Rsa e medici di base nel mirino della Lega. Dura la replica dell’opposizione

«Le Rsa sono strutture private monitorate direttamente dai loro direttori sanitari. La Regione sta attuando dei protocolli, dando delle regole sempre più stringenti, però non dimentichiamoci che sono strutture di natura privata. La regione Piemonte si occupa in primis del sistema sanitario regionale, dei suoi 55.000 operatori che sono medici ospedalieri e infermieri ospedalieri. Alcuni medici di famiglia, sindacalizzati, oggi ci attaccano. Vogliamo dire loro, e al loro presidente, che abbiamo segnalazioni di medici di famiglia che si sono negati, che non si sono recati dai malati, che li hanno aspettati giorni e giorni, e questo certamente non ha aiutato a contenere l’epidemia. E che avrebbero già dovuto avere le protezioni necessarie, perché anche in tempi normali possono avere dei malati infettivi e quindi le protezioni bisogna averle sempre».

 

[the_ad id=”62649″]

 

Case di riposo e medici di famiglia, innanzitutto. Queste le dichiarazioni è di Alberto Preioni, capogruppo della Lega in consiglio regionale. E poi ancora un passaggio di natura politica: «Oggi siamo in guerra, c’è gente che combatte questo mostro per salvare vite umane, e invece di essere con noi in trincea le sinistre sparlano comodamente sedute dal loro divano di casa in pantofole». Secondo Preioni l’attuale situazione sanitaria sarebbe “figlia” di quella lasciata «dalla precedente guida Chiamparino – Saitta. Erano stati chiusi i laboratori di analisi, così come molti nosocomi. Noi ci siamo accorti come siano invece importanti le strutture territoriali, i nosocomi vicini alla gente, senza i quali non avremmo avuto i posti necessari per curare le persone. Loro (con una chiara allusione anche ai governi precedenti a guida Pd, ndr) gli ospedali li hanno chiusi, noi li riapriamo, cominciando da quello di Verduno appositamente per il Covid».

Parole che l’opposizione ha prontamente definito «gravi. Il centrodestra dovrebbe riconoscere i problemi e assumersi le proprie responsabilità, evitando atteggiamenti di scaricabarile ha detto il consigliere regionale del Pd, Domenico Rossi -. Visto che si sta usando la metafora della guerra, un buon generale non dovrebbe riconoscere a se stesso i meriti delle poche vittorie, scaricando sui suoi subalterni le cause delle sconfitte». Tanti per Rossi sarebbero gli argomenti dove «dovremo confrontarci a lungo e a fondo. Ecco perché man mano che il tempo passa resto convinto che sarà necessaria una Commissione straordinaria che accerti, a bocce ferme, come sono andate le cose», ricordando come l’amministrazione Chiamparino “ereditò” a sua volta «una sanità regionale in piano di rientro, l’unica del Nord, ed è riuscito insieme al lavoro della giunta e della sua maggioranza a restituire dignità al Piemonte, migliorando la gestione economica, ma soprattutto tornando a programmare e organizzare meglio i settori ospedalieri e territoriali. Una serie di azioni che hanno portato il Piemonte sul podio della griglia Lea, cosa mai avvenuta in passato, mentre una prima proposta da parte chi oggi governa non è stata quella di potenziare il territorio, ma aumentare le attività in capo ai privati».

Dura anche la replica del segretario regionale del Pd, Paolo Furia: «Sono frasi che dimostrano l’insufficienza politica e istituzionale di chi ricopre un ruolo così importante come capogruppo del principale gruppo politico di maggioranza in consiglio regionale. Se il consigliere Preioni sa di medici che si sono negati ai pazienti ha il dovere di denunciarli alle autorità competenti evitando di attaccare indistintamente tutti, visto lo sforzo fatto da molti di loro come operatori sanitari in prima linea nella battaglia per il contenimento del coronavirus. Sulle Rsa la Regione non può far finta che molte o sono pubbliche (comunali ecc) o comunque in gran parte sono convenzionate; per cui la Regione ha l’obbligo di esercitare la vigilanza nei confronti delle strutture per anziani, vista anche la situazione di forte criticità che ha colpito molte di esse con i numerosi casi positivi e i conseguenti decessi. Parole che, se non vengono smentite con decisioni, ci portano a chiedere le dimissioni del consigliere Preioni che ha dimostrato la sua totale insufficienza a ricoprire il ruolo istituzionale a cui è stato chiamato».

 

 

Condividi:

Facebook
WhatsApp
Telegram
Email
Twitter

Condividi l'articolo

© 2020-2024 La Voce di Novara - Riproduzione Riservata
Iscrizione al registro della stampa presso il Tribunale di Novara

Redazione

Redazione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

SEGUICI SUI SOCIAL

Sezioni

Condividi

SEGUICI SUI SOCIAL

Sezioni

Rsa e medici di base nel mirino della Lega. Dura la replica dell’opposizione

«Le Rsa sono strutture private monitorate direttamente dai loro direttori sanitari. La Regione sta attuando dei protocolli, dando delle regole sempre più stringenti, però non dimentichiamoci che sono strutture di natura privata. La regione Piemonte si occupa in primis del sistema sanitario regionale, dei suoi 55.000 operatori che sono medici ospedalieri e infermieri ospedalieri. Alcuni medici di famiglia, sindacalizzati, oggi ci attaccano. Vogliamo dire loro, e al loro presidente, che abbiamo segnalazioni di medici di famiglia che si sono negati, che non si sono recati dai malati, che li hanno aspettati giorni e giorni, e questo certamente non ha aiutato a contenere l’epidemia. E che avrebbero già dovuto avere le protezioni necessarie, perché anche in tempi normali possono avere dei malati infettivi e quindi le protezioni bisogna averle sempre».   [the_ad id="62649"]   Case di riposo e medici di famiglia, innanzitutto. Queste le dichiarazioni è di Alberto Preioni, capogruppo della Lega in consiglio regionale. E poi ancora un passaggio di natura politica: «Oggi siamo in guerra, c’è gente che combatte questo mostro per salvare vite umane, e invece di essere con noi in trincea le sinistre sparlano comodamente sedute dal loro divano di casa in pantofole». Secondo Preioni l'attuale situazione sanitaria sarebbe “figlia” di quella lasciata «dalla precedente guida Chiamparino - Saitta. Erano stati chiusi i laboratori di analisi, così come molti nosocomi. Noi ci siamo accorti come siano invece importanti le strutture territoriali, i nosocomi vicini alla gente, senza i quali non avremmo avuto i posti necessari per curare le persone. Loro (con una chiara allusione anche ai governi precedenti a guida Pd, ndr) gli ospedali li hanno chiusi, noi li riapriamo, cominciando da quello di Verduno appositamente per il Covid». Parole che l'opposizione ha prontamente definito «gravi. Il centrodestra dovrebbe riconoscere i problemi e assumersi le proprie responsabilità, evitando atteggiamenti di scaricabarile ha detto il consigliere regionale del Pd, Domenico Rossi -. Visto che si sta usando la metafora della guerra, un buon generale non dovrebbe riconoscere a se stesso i meriti delle poche vittorie, scaricando sui suoi subalterni le cause delle sconfitte». Tanti per Rossi sarebbero gli argomenti dove «dovremo confrontarci a lungo e a fondo. Ecco perché man mano che il tempo passa resto convinto che sarà necessaria una Commissione straordinaria che accerti, a bocce ferme, come sono andate le cose», ricordando come l’amministrazione Chiamparino “ereditò” a sua volta «una sanità regionale in piano di rientro, l’unica del Nord, ed è riuscito insieme al lavoro della giunta e della sua maggioranza a restituire dignità al Piemonte, migliorando la gestione economica, ma soprattutto tornando a programmare e organizzare meglio i settori ospedalieri e territoriali. Una serie di azioni che hanno portato il Piemonte sul podio della griglia Lea, cosa mai avvenuta in passato, mentre una prima proposta da parte chi oggi governa non è stata quella di potenziare il territorio, ma aumentare le attività in capo ai privati». Dura anche la replica del segretario regionale del Pd, Paolo Furia: «Sono frasi che dimostrano l’insufficienza politica e istituzionale di chi ricopre un ruolo così importante come capogruppo del principale gruppo politico di maggioranza in consiglio regionale. Se il consigliere Preioni sa di medici che si sono negati ai pazienti ha il dovere di denunciarli alle autorità competenti evitando di attaccare indistintamente tutti, visto lo sforzo fatto da molti di loro come operatori sanitari in prima linea nella battaglia per il contenimento del coronavirus. Sulle Rsa la Regione non può far finta che molte o sono pubbliche (comunali ecc) o comunque in gran parte sono convenzionate; per cui la Regione ha l’obbligo di esercitare la vigilanza nei confronti delle strutture per anziani, vista anche la situazione di forte criticità che ha colpito molte di esse con i numerosi casi positivi e i conseguenti decessi. Parole che, se non vengono smentite con decisioni, ci portano a chiedere le dimissioni del consigliere Preioni che ha dimostrato la sua totale insufficienza a ricoprire il ruolo istituzionale a cui è stato chiamato».    

© 2020-2024 La Voce di Novara
Riproduzione Riservata