Settant’anni di Rai il 3 gennaio del 2024 che poi significa 70 anni dall’inizio delle prime trasmissioni televisive in Italia perché per molto tempo la Tv in Italia fu poi solo quella di Stato, pubblica anche se la prima Rai aveva, come molte altre aziende Iri, anche i privati presenti, sia pure in minoranza , nel capitale azionario. 

Non poteva che nascere come molte altre cose, come anche il cinema,  a Torino, come del resto l’Italia unita e indipendente stessa, e chi visita il Museo della Rai a due passi dalla Mole Antonelliana vede i tempi eroici della prima Tv quando per mesi gli operai delle prime Torri televisive vissero isolati sull’Appennino collegati con il resto del mondo da cani che portavano la posta, negli anni ‘50, il satellite era riservato ad eventi rarissimi mondiali .

La prima Rai che nacque negli studi, che oggi sono la sede del museo a Torino, aveva come direttore generale un ingegnere Filiberto Guala che io conobbi a Novara nelle vesti di monaco trappista, che nel frattempo era diventato, tenere una lezione ai giovani sull’importanza del silenzio. 

Fra i giovani autori e primi funzionari quello che sarebbe diventato lo scrittore italiano più letto nel mondo, Umberto Eco, e uno dei maggiori filosofi contemporanei del nostro Paese, Gianni Vattimo, recentemente scomparso .

Era una Tv che trasmetteva poche ore e in bianco e nero, la gente che possedeva un apparecchio Tv era pochissima, Lascia e Raddoppia, la trasmissione Tv più popolare veniva vista anche da moltissimi novaresi nei locali pubblici , ad esempio il circolo XXV Aprile in pieno centro, da poco chiuso, verrà trasformato in sala polivalente per conferenze e riunioni , era uno dei luoghi più affollati di nuovi telespettatori.

Con quella Rai, in cui muoveva i primi passi il più grande divulgatore scientifico italiano, Piero Angela allora giornalista del Tg, gli italiani hanno cominciato a parlare più in italiano che dialetto e sono diventati un popolo più unito culturalmente anche se diviso politicamente e calcisticamente, più istruito grazie anche ai corsi di alfabetizzazione del maestro Manzi e agli sceneggiati Tv tratti da grandi classici della letteratura di ogni tempo : dai Fratelli Karamazov ai Promessi Sposi passando per l’Odissea e Il Mulino del Po, a conoscere il mondo e anche la Luna quando l’uomo ci atterrò sopra per la prima volta.

La Rai ha segnato e veicolato l’avvento della società dei consumi con i suoi Caroselli ma anche permesso la celebrazione degli unici riti cattolici possibili durante la pandemia.

In genere tendevamo a dare alla Tv e quindi alla Rai la colpa di tantissimo del male della società italiana , dalla maleducazione dei giovani alla crisi della famiglia anche se ultimamente tendiamo a colpevolizzarla di meno per distribuire un po’ di colpe su telefonini e social network.

Senza la Rai non saremmo gli italiani e le italiane che siamo, nel bene e nel

male,  anche se oggi la vediamo di meno per vedere di più Tv private e Pay Tv, per cui Grazie Mamma Rai come ormai siamo abituati a chiamarla .

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Pier Luigi Tolardo

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54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Settant'anni di Rai il 3 gennaio del 2024 che poi significa 70 anni dall’inizio delle prime trasmissioni televisive in Italia perché per molto tempo la Tv in Italia fu poi solo quella di Stato, pubblica anche se la prima Rai aveva, come molte altre aziende Iri, anche i privati presenti, sia pure in minoranza , nel capitale azionario. 

Non poteva che nascere come molte altre cose, come anche il cinema,  a Torino, come del resto l’Italia unita e indipendente stessa, e chi visita il Museo della Rai a due passi dalla Mole Antonelliana vede i tempi eroici della prima Tv quando per mesi gli operai delle prime Torri televisive vissero isolati sull’Appennino collegati con il resto del mondo da cani che portavano la posta, negli anni ‘50, il satellite era riservato ad eventi rarissimi mondiali .

La prima Rai che nacque negli studi, che oggi sono la sede del museo a Torino, aveva come direttore generale un ingegnere Filiberto Guala che io conobbi a Novara nelle vesti di monaco trappista, che nel frattempo era diventato, tenere una lezione ai giovani sull’importanza del silenzio. 

Fra i giovani autori e primi funzionari quello che sarebbe diventato lo scrittore italiano più letto nel mondo, Umberto Eco, e uno dei maggiori filosofi contemporanei del nostro Paese, Gianni Vattimo, recentemente scomparso .

Era una Tv che trasmetteva poche ore e in bianco e nero, la gente che possedeva un apparecchio Tv era pochissima, Lascia e Raddoppia, la trasmissione Tv più popolare veniva vista anche da moltissimi novaresi nei locali pubblici , ad esempio il circolo XXV Aprile in pieno centro, da poco chiuso, verrà trasformato in sala polivalente per conferenze e riunioni , era uno dei luoghi più affollati di nuovi telespettatori.

Con quella Rai, in cui muoveva i primi passi il più grande divulgatore scientifico italiano, Piero Angela allora giornalista del Tg, gli italiani hanno cominciato a parlare più in italiano che dialetto e sono diventati un popolo più unito culturalmente anche se diviso politicamente e calcisticamente, più istruito grazie anche ai corsi di alfabetizzazione del maestro Manzi e agli sceneggiati Tv tratti da grandi classici della letteratura di ogni tempo : dai Fratelli Karamazov ai Promessi Sposi passando per l’Odissea e Il Mulino del Po, a conoscere il mondo e anche la Luna quando l’uomo ci atterrò sopra per la prima volta.

La Rai ha segnato e veicolato l’avvento della società dei consumi con i suoi Caroselli ma anche permesso la celebrazione degli unici riti cattolici possibili durante la pandemia.

In genere tendevamo a dare alla Tv e quindi alla Rai la colpa di tantissimo del male della società italiana , dalla maleducazione dei giovani alla crisi della famiglia anche se ultimamente tendiamo a colpevolizzarla di meno per distribuire un po’ di colpe su telefonini e social network.

Senza la Rai non saremmo gli italiani e le italiane che siamo, nel bene e nel

male,  anche se oggi la vediamo di meno per vedere di più Tv private e Pay Tv, per cui Grazie Mamma Rai come ormai siamo abituati a chiamarla .

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54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.