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Il rapper Traffik condannato a 3 anni per i maltrattamenti alla fidanzata

Gianmarco Fagà, 27 anni, molto noto fra le nuove generazioni, dovrà scontare una condanna definitiva di 3 anni di reclusione per maltrattamenti in famiglia e violazione di domicilio

Già sottoposto alla sorveglianza per fatti di rapina (misura che aveva quindi violato), il noto trapper romano era stato fermato a Novara mentre cercava di contattare la fidanzata: partito dalla capitale pagando un driver era stato bloccato una prima volta in città, e uscendo dalla caserma aveva anche postato un video in cui derideva i carabinieri; poi era andato a casa della fidanzata, una influencer di Romentino, finendo nuovamente nei guai visto che la giovane aveva parlato di un trascorso di vessazioni, in cui lui era solito alzare le mani.

Per questi fatti, accaduti nell’ottobre del 2020, il musicista Traffik, vero nome Gianmarco Fagà, 27 anni, molto noto fra le nuove generazioni, dovrà scontare una condanna definitiva di 3 anni di reclusione per maltrattamenti in famiglia e violazione di domicilio. La Corte di Cassazione, l’altro giorno, ha respinto l’ultimo ricorso della difesa confermando quindi la sentenza emessa dal tribunale di Novara nel 2021, 3 anni e 2 mesi, ridotta leggermente in appello. Il legale del cantante ha sempre sostenuto che non esistesse il reato di maltrattamenti, tenuto contro che i due avevano convissuto per pochissime tempo e neanche a Novara ma a Roma e Milano

Il trapper è stato arrestato ben due volte a Novara. La prima nel 2019, quando, dopo la rapina ai danni di alcuni fan a Roma, passava in Piemonte per andare a un concerto in Svizzera. La seconda, invece, quella del 14 ottobre 2020 per l’incursione dalla ex. Nell’ascoltare la famiglia della influencer era emersa una situazione di violenze, confermate in aula dalla vittima: «Ci siamo conosciuti su Instagram. All’inizio tutto bene, poi durante la convivenza ha iniziato ad alzare le mani. Mi colpiva più volte e spaccava tutto, sembrava impazzito. Prendeva psicofarmaci e ansiolitici cercando lo “sballo”». La madre della giovane ha fatto presente che non guardava positivamente a quella relazione: «Lui era appena uscito dal carcere. Dopo un po’ sono cominciati spintoni, schiaffi: mia figlia mi diceva che la picchiava e la minacciava». Quel giorno, «non sembrava molto in se. Ha suonato il campanello, era esagitato, urlava. picchiando pugni e calci sulla porta».

Fra l’altro Traffik, tornato di recente in carcere perché assieme a un collega, lo scorso agosto in Brianza, ha derubato un nigeriano della bicicletta a breve comparirà di nuovo in tribunale a Novara per rispondere di diffamazione all’Arma: oggetto del processo proprio quel video in cui, uscendo dalla caserma quel 14 ottobre, sbeffeggiava i carabinieri con una stories sui social in cui diceva: «Novara City, che figa, ragazzi. A parte i carabinieri che fanno i “ciucciotti”».

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