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L’ultimo libro di Fabio Volo, Una Vita nuova, che non è certamente Dostoevskij ma questo si sapeva, mi sembra nel complesso molto meno riuscito di altri libri di questo autore così letto.Il personaggio è all’interno della solita crisi di mezza età di un quarantenne riuscito nel lavoro ma in crisi di coppia nonostante l’unico figlio per cui ha rimandato a lungo la separazione entrando così ancora più in crisi .Quasi per uscire dal guado si rifugia nel l’infanzia e dalla sua alla giovinezza  del padre che ha sostituito le foto sue e di suo fratello in casa con quelle della Fiat Spider 850 che dovette vendere quando i bambini si fecero più grandi, un periodo di grande felicità per suo padre a cui poi la pesantezza della famiglia avrebbe tarpato le ali.Il protagonista Paolo cerca la Spider, ne trova il nuovo proprietario e la va a rincomprare in Puglia riportandola indietro con il suo grande amico Andrea, una simpatica figura di ragazzo che prende la vita come viene avendo trovato la ricetta della serenità

.In questo viaggio iniziatico se possiamo definirlo Paolo si fa mettere in discussione da Andrea e finiscono contro la sua volontà a trovare il fratello Nicola che dopo una grave malattia ha piantato una brillante attività imprenditoriale e fa il pittore in una casa di campagna e poi in una residenza per ritiri yoga , dove fa l’amore con una ragazza che ha piantato una vita mondana per aiutare gli altri a ritrovare se stessi e una dottoressa olistica, specie di guru che gli legge la vita dall’iride.Il viaggio si conclude drammaticamente: il padre verrà ricoverato per un ictus e non rivedrà più la sua amata 850 che rimarrà al figlio che intanto però avrà ritrovato la sua vita, una relazione migliore con la moglie con cui non si separerà più.

L’intento di Volo era quello, dopo altri suoi personaggi che invece di non essere più adolescenti e di diventare grandi, con le responsabilità e le soddisfazioni del caso non ne vogliono sapere, quello di un quarantenne che invece ha voluto essere “ bravo”, cioè grande e realizzato ma questo più per far contenti gli altri, un’immagine di sé da dare agli altri che per una vera armonia e qualità delle relazioni e delle emozioni .L’idea poteva essere interessante e anche il viaggio ma a me pare che ci abbia lavorato peggio che poteva con luoghi comuni e banali, troppo banali e modaioli come lo yoga e la meditazione per ritrovare se stessi e tanti dialoghi più da rivista femminile con i suoi 1000 servizi più o meno uguali su donne e uomini in crisi che riacquisirebbero se mai l’hanno avuta l’autoconsapevolezza della propria vita continuando così a vivere felici e contenti nonostante tutto e tutti.Si legge con facilità , certamente, forse troppa.Attachments area

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Pier Luigi Tolardo

Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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