Al presidente della Rai Manca che lo accusò di fare una tv nazionalpopolare rispose orgoglioso di non fare programmi tv impopolari e antitaliani.
Pippo Baudo è stato insieme a Mike Bongiorno la tv italiana, quella che dal bianconero e dal monopolio statale è passata al colore e alle tv commerciali.
Siciliano, una laurea in Legge con buoni voti, una solida cultura musicale di studi di pianoforte al conservatorio, Baudo ha presentato tutto quello che era la Tv: Canzonissima, Sanremo, Fantastico, Domenica In, Serata ed è stato spesso più che conduttore autore e produttore televisivo, contribuendo a lanciare un po’ tutti: da Lorella Cuccarini alle sotelle Carlucci, da Ether Parisi al Trio Solenghi/Marchesini/Lopez, un po’ un monopolio di fatto ma alla fine ha preferito la Rai con un processo di identificazione totale.
Nessuno, con la fine della tv generalista e il successo di Pay tv e canali satellitari e specializzati, la frantumazione dell’offerta televisiva, potrà avere l’audience e il seguito che ha avuto Pippo.
Pippo che tante volte è stato dato per candidato presidente della Regione Sicilia oppure addirittura candidato dell’Ulivo dopo Romano Prodi ma che, nonostante fosse rimasto sempre un irriducibile nostalgico della Dc, si è sempre tenuto a distanza dalla politica e dalla videocrazia, con un’imiltà che gli ha fatto onore.