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È emergenza idrica, ma a Novara e Verbania l’acquedotto ha perdite record

A Novara la rete perde quasi un terzo dell'acqua immessa, a Verbania oltre la metà. Le due città sono ben sopra la media piemontese e del Nord Italia. Luglio si apre con 80 comuni gestiti da Acqua Novara.VCO a vari livelli di emergenza, di cui 7 in condizioni critiche

È piena emergenza idrica in gran parte del territorio novarese e del Vco (sono interessati a vari livelli 80 dei 140 comuni gestiti da Acqua Novara.VCO) mentre i due capoluoghi provinciali risultano in Piemonte tra quelli con le maggiori perdite nelle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile: quasi un terzo dell’erogazione si perde a Novara, più della metà a Verbania.

A mostrarlo sono i dati diffusi dall’Istat in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, celebrata il 22 marzo scorso, e si riferiscono al 2020. In quell’anno Novara ha perso il 32,5% dell’acqua immessa nell’acquedotto (che la colloca fra le città che sprecano da 40 a 59 metri cubi d’acqua al giorno per chilometro di rete) e Verbania addirittura il 53,7% di acqua immessa e perduta, ovvero tra 60 e 99 metri cubi giornalieri ogni km di rete. In Piemonte peggio di Novara fa Alessandria (35,8% di acqua perduta) ma fanno meglio tutti gli altri capoluoghi: Cuneo 31,7%, Torino 26,7%, Asti 24%, Vercelli 21%, e Biella addirittura 12,8%. Queste ultime tre sono nella fascia delle meno “sprecone” con una perdita di acqua inferiore ai 14 metri cubi per chilometro di acquedotto.

Una condizione, quella dei due capoluoghi del territorio, che negli ultimi anni va peggiorando: sempre secondo dati Istat, nel 2013 Novara perdeva il 21% di acqua, nel 2014 e 2015 il valore è attorno al 25%, nel 2016 al 26,9% e nel 2018 al 28,1%. Si deve andare al 2012 per un dato maggiore dell’ultimo rilevato (35,3%). Verbania è invece passata dal 35,3% di dieci anni fa al 51,1% del 2018 prima del record nel 2020.

Per un confronto si consideri che la media dei capoluoghi del Nord Italia (anno 2018) è del 27,9% di acqua persa, al Centro del 41% e al Sud del 48,7%. Secondo l’ultima rilevazione le città più virtuose sono Macerata (9,8%), Pavia (11,8%) e Como (12,2%), poi Biella e Milano (13,5%), mentre in fondo alla classifica si trovano Belluno (68,1%), Latina (70,1%) e Chieti (71,7%). In più di un capoluogo su tre si registrano perdite totali superiori al 45%.

L’Istat sottolinea come in Italia “va perduto oltre un terzo dell’acqua immessa nella rete di distribuzione”. Ciò significa che nel 2020 “sono andati persi 41 metri cubi al giorno per km di rete nei capoluoghi di provincia, il 36,2% dell’acqua immessa”. Meglio comunque del 2018 quando le perdite idriche erano del 42%.

PIU’ MINERALE, IL 25% NON SI FIDA DELL’ACQUA POTABILE

Nel report si evidenzia anche come, lo scorso anno, “l’86% delle famiglie italiane si è dichiarato soddisfatto del servizio idrico, mentre il 65,9% delle persone di 14 anni e più è attento a non sprecare acqua”. Tuttavia il 28,5% di famiglie affermano di non fidarsi a bere l’acqua del rubinetto, dato in discesa dal 29,9% del 2016. In Piemonte i soddisfatti dell’acquedotto sono ben il 93% (di cui il 27,4% “molto soddisfatti”) mentre le famiglie che non si fidano a bere dal rubinetto sono il 24,8%. Parallelamente l’Istat annota che continua ad incrementarsi l’estrazione di acque minerali (regioni leader sono Lombardia e Piemonte, rispettivamente con circa 3,8 e 3,3 milioni di metri cubi nel 2020) ed è in aumento la spesa media mensile familiare per il loro acquisto: 12,56 euro nel 2020 contro i 10,75 euro di quattro anni prima.

CONSUMO PRO CAPITE: NOVARA SOPRA MEDIA

Dal report dell’Istat si vede anche che Novara è la città piemontese (dopo Torino) ad avere la maggior erogazione di acqua a persona: 243 litri al giorno, seguita da Verbania (239), Cuneo (237), Alessandria (217), Vercelli (206), Asti e Biella (195). Il capoluogo regionale supera tutti: 279 litri a persona al giorno, quando la media del Nord Italia è 267 (dato 2018) e quella italiana è 236. L’Istat sottolinea infine che (dati 2018) nelle città maggiori c’è maggior erogazione pro capite: 245 litri a persona nelle città sopra i 120mila abitanti, 219 in quelle fra 65mila e 120mila e 211 in quelle minori (dati 2018).

Da dove arriva l’acqua? In Piemonte nel 2018 sono stati prelevati 650,4 milioni di metri cubi di acqua (pari a 408 litri a persona al giorno) di cui il 61,7% da pozzi, il 25,4% da sorgenti, il 6,7% da corsi d’acqua superficiali e il 6,1% da bacini artificiali; non risultano prelievi da laghi naturali (come avviene soprattutto in Lombardia) né, ovviamente, da acque marine.

L’EMERGENZA NEL NOVARESE E NEL VCO

Nei nostri territori Acqua Novara.VCO gestisce il servizio idrico integrato in 140 Comuni per un totale di circa 450mila abitanti. In emergenza idrica risultano 80 centri (dato aggiornato al 1° luglio), di cui 46 nel Vco e 34 nel Novarese, tutti nell’alta Provincia.

I Comuni e le fasce di emergenza idrica (cartina diffusa da Acqua Novara.VCO Spa)

In condizioni più critiche i centri della cosiddetta “fascia1” (in rosso nella cartina), che prevede interventi in corso con autobotti o chiusure notturne o ordinanze di non potabilità. Sono 7: Baveno, Brovello Carpugnino, Cambiasca, Germagno, Piedimulera, San Bernardino Verbano, Vignone.

In “fascia 2” (gialla) ci sono 39 comuni definiti ad elevato rischio a breve di ricadere in “fascia 1” (tra questi città come Arona, Castelletto Ticino, Omegna, Stresa e Gravellona Toce) e infine 35 comuni sono in allerta perché vi si si osservano importanti abbassamenti delle falde acquifere o delle portate provenienti dalle sorgenti: appartengono alla “fascia 3” (verde) e tra loro vi sono Verbania, Borgomanero, Oleggio e Gattico-Veruno.

In tempi di normalità Acqua Novara.VCO distribuisce ogni anno 37 miliardi di litri d’acqua potabile  (con una rete idrica di quasi 3400 chilometri) approvvigionandosi da 344 sorgenti, 34 derivazioni di torrenti e laghi e 254 pozzi trivellati. La continuità del servizio è assicurata da 466 serbatoi, con un volume di accumulo di oltre 57 milioni di litri.

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Antonio Maio

Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.

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