Nuovo rinvio sul caso Chiarelli: la Giunta per le elezioni attende il Tar, ma la battaglia è tutta politica

Nuovo capitolo nella vicenda che vede coinvolta l’assessora regionale Marina Chiarelli, al centro di una controversia tanto giudiziaria quanto politica. Ieri mattina, la Giunta per le elezioni, riunitasi per la seconda volta sul caso, ha deciso all’unanimità di sospendere ogni decisione e attendere il giudizio del Tar sul ricorso presentato dalla stessa Chiarelli che impugna la scelta del Collegio regionale di garanzia della Corte d’Appello di Torino, il quale ha bocciato il suo rendiconto elettorale a causa di un finanziamento giudicato illegittimo.

Al centro della disputa, il noto contributo da 3.000 euro versato alla campagna elettorale di Chiarelli dalla cooperativa sociale Silvabella: soggetto che, secondo la normativa vigente, non può finanziare partiti né candidati. A rendere la vicenda ancora più delicata, il fatto che proprio la cooperativa in questione aveva successivamente ricevuto l’incarico per la gestione della piscina comunale di via Solferino. È stato il Partito Democratico novarese a segnalare l’anomalia alla Procura, sollevando dubbi sull’intera operazione.

Il caso ha avuto uno sviluppo contraddittorio: inizialmente, il Collegio aveva approvato il rendiconto elettorale di Chiarelli, salvo poi bocciarlo 180 giorni dopo. Ed è proprio su questo cambio di rotta che si basa il ricorso dell’assessora: i tempi lunghi e le modalità del ripensamento per i quali Chiarelli chiede l’annullamento del provvedimento.

Nel frattempo, la Giunta per le elezioni ha scelto la strada dell’attesa. Se nella precedente riunione era stato il presidente, il dem Alberto Avetta, a proporre di sospendere l’istruttoria in attesa del Tar, ieri è toccato a Fratelli d’Italia formalizzare la richiesta. Una proposta, stavolta, accolta all’unanimità.

Ma la vicenda non si gioca solo nelle aule dei tribunali. Anzi, il fronte politico si fa ogni giorno più acceso. L’assessora Chiarelli, da parte sua, continua a mantenere un rigoroso silenzio, limitandosi a dire di avere fiducia nelle istituzioni e che parlerà solo a vicenda conclusa. Un atteggiamento prudente, ma che lascia spazio a letture e interpretazioni.

Più eloquente, invece, è il silenzio del suo partito e dei vertici regionali di Fratelli d’Italia, che non la difendono apertamente, mentre continuano le manovre interne. L’impressione diffusa è che la mozione di ieri – già avanzata una settimana fa e allora respinta – sia stata rilanciata più per tenere Chiarelli sotto pressione che per spirito garantista.

E in effetti, anche in caso di archiviazione giudiziaria, la vicenda potrebbe non concludersi. La decadenza dal ruolo di assessore è prevista solo in presenza di rendicontazioni false o superiori al doppio della spesa consentita. Ma se Chiarelli dovesse essere rimossa dal suo incarico in giunta, tornerebbe comunque in consiglio, subentrando a Gianluca Godio, che attualmente la sostituisce proprio in virtù della sua nomina ad assessora.

In attesa che il Tar si pronunci, il procedimento resta congelato. Ma il messaggio lanciato dai Fratelli d’Italia non lascia spazio a dubbi: la partita è ancora tutta politica. E Chiarelli, che sembra sempre più isolata nel suo stesso campo, si trova ora più in bilico che mai.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Nuovo rinvio sul caso Chiarelli: la Giunta per le elezioni attende il Tar, ma la battaglia è tutta politica

Nuovo capitolo nella vicenda che vede coinvolta l’assessora regionale Marina Chiarelli, al centro di una controversia tanto giudiziaria quanto politica. Ieri mattina, la Giunta per le elezioni, riunitasi per la seconda volta sul caso, ha deciso all’unanimità di sospendere ogni decisione e attendere il giudizio del Tar sul ricorso presentato dalla stessa Chiarelli che impugna la scelta del Collegio regionale di garanzia della Corte d’Appello di Torino, il quale ha bocciato il suo rendiconto elettorale a causa di un finanziamento giudicato illegittimo.

Al centro della disputa, il noto contributo da 3.000 euro versato alla campagna elettorale di Chiarelli dalla cooperativa sociale Silvabella: soggetto che, secondo la normativa vigente, non può finanziare partiti né candidati. A rendere la vicenda ancora più delicata, il fatto che proprio la cooperativa in questione aveva successivamente ricevuto l’incarico per la gestione della piscina comunale di via Solferino. È stato il Partito Democratico novarese a segnalare l’anomalia alla Procura, sollevando dubbi sull’intera operazione.

Il caso ha avuto uno sviluppo contraddittorio: inizialmente, il Collegio aveva approvato il rendiconto elettorale di Chiarelli, salvo poi bocciarlo 180 giorni dopo. Ed è proprio su questo cambio di rotta che si basa il ricorso dell’assessora: i tempi lunghi e le modalità del ripensamento per i quali Chiarelli chiede l’annullamento del provvedimento.

Nel frattempo, la Giunta per le elezioni ha scelto la strada dell’attesa. Se nella precedente riunione era stato il presidente, il dem Alberto Avetta, a proporre di sospendere l’istruttoria in attesa del Tar, ieri è toccato a Fratelli d’Italia formalizzare la richiesta. Una proposta, stavolta, accolta all’unanimità.

Ma la vicenda non si gioca solo nelle aule dei tribunali. Anzi, il fronte politico si fa ogni giorno più acceso. L’assessora Chiarelli, da parte sua, continua a mantenere un rigoroso silenzio, limitandosi a dire di avere fiducia nelle istituzioni e che parlerà solo a vicenda conclusa. Un atteggiamento prudente, ma che lascia spazio a letture e interpretazioni.

Più eloquente, invece, è il silenzio del suo partito e dei vertici regionali di Fratelli d’Italia, che non la difendono apertamente, mentre continuano le manovre interne. L’impressione diffusa è che la mozione di ieri – già avanzata una settimana fa e allora respinta – sia stata rilanciata più per tenere Chiarelli sotto pressione che per spirito garantista.

E in effetti, anche in caso di archiviazione giudiziaria, la vicenda potrebbe non concludersi. La decadenza dal ruolo di assessore è prevista solo in presenza di rendicontazioni false o superiori al doppio della spesa consentita. Ma se Chiarelli dovesse essere rimossa dal suo incarico in giunta, tornerebbe comunque in consiglio, subentrando a Gianluca Godio, che attualmente la sostituisce proprio in virtù della sua nomina ad assessora.

In attesa che il Tar si pronunci, il procedimento resta congelato. Ma il messaggio lanciato dai Fratelli d’Italia non lascia spazio a dubbi: la partita è ancora tutta politica. E Chiarelli, che sembra sempre più isolata nel suo stesso campo, si trova ora più in bilico che mai.

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore