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Nuovo ospedale nel 2028 se il bando va a buon fine

Ottimismo dopo la pubblicazione presentata lunedì: se partecipato aggiudicazione per Natale e cantiere a primavera, poi quattro anni di lavori. Nelle aree dismesse ipotesi di spazi universitari e per sanità di base

Fra cinque anni, nel 2028, Novara potrebbe vedere l’inaugurazione del nuovo ospedale: la Città della Salute e della Scienza che sorgerà nell’attuale area di piazza d’Armi con 711 posti letto di cui 74 di terapia intensiva, 26 sale operatorie e 100 ambulatori; oltre ad un edificio dedicato alla parte universitaria. 

Quindi, appena fatto il trasloco («in altre strutture è avvenuto in una sola settimana») potrebbe partire la riconversione della parte storica dismessa: in centro città Università nell’area storica vincolata e strutture sanitarie territoriali o post-acuzie in altri edifici già predisposti, secondo quanto emergerà da un percorso che il Comune ha già avviato per ascoltare tutti i portatori di interessi. Analogamente anche l’ex San Rocco di Galliate potrebbe mantenere una vocazione sanitaria.

Tempistica e ipotesi future che sono emerse questo lunedì pomeriggio al termine della conferenza stampa di presentazione della pubblicazione del nuovo bando di gara, segnata dall’ottimismo per questo passaggio chiave, che mette un punto fermo ad un iter complesso e contrastato, avviato nel 2004.

NUOVO BANDO, «UN LAVORO DI SQUADRA»

«Il nuovo bando è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale europea il 24 febbraio – ha spiegato il direttore generale dell’Aou, Gianfranco Zulian – e prevede la presentazione di offerte entro il 5 agosto, subito da sottoporre alla nostra Commissione valutatrice. A differenza del precedente bando, che andò deserto, l’importo è stato aumentato da 320 a 419 milioni di euro e speriamo che non manchino imprese che siano interessate alla costruzione e alla gestione per almeno 17 anni».

Il finanziamento dell’opera prevede la partecipazione fra pubblico (che assume interamente l’aumento per uno stanziamento complessivo di quasi 200 milioni) e privato (a cui si mantiene la quota di circa 220 milioni) con la novità sostanziale che il nuovo bando vede l’unificazione della presentazione dell’offerta e del progetto, per accorciare i tempi.

«Mi auguro – ha affermato l’assessore regionale alla sanità Luigi Genesio Icardi – che il regalo di Natale della Commissione dell’Aou sia l’aggiudicazione dell’opera ad un’azienda!». Icardi, sintetizzando il sentiment di tutti i presenti ha poi sottolineato: «Costruire un ospedale non è di destra o di sinistra, in questo cammino abbiamo avuto appoggio anche dall’opposizione e avanzato varie sollecitazioni ai diversi governi secondo le affinità. Un’operazione di concerto che sta portando i suoi frutti», ha detto ringraziando tutti gli amministratori locali, compreso Mimmo Rossi del Pd.

Ha anche ricordato le difficoltà, soprattutto con il blocco della procedura al Ministero quando, primo Governo Conte, «l’allora ministro Grillo ci disse di dimenticare la partnership pubblico-privato. Chiedemmo disponibilità a nuovi finanziamenti ma poi il governo cadde. Il nuovo ministro Speranza si dimostrò disponibile e l’iter poté ripartire». Ma poi vi fu il bando andato deserto. «Nel 2020 al primo bando parteciparono 7 imprese ma a settembre 2021 nessuna presentò un progetto a causa dell’aumento delle materie prima. Da lì il nuovo lavoro per integrare il valore di mercato fino ad arrivare alla sottoscrizione dell’accordo di programma lo scorso novembre, che ha portato al nuovo bando».

L’intervento in video di Cirio alla conferenza stampa

«Abbiamo superato una serie di difficoltà tipiche del nostro Paese – è intervenuto il presidente regionale Alberto Cirio in video collegamento – tra pandemia, rincaro dei prezzi, burocrazia italiana e ora balzo dei costi energetici a dimostrazione che è complicato e complesso oggi fare opere pubbliche. Questa struttura a Novara realizza uno dei due punti fondamentali per le nuove strutture ospedaliere del Piemonte, accanto a Torino». Quindi ha proposto un paragone ciclistico: «Abbiamo vinto il Gran premio della montagna, ma ora dobbiamo andare a tagliare il traguardo e possiamo farlo lavorando come squadra, stando attenti che non ci siano nuove complicazioni! Sarò tranquillo quando vedrò la posa dell’ultima pietra!».

CANELLI OTTIMISTA: «RILANCIO DEL TERRITORIO»

Per il sindaco Alessandro Canelli «il risultato è venuto per l’ostinazione di tutti, su ogni fronte politico, nella scelta del partenariato pubblico/privato che non sarebbe stato possibile cambiare senza tornare all’inizio dell’iter». Si è detto ottimista sull’appetibilità del bando perché oggi «ci sono un terzo in più di risorse e il quadro economico è sì di rialzo dei tassi ma anche il costo dei materiali non è più in salita». Per Canelli si tratta di un’opera «che avvantaggia l’intero Piemonte, visto che oggi l’ospedale spende milioni ogni anno per le manutenzioni della vecchia struttura e che il nuovo potrà contrastare la migrazione sanitaria, richiamare le migliori competenze, favorire ulteriori progetti di ricerca e attrarre nuove filiere industriali: un’occasione straordinaria di rilancio territoriale».

Anche il rettore dell’Università del Piemonte Orientale, Giancarlo Avanzi, ha insistito sulla «determinazione per una causa giusta che ci ha unito, perché di quest’opera noi abbiamo bisogno anche a fini didattici, per dare finalmente spazio alla Scuola di Medicina, che li aspetta dal 1998».

Infine, con cautela ma anche ottimismo, lo sguardo al futuro delineato da Zulian: «Dal 6 agosto sarà al lavoro la Commissione e se troverà un progetto valido per Natale si potrà passare all’aggiudicazione. Quindi qualche mese di tempi tecnici e, a primavera 2024, potrà essere avviato il cantiere. Noi seguiremo costantemente tutto da vicino anche lungo i quattro anni di costruzione. Un tempo previsto che potrebbe essere inferiore perché il costruttore sarà incentivato a chiudere tempestivamente».

I LAVORI, STEP DOPO STEP

I lavori procederanno per lotti successivi, ha spiegato il Responsabile unico del procedimento (Rup), l’architetto Claudio Tambornino, «dall’installazione del cantiere, alla bonifica dell’area e alla geoprogettazione delle fondazioni. Poi in quattro anni la costruzione dei due edifici per terminare con gli spazi interni e le finiture, avendo individuato spazi consoni alle diverse funzioni. Ciò consentirà di acquisire arredi e strumenti alla fine, così che siano i più moderni».

E Icardi ha concluso: «I fondi per queste attrezzature sono già stati definiti».

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Antonio Maio

Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.

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