Processo per morte Ludovica, i giovani in aula: «La giostra era veloce, non si stava in piedi»

Hanno ripetuto tutti la stessa cosa: «La giostra girava velocissima, era impossibile stare in piedi e, una volta seduti, la testa veniva trascinata indietro. A un certo punto Ludovica si è accasciata e ha perso i sensi». Sono ancora i ragazzi presenti la sera della tragedia, qualcuno a bordo della giostra, altri poco distante, a sfilare in tribunale al processo per la morte di Ludovica Visciglia, la quindicenne di Trecate che aveva sbattuto la testa contro un ramo durante un giro sul Mini Tagadà del Luna Park di Galliate il 12 marzo 2022. Il processo è ripreso mercoledì pomeriggio dopo la lunga pausa rispetto all’ultima udienza, che si era tenuta a maggio. Ora è stato aggiornato a novembre, quando verranno ascoltati i consulenti tecnici di accusa e difesa, che avevano effettuato perizie sull’attrazione nella fase delle indagini.

Fra i giovani ascoltati in aula anche un’amica della vittima, che quella sera festeggiava il compleanno: ha raccontato che si trovava seduta di fronte a Ludovica e che a un certo punto il Tagadà ha preso velocità: «Dopo aver picchiato la testa è scivolata verso l’interno della giostra, che era manovrata da un ragazzo». Al bando dei testimoni anche un ragazzo che guardava dalla piazza: ha raccontato che un suo amico si era accorto dell’incidente e aveva urlato al conducente della giostra di fermarla subito, perché qualcuno si era fatto male.

Imputati di quell’incidente, con vari profili di colpa diversi a seconda del ruolo ricoperto all’epoca, sono il proprietario della giostra Luca Ferri, l’ex sindaco di Galliate Claudiano Di Caprio, il comandante della polizia locale Angelo Falcone, e l’ingegnere biellese Graziano Minero, che aveva effettuato dei collaudi: respingono gli addebiti e contro di loro sono costituiti parte civile i famigliari della vittima.

Il minorenne che manovrava il Mini Tagadà negli istanti in cui sono accaduti i fatti, invece, è sottoposto a un procedimento penale al tribunale per i minorenni di Torino: aveva scelto la messa alla prova ai servizi di pubblica utilità, e il suo percorso è ormai quasi concluso.

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Processo per morte Ludovica, i giovani in aula: «La giostra era veloce, non si stava in piedi»

Hanno ripetuto tutti la stessa cosa: «La giostra girava velocissima, era impossibile stare in piedi e, una volta seduti, la testa veniva trascinata indietro. A un certo punto Ludovica si è accasciata e ha perso i sensi». Sono ancora i ragazzi presenti la sera della tragedia, qualcuno a bordo della giostra, altri poco distante, a sfilare in tribunale al processo per la morte di Ludovica Visciglia, la quindicenne di Trecate che aveva sbattuto la testa contro un ramo durante un giro sul Mini Tagadà del Luna Park di Galliate il 12 marzo 2022. Il processo è ripreso mercoledì pomeriggio dopo la lunga pausa rispetto all’ultima udienza, che si era tenuta a maggio. Ora è stato aggiornato a novembre, quando verranno ascoltati i consulenti tecnici di accusa e difesa, che avevano effettuato perizie sull’attrazione nella fase delle indagini.

Fra i giovani ascoltati in aula anche un’amica della vittima, che quella sera festeggiava il compleanno: ha raccontato che si trovava seduta di fronte a Ludovica e che a un certo punto il Tagadà ha preso velocità: «Dopo aver picchiato la testa è scivolata verso l’interno della giostra, che era manovrata da un ragazzo». Al bando dei testimoni anche un ragazzo che guardava dalla piazza: ha raccontato che un suo amico si era accorto dell’incidente e aveva urlato al conducente della giostra di fermarla subito, perché qualcuno si era fatto male.

Imputati di quell’incidente, con vari profili di colpa diversi a seconda del ruolo ricoperto all’epoca, sono il proprietario della giostra Luca Ferri, l’ex sindaco di Galliate Claudiano Di Caprio, il comandante della polizia locale Angelo Falcone, e l’ingegnere biellese Graziano Minero, che aveva effettuato dei collaudi: respingono gli addebiti e contro di loro sono costituiti parte civile i famigliari della vittima.

Il minorenne che manovrava il Mini Tagadà negli istanti in cui sono accaduti i fatti, invece, è sottoposto a un procedimento penale al tribunale per i minorenni di Torino: aveva scelto la messa alla prova ai servizi di pubblica utilità, e il suo percorso è ormai quasi concluso.

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