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No ad Hamas ma il popolo di Gaza va aiutato 

Il Governo italiano ha deciso di sospendere i suoi contributi all’Agenzia ONU per i rifugiati palestinesi dopo che il Governo israeliano ha scoperto che più di dieci funzionari palestinesi della stessa Agenzia fanno parte di Hamas e hanno partecipato al blitz terroristico del 7 ottobre dello scorso anno in cui sono stati trucidati ferocemente centinaia di ebrei israeliani ma anche cittadini arabi israeliani, stranieri non israeliani e perfino non pochi palestinesi, fra cui anziani, donne, bambini innocenti e inermi. Un blitz che sta continuando con il sequestro, tuttora in atto, di un centinaio di ostaggi Israeliani. 

E’ una scoperta dolorosa e amara: funzionari ONU pagati per essere imparziali soccorritori umanitari che agiscono come terroristi seminando morte e dolore.

L’Italia ha sospeso gli aiuti tramite ONU e così altri Paesi come USA e Australia mentre altri come l’Irlanda vogliono continuare a finanziare l’assistenza ai palestinesi.

Una decisione anche temporanea che si può comprendere e condividere a una sola condizione: i soldi risparmiati possono essere dati alla Croce Rossa e Mezzaluna internazionale, a ong come la Caritas internazionale, e tanti altri che in questi giorni si stanno prodigando per alleviare la sofferenza che si sta protraendo da mesi del popolo della Striscia di Gaza.

Oggi Gaza distrutta quasi completamente è un immenso campo profughi per più di un milione di palestinesi, con i principali ospedali distrutti e senza scuole, senza viveri, acqua potabile, medicine per la stragrande maggioranza di loro in modo continuativo e adeguato.

Non è accettabile, moralmente e politicamente, come cristiani e come occidentali , che si possa far pagare alla popolazione di Gaza, in gran parte estranea ad Hamas e vittima del regime oppressivo della stessa , le colpe di un gruppo assolutamente minoritario di assassini , lasciarli senza aiuti , ora che ne hanno più bisogno, significa solo un deficit di umanità che non ci sarà perdonato .

Sospendere doverosamente il conflitto, rilasciare subito gli ostaggi sono cose necessarie ma continuare ad aiutare queste persone dovrebbe essere solo un dovere per un Paese civile come l’Italia.

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Pier Luigi Tolardo

Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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