Una giornata di festa per lo sport novarese. Oggi pomeriggio, 6 novembre, è stato inaugurato ufficialmente il campo di atletica “Andrea Gorla”, alla presenza del ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, del sindaco Alessandro Canelli e delle principali autorità civili e sportive del territorio. Un’inaugurazione ufficiale, dopo quella ufficiosa di settembre, che segna la piena restituzione alla città di un impianto storico, rinnovato e affidato a un nuovo modello gestionale sotto la guida del Cus Piemonte Orientale.
«Oggi è una bella giornata per Novara – ha dichiarato il sindaco Canelli – perché restituiamo alla città e al territorio un impianto degno di chi vuole fare atletica. Questa pista sarà un punto di riferimento per tutto l’alto Piemonte e non solo». Sulla stessa linea il vicesindaco e assessore allo Sport Ivan De Grandis, che ha ricordato l’impegno dell’amministrazione e le risorse messe in campo grazie al Pnrr: «La cosa più bella è vedere le idee diventare realtà. Questo campo era una promessa, e oggi è un simbolo di collaborazione per tutto il mondo sportivo intorno a Novara».
Il presidente della Provincia Marco Caccia ha voluto rimarcare la valenza territoriale dell’impianto: «Non è solo un’eccellenza cittadina, ma un patrimonio per tutto il novarese, a disposizione delle società che ogni giorno offrono ai nostri giovani la possibilità di fare sport». Per Clelia Zola, presidente di Fidal Piemonte, «il successo del Gorla dipenderà dalla giusta sinergia tra pubblico, privato e associazionismo. Fin da ora il grazie va a chi, come le Asd del territorio, ha reso vivo questo impianto anche nei momenti difficili».
Tornato a Novara a pochi mesi dalla precedente visita, il ministro Andrea Abodi ha sottolineato il valore simbolico dell’inaugurazione: «Quella di oggi è una buona notizia, in un tempo in cui spesso le cronache delle città sono dominate da episodi dolorosi. Un impianto come questo rappresenta lo spirito dell’articolo 33 della Costituzione: la libertà e il diritto di fare sport, senza distinzioni tra discipline maggiori e minori». Abodi ha elogiato l’amministrazione per la capacità di rispettare gli impegni e per la visione «che va oltre la consuetudine», ricordando anche il progetto relativo al Pala Picchiarello.
Sul futuro, il ministro ha annunciato una serie di misure che il governo metterà in campo: «Proseguiremo incrementando i fondi con il bando Sport e Periferie, con Sport Illumina per le infrastrutture all’aperto gratuite, con risorse dedicate alle palestre scolastiche e agli spazi non convenzionali per le scuole che non ne dispongono. Stiamo inoltre lavorando per l’apertura pomeridiana delle palestre scolastiche alle società del territorio e per favorire l’utilizzo degli impianti pubblici di prossimità». E ha aggiunto: «Non è solo un tema di quantità, ma di qualità degli impianti anche sotto il profilo energetico: investiremo 100 milioni di euro per la loro riqualificazione, e avremo altri dieci anni per portare avanti questo percorso».
I dati del Censimento nazionale impianti sportivi condotto da Sport e Salute, ci dicono che in termini di dotazione infrastrutturale sportiva nazionale ci sono 77.000 impianti sportivi: 131 impianti ogni 100.000 abitanti, un dato che risulta 4,6 volte inferiore rispetto alla dotazione della Finlandia, tra i Paesi più attivi in Europa. Di questi il 44% è stato costruito negli anni ’70 e ’80, evidenziando una significativa vetustà del patrimonio infrastrutturale. A ciò si aggiungono ulteriori criticità: l’8% delle strutture risulta non funzionante, mentre oltre il 20% degli impianti non è fruibile da persone con disabilità.
A questo si aggiunge che meno di un terzo della popolazione pratica attività fisica in modo continuativo, con forti squilibri territoriali e sociali. Il rilancio dell’impiantistica, dunque, è solo una parte della sfida. L’altra è culturale: far sì che strutture come il Gorla non restino cattedrali nel deserto, ma diventino luoghi vivi, accessibili e inclusivi, dove la comunità si riconosce e cresce insieme.
A margine della cerimonia è stato donato un defibrillatore in memoria dell’ex assessore Walter Mattiuz, scomparso lo scorso anno a causa di una malattia. «Un polisportivo, un amico di tanti, una persona nobile e buona che resterà nei nostri cuori», lo hanno ricordato gli amici presenti. «Speriamo non debba mai essere usato – ha commentato il sindaco Canelli – ma è uno strumento che può salvare vite».
















