L’assessore alla Legalità Zoccali: «La democrazia si difende con il rispetto delle regole non con le minacce»

L'esponente della lista civica di centro-destra Forza Novara interviene dopo gli episodi avvenuti in piazza Gramsci sabato 1 novembre

«Condanno fermamente, e trasversalmente, ciò che accade ogni volta che si approfitta di una manifestazione pacifica per trasformarla in un atto di terrorismo di strada». Parole nette quelle di Rocco Zoccali, assessore ai Lavori Pubblici e alla Legalità del comune di Novara – esponente della lista civica di centro-destra Forza Novara che interviene dopo gli episodi avvenuti in piazza Gramsci sabato 1 novembre, dove alcuni manifestanti hanno tentato di impedirci di documentare la manifestazione del comitato “Remigrazione e Riconquista”.

Zoccali parla di un segnale preoccupante, che va oltre il singolo episodio: «Ci stiamo abituando a un clima in cui sempre più persone, trasversalmente, dimenticano cosa sia davvero la democrazia. Essa non è un concetto astratto: è legalità, rispetto delle regole, libertà di pensiero e di manifestazione, ma tutto deve avvenire pacificamente e nel rispetto della legge. Nessuno può permettersi di minacciare chi racconta o documenta i fatti: farlo significa calpestare i principi su cui si fonda la nostra convivenza».

Per l’assessore, quanto accaduto a Novara è un campanello d’allarme. «La verità è che cortei e manifestazioni, sia di destra che di sinistra, vengono sempre più spesso utilizzati come strumenti di propaganda o di contrapposizione. Invece di alimentare il dialogo, si cerca lo scontro. Questo è pericoloso: significa minare le basi della democrazia, qualunque sia il governo in carica».

Per Zoccali la responsabilità maggiore ricade su chi ricopre ruoli pubblici e istituzionali: «Bisognerebbe insegnare come si vive la democrazia, partendo proprio da chi ha responsabilità politiche. Quando chi è chiamato a rappresentare i cittadini esprime giudizi in modo superficiale o fazioso, rischia di infuocare gli animi e di legittimare chi sbaglia. È un dovere tenere alta la cultura del rispetto e della misura».

«Il mancato rispetto della legalità non appartiene a questa amministrazione – aggiunge Zoccali –. Io ho rispetto verso i pensieri liberi, verso chi cerca di affrontare i problemi umani e sociali, senza mettere veli sulle difficoltà. Ma il rispetto non può tradursi nell’uso della violenza: non si tiene alta l’attenzione su un tema armando le mani con pietre o manganelli. Questo non è democrazia: è esasperazione, è la volontà di minare le basi stesse del vivere civile».

Sulle idee radicali, l’assessore mantiene una posizione di principio: «Non mi interessa se qualcuno pensa che debba esserci la ‘Remigrazione’. Non lo condivido, ma non lo condanno in sé: preferisco spiegare perché non la penso allo stesso modo. È questo il senso della democrazia: discutere, non intimidire chi la pensa diversamente».

E conclude con un richiamo fermo: «La libertà di manifestare è sacra, ma non può trasformarsi in un pretesto per la violenza. Chi crede nella democrazia deve difenderla con il rispetto delle regole, non con l’intimidazione o con la rabbia. La democrazia non si difende con le pietre o con i manganelli, ma con la cultura della legalità e del confronto civile».

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Immagine di Luca Galuppini

Luca Galuppini

24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.

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L’assessore alla Legalità Zoccali: «La democrazia si difende con il rispetto delle regole non con le minacce»

L’esponente della lista civica di centro-destra Forza Novara interviene dopo gli episodi avvenuti in piazza Gramsci sabato 1 novembre

«Condanno fermamente, e trasversalmente, ciò che accade ogni volta che si approfitta di una manifestazione pacifica per trasformarla in un atto di terrorismo di strada». Parole nette quelle di Rocco Zoccali, assessore ai Lavori Pubblici e alla Legalità del comune di Novara – esponente della lista civica di centro-destra Forza Novara che interviene dopo gli episodi avvenuti in piazza Gramsci sabato 1 novembre, dove alcuni manifestanti hanno tentato di impedirci di documentare la manifestazione del comitato “Remigrazione e Riconquista”.

Zoccali parla di un segnale preoccupante, che va oltre il singolo episodio: «Ci stiamo abituando a un clima in cui sempre più persone, trasversalmente, dimenticano cosa sia davvero la democrazia. Essa non è un concetto astratto: è legalità, rispetto delle regole, libertà di pensiero e di manifestazione, ma tutto deve avvenire pacificamente e nel rispetto della legge. Nessuno può permettersi di minacciare chi racconta o documenta i fatti: farlo significa calpestare i principi su cui si fonda la nostra convivenza».

Per l’assessore, quanto accaduto a Novara è un campanello d’allarme. «La verità è che cortei e manifestazioni, sia di destra che di sinistra, vengono sempre più spesso utilizzati come strumenti di propaganda o di contrapposizione. Invece di alimentare il dialogo, si cerca lo scontro. Questo è pericoloso: significa minare le basi della democrazia, qualunque sia il governo in carica».

Per Zoccali la responsabilità maggiore ricade su chi ricopre ruoli pubblici e istituzionali: «Bisognerebbe insegnare come si vive la democrazia, partendo proprio da chi ha responsabilità politiche. Quando chi è chiamato a rappresentare i cittadini esprime giudizi in modo superficiale o fazioso, rischia di infuocare gli animi e di legittimare chi sbaglia. È un dovere tenere alta la cultura del rispetto e della misura».

«Il mancato rispetto della legalità non appartiene a questa amministrazione – aggiunge Zoccali –. Io ho rispetto verso i pensieri liberi, verso chi cerca di affrontare i problemi umani e sociali, senza mettere veli sulle difficoltà. Ma il rispetto non può tradursi nell’uso della violenza: non si tiene alta l’attenzione su un tema armando le mani con pietre o manganelli. Questo non è democrazia: è esasperazione, è la volontà di minare le basi stesse del vivere civile».

Sulle idee radicali, l’assessore mantiene una posizione di principio: «Non mi interessa se qualcuno pensa che debba esserci la ‘Remigrazione’. Non lo condivido, ma non lo condanno in sé: preferisco spiegare perché non la penso allo stesso modo. È questo il senso della democrazia: discutere, non intimidire chi la pensa diversamente».

E conclude con un richiamo fermo: «La libertà di manifestare è sacra, ma non può trasformarsi in un pretesto per la violenza. Chi crede nella democrazia deve difenderla con il rispetto delle regole, non con l’intimidazione o con la rabbia. La democrazia non si difende con le pietre o con i manganelli, ma con la cultura della legalità e del confronto civile».

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Luca Galuppini

24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.