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A Peter Evans la Chiave d’Oro Novara Jazz 2022

Il trombettista ha tenuto il suo concerto a San Gaudenzio. Giovanna Pessi e Tom Arthurs, invece, si sono esibiti a Palazzo Natta

Ed eccoci di nuovo a San Gaudenzio a vedere e a sentir meraviglie. È la volta (la seconda in questa edizione di Novara Jazz) di Peter Evans ad incantare un attentissimo pubblico della Basilica con il primo concerto della giornata. Si potrebbe parlare del virtuosismo o anche della capacità fisica di questo trombonista che riversa una ininterrotta “colonna di fiato” per un’ora filata nel suo strumento (due per la verità, una tromba e una tromba pocket), ma paradossalmente non è ciò che più impressiona del grande musicista statunitense. Quello che impressiona è senza dubbio la poesia di uno suono essenziale, rarefatto e carico di suggestioni. Una cosa è certa, sotto la volta immensa di Alessandro Antonelli, cassa armonica colossale, o si è un grandissimo musicista o si rischia molto. È ovvio che Peter Evans sia uno dei più grandi musicisti tra quelli che si sono esibiti su questo “palcoscenico consacrato”. Solitudini e altitudini, profondità e leggerezza cristallina, ripetizione e variazione: “il tutto musicale” che passa attraverso il corpo di Evans e termina nella tromba (che fa parte del corpo). C’è un’intera orchestra in quella tromba, ci sono tutti i timbri e i colori della musica, e c’è il silenzio della Basilica ammutolita che va a far parte del suono. Un altro concerto indimenticabile.

In apertura del concerto, a Peter Evans è stata consegnata la Chiave d’Oro NovaraJazz 2022 dai direttori artistici del Festival Corrado Beldì e Riccardo Cigolotti, la seconda del 2022: la prima è stata infatti riconosciuta a Vladimir Tarasov, in occasione del suo concerto a Novara del 5 marzo scorso.

C’è appena il tempo di trasferirsi nel magnifico giardino di Palazzo Natta, attraversando il centro della città animato da giovani musicisti di strada, per il delicato concerto di Tom Arthurs e Giovanna Pessi, un duo inconsueto, arpa e tromba, evocatore di atmosfere rarefatte che predispone gli animi alla contemplazione e alla pace. L’Arpa è uno straordinario strumento che si crede, troppo spesso, possa solo far parte della dotazione strumentale della musica classica, ma il concerto delle tredici, in una scintillante giornata e in un luogo molto bello, dimostra il contrario. Giovanna Pessi fa proprie anche alcune partiture italiane del XVII secolo sposate mirabilmente alla tromba di Tom Arthurs. Molto intense e rarefatte le composizioni originali che ci trasportano in foreste finlandesi, così come in poliedrici mondi di suoni. Un angolo di pace e di riflessione nel cuore di una città che è tutta un fremere di ritmi. Vale la pena spendere anche due parole su questo magnifico giardino di Palazzo Natta, che andrebbe riaperto al più presto alla città per i restanti 364 giorni dell’anno: non è più tempi dei palazzi del potere, ma di palazzi per la città. Ci riflettano Provincia e Prefettura. Ma la giornata di sabato sarà interminabile e ci aspettano ancora due intensi concerti…

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Mario Grella

Mario Grella

Nato a Novara, vissuto mentalmente a Parigi, continua a credere che la vita reale sia un ottimo surrogato del web.

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