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Biblioteca Negroni: una mostra dedicata alla scrittrice Marchesa Colombi

Continuano i "Giovedì letterari" in biblioteca: giovedì 31 marzo una mostra dedicata alla scrittrice, giornalista e femminista milanese

La rassegna al femminile dei “Giovedì letterari” in biblioteca si conclude giovedì 31 marzo alle ore 18 con l’inaugurazione della mostra bibliografica La Marchesa Colombi in libri e riviste con intervento di Nicole Ferreiro a colloquio con Silvia Benatti.

La Marchesa Colombi (Novara 1840 – Milano 1920) è lo pseudonimo letterario di Maria Antonietta Torriani. Sposò Eugenio Torelli Violler, fondatore e primo direttore del “Corriere della Sera”. Fu lei stessa giornalista e assidua frequentatrice degli ambienti letterari. Prediligendo tematiche care al verismo affrontate talvolta con la vena ironica tipica della linea lombarda, nella sua opera si sofferma su problematiche sollevate dalla nascente questione femminile. Tra i romanzi più noti si citano In risaia (Treves, 1878) e Un matrimonio in provincia (Galli, 1885), quest’ultimo riscoperto da Natalia Ginzburg e pubblicato per Einaudi nella collana “Centopagine” diretta da Italo Calvino. Autrice anche di numerose raccolte di novelle, tra cui Racconti di Natale (1878) o Cara speranza (1896), la marchesa Colombi scrive, inoltre, un piccolo galateo, La gente per bene (1877) e il saggio Della letteratura nell’educazione femminile (1871). Una parte della sua opera è dedicata anche alla letteratura per l’infanzia: I più cari bambini del mondo (1882), I bambini per bene a casa e a scuola (1884), I ragazzi d’una volta e i ragazzi d’adesso (1888) e Il piccolo eroe (1890).

Un matrimonio in provincia è la storia dell’educazione sentimentale di una ragazza che si fa donna si specchia nella vita di provincia di fine Ottocento. Torna attuale il capolavoro della marchesa Colombi, pseudonimo di Maria Antonietta Torriani, scrittrice al centro di una riva­lutazione internazionale: «è il suo modo di raccontare che prende, il suo piglio dimesso ma sempre concreto e corposo, con un fondo di sottile ironia: quell’ironia su se stessi che è l’essenza dello humour» secondo Italo Calvino.

In risaia è al crocevia della cultura dell’Ottocento, rivelandosi una delle prime testimonianze sul «riso amaro»: una denuncia sociale che nasce dall’introspezione psicologica e si fa letteratura. Nella storia di una ragazza e dei suoi sogni emerge un tema ancora attuale, come dimostra un prezioso testo di Carlo Emilio Gadda qui recuperato.

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