Claudia Cominoli

Strozzini, cravattari, scortichini

Nel mondo di Dante è considerato un peccato prestare denaro a interesse, una delle forme più gravi di violenza perché esercitata contro Dio: gli usurai

In questo mondo di ladri

Sabato Santo del 1300, verso le 11 di mattina. Ottavo cerchio, settima bolgia. Dei serpenti strisciano continuamente tra i dannati indifesi, li mordono o ne

Molto pulp, pure troppo

Dante è pulp prima che il pulp fosse inventato. Prima di Hammett e Tarantino, se ci limitiamo al crudo realismo del racconto e a certe

Il veltro è morto e sepolto (a Pisa)

Il valore morale e alcuni elementi narrativi che caratterizzano l’intero poema sono già presenti in tutta la loro importanza nell’incipit dell’Inferno, attraverso l’allegoria profetica del

Odio gli indifferenti

Dante avrebbe certo approvato le considerazioni di Antonio Gramsci esposte su “La città futura” nel febbraio 1917: “Odio gli indifferenti. Vivere significa partecipare. Chi vive

La prudenza non è mai troppa

Conviensi adunque esser prudente, cioè savio; e a ciò essere si richiede buona memoria delle vedute cose, e buona conoscenza delle presenti, e buona provvidenza

Arrivano i mostri

“Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate”. Incise sulla porta dell’inferno, queste parole trasmettono subito angoscia a Dante. Neanche il tempo di riprendersi, che vede una folla di

Gli innamorati e un libro

L’amore e i libri hanno segnato la vita di Dante: l’amore per Firenze e le donne, la passione viscerale per la politica, il desiderio di

Ahi Pisa, vituperio de le genti

Esistono inimicizie mai sopite e divenute proverbiali tra le città toscane, tanto che dalle parti di Lucca e Livorno dicono che “E’ meglio un morto

Claudia Cominoli

Strozzini, cravattari, scortichini

Nel mondo di Dante è considerato un peccato prestare denaro a interesse, una delle forme più gravi di violenza perché esercitata contro Dio: gli usurai infatti, non pervertono solo la volontà, la prerogativa che distingue l’uomo dall’animale, ma anche l’ordine delle cose voluto da Dio che ci impone di trarre

Quando sedurre è una frustata all’anima delle donne

La volgare scompostezza della prostituta Taide e gli occhi bassi del podestà Venedico Caccianemico restituiscono al lettore dell’Inferno la sensazione di umiliante vergogna e meschinità connaturate alla colpa e ai dannati delle prime due bolge dell’ottavo cerchio: ruffiani, seduttori e adulatori hanno in vita soddisfatto le voglie altrui e le

In questo mondo di ladri

Sabato Santo del 1300, verso le 11 di mattina. Ottavo cerchio, settima bolgia. Dei serpenti strisciano continuamente tra i dannati indifesi, li mordono o ne tengono avvinte le braccia e talvolta si fondono con loro in una raccapricciante metamorfosi uomo – rettile. Dante ci avvisa che se in vita usiamo

Molto pulp, pure troppo

Dante è pulp prima che il pulp fosse inventato. Prima di Hammett e Tarantino, se ci limitiamo al crudo realismo del racconto e a certe situazioni macabre escludendo il compiacimento sardonico che accompagna tale narrazione contemporanea, il Sommo Poeta ci offre scene sanguinarie e fermo immagine degni delle migliori scene

Il veltro è morto e sepolto (a Pisa)

Il valore morale e alcuni elementi narrativi che caratterizzano l’intero poema sono già presenti in tutta la loro importanza nell’incipit dell’Inferno, attraverso l’allegoria profetica del Veltro che chiude il canto per bocca di Virgilio. I versi ci restituiscono la poetica e drammatica testimonianza di un individuo smarrito nel disordine morale,

Odio gli indifferenti

Dante avrebbe certo approvato le considerazioni di Antonio Gramsci esposte su “La città futura” nel febbraio 1917: “Odio gli indifferenti. Vivere significa partecipare. Chi vive veramente non può non essere cittadino. Chi lascia che le cose accadano senza prendere posizione non può essere considerato vivo”. Li avete riconosciuti? Sono gli

La prudenza non è mai troppa

Conviensi adunque esser prudente, cioè savio; e a ciò essere si richiede buona memoria delle vedute cose, e buona conoscenza delle presenti, e buona provvidenza delle future. Convivio, IV, 27 Sagge parole, quelle di Dante, precise e misurate, tutto il contrario del profluvio di termini da cui siamo inondati nel

Arrivano i mostri

“Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate”. Incise sulla porta dell’inferno, queste parole trasmettono subito angoscia a Dante. Neanche il tempo di riprendersi, che vede una folla di anime dannate pronte per essere traghettate al di là dell’Acheronte dal primo di una serie di tremendi personaggi, ministri della volontà divina e custodi dei

Gli innamorati e un libro

L’amore e i libri hanno segnato la vita di Dante: l’amore per Firenze e le donne, la passione viscerale per la politica, il desiderio di conoscere e diffondere la cultura. E nella sua “Commedia” l’amore è ovunque: procede dal basso verso l’alto, dai sensi allo spirito; è passionale e familiare,

Ahi Pisa, vituperio de le genti

Esistono inimicizie mai sopite e divenute proverbiali tra le città toscane, tanto che dalle parti di Lucca e Livorno dicono che “E’ meglio un morto in casa, che un pisano sull’uscio”. Sono contrasti profondamente radicati nei secoli, nelle differenze sociali, nelle competizioni politiche e calcistiche: l’eterna rivalità dei campanili per