina dei finanziamenti Inail ma senza alcun progetto a supporto)».

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Paolo Pavone

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