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Da Novara parte un innovativo studio per la cura dei pazienti con vasculopatie

Primo firmatario dello studio è di Giuseppe Patti, direttore della cattedra di Cardiologia dell'Università Piemonte Orientale e direttore del Dipartimento toraco-cardio-vascolare dell'ospedale Maggiore

Arriva dai cardiologi piemontesi la proposta, prima in Italia, di utilizzo di farmaci ipolipemizzanti e antitrombotici nella cura dei pazienti con Pad, vasculopatia delle arterie periferiche e in particolare degli arti e del collo. Si tratta di un importante cambiamento nell’approccio terapeutico di una malattia ancora poco conosciuta e spesso sottovalutata, che è stato pubblicato in un recente studio su GIC, Giornale italiano di Cardiologia.

Primo firmatario dello studio è di Giuseppe Patti, direttore della cattedra di Cardiologia dell’Università Piemonte Orientale e direttore del Dipartimento toraco-cardio-vascolare dell’ospedale Maggiore.

La novità verrà presentata per la prima volta durante Change in Cardiology 3.0, il congresso che riunisce i principali rappresentanti della Cardiologia a livello nazionale e internazionale, a Torino Lingotto da giovedì 30 marzo a sabato 1 aprile.

«Il nuovo approccio farmacologico – spiega Patti – è il cuore del percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale per la PAD del Piemonte, unico in Italia e che potrebbe essere esportato in altre regioni. La Campania ha già dimostrato particolare attenzione al problema, formulando una propria ipotesi di percorso, che oggi la proposta piemontese integra con l’utilizzo dei farmaci antitrombotici e ipolipemizzanti».

La tre giorni a Lingotto vedrà la presentazione di live cases dalle sale di cardiologia invasiva (emodinamica ed elettrofisiologia), oltre che dall’Ospedale Mauriziano di Torino e dall’Ospedale degli Infermi di Rivoli, per la prima volta anche dall’ospedale Maggiore di Novara, dall’ospedale Niguarda di Milano, dal Policlinico San Martino di Genova, dagli Ospedali Civili di Brescia e dalla Cardiologia Universitaria di Verona. 

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