Covid, situazione critica in Piemonte. Ieri, 3 novembre, si è registrato l’ennesimo record di contagi (3.169, il 58% in più del giorno prima) e la peggior percentuale italiana di tamponi positivi su tamponi fatti: il 25% contro il 21% in Lombardia e la media nazionale a 15,5%. Non solo: ieri in Piemonte anche record (dall’estate) di ricoveri ospedalieri per Covid (3.379 cioè il 60,6% dei 5.580 posti letto disponibili), di pazienti in terapia intensiva (213 cioè il 58% dei 367 posti dichiarati ad oggi disponibili) e di decessi (29). Rispetto alla popolazione il numero dei ricoveri (77,6 per 100mila abitanti) è secondo solo a quello della Valle d’Aosta e più che doppio della media nazionale.
Inoltre l’indice di trasmissione dei contagi, il famoso “Rt” ha superato quota 2 (dovrebbe essere inferiore a 1 per indicare un rallentamento dell’epidemia): l’ultimo monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità sulla settimana 19-25 ottobre lo indica a 2,16.
Il quadro dei nuovi positivi al coronavirus negli ultimi sette giorni (dato meno legato agli sbalzi quotidiani di rilevazione dei dati) dà egualmente una rappresentazione fortemente preoccupante: l’incidenza è a 418,1 casi positivi ogni 100mila abitanti con i contagi concentrati su Torino (482,8) mentre Novara (305,1), Vco (296,8) e Vercelli (296,7) sono in coda. Per un confronto: l’incidenza media in Italia è 323,2 e peggio del Piemonte sono solo Lombardia (531,4 con Milano a 690), Valle d’Aosta (688,3) e Toscana (421). La media giornaliera di nuovi contagi negli ultimi sette giorni è di 2.602 in Piemonte (1.558 a Torino, 161 a Novara), dato più che raddoppiato in 12 giorni.
Più allarmanti – sempre considerando la media giornaliera degli ultimi sette giorni – i dati su decessi e ricoveri: i morti in Piemonte sono saliti a 23 al giorno (a Novara 4) che è un dato più che raddoppiato in sette giorni (il 27 ottobre 11 decessi), mentre i ricoveri ospedalieri risultano mediamente 2.740 (erano poco più della metà, 1.381, il 26 ottobre). Come detto, ieri 213 pazienti in terapia intensiva, anche qui più che raddoppiati dai 102 del 26 ottobre.
Numeri in costante crescita che hanno già da giorni suscitato l’allarme dei medici. «La seconda ondata della pandemia di Sars-Cov 2 si sta rivelando peggiore della prima» e «la situazione piemontese è tra le più problematiche a livello nazionale. La crescita esponenziale dei casi nelle ultime settimane ne è palese ed inconfutabile dimostrazione», scriveva il 30 ottobre Chiara Rivetto, segretaria di Anaao Assomed Piemonte in una lettera al presidente Cirio e al ministro Speranza, invocando il lockdown. Ancora ieri l’associazione dei medici ospedalieri aggiungeva: «Negli ospedali si sta ragionando quali spazi usare per ricoverare: tra pochi giorni metteremo barelle nelle mense, nei corridoi, nelle sale congresso. Di questo passo non riusciremo a curare i pazienti Covid, ma neanche tutti gli altri».
E oggi Gabriele Gallone, dell’esecutivo nazionale Anaao, è drastico: «In Piemonte chiudere tutto: a breve non sapremo dove ricoverare, perchè non ci saranno più posti».
Toni preoccupati anche dall’assessore regionale alla sanità, Luigi Icardi, che in Consiglio Regionale ieri ha affermato: «Sulla base delle curve di contagio e delle proiezioni a sette giorni, in Piemonte emerge che ogni 100 sintomatici in più si devono attendere entro pochi giorni 16 ricoveri ordinari, e ogni 100 ricoveri ordinari ce ne sono 16 in terapia intensiva».