Ho ascoltato il jazz per la prima volta da piccola, inseguendo gli Aristogatti sui tetti di Parigi. Così devo aver capito che suonare è come scrivere e che profondi sono i legami tra il linguaggio jazzistico e quello poetico: la centralità del ritmo, il racconto di storie, il peso della tradizione e l’urgenza dell’innovazione, il ricorso alla citazione.
Un grande musicista che suona la tromba, Paolo Fresu, sostiene che i due linguaggi si annusano e si toccano, convivono non solo nella costruzione di una canzone, ma anche nel quotidiano, fatto di suoni ed espressioni verbali. Sono strumenti di creatività, che ci aiutano a pensare, a scoprire il rispetto e la libertà, a evadere dalla prigione che è oggi il nostro mondo in subbuglio, ad alimentare la visione di un futuro migliore e di una terra dove si possa camminare in pace.
Le poesie di Paolo Fresu sono da me dedicate a Corrado Beldì e a Riccardo Cigolotti, che dall’inizio del nuovo millennio ad oggi continuano a portare nella mia città artisti jazz di fama internazionale, trasformando Novara in un palcoscenico di arte e comunità.
Tentacolare poesia
Poesia è suono.
Suono che colpisce e abbaglia.
Colpisce nello stomaco
come un pugno
o accarezza portandomi dentro il suo mondo
e avvolgendomi
come fosse un ventre gravido.
Per questo la amo.
Per questo mi dispongo al colloquio.
Il rapporto tra musica e poesia diventa un dialogo intimo,
a volte sussurrato
e a volte gridato con forza.
Ma la poesia è anche significato che muta
perennemente
e che affiora
prepotentemente
nel suono della lingua.
Importa ciò che rappresenta
in quell’urgenza espressiva
che ci fa amare la parola
portandoci per mano verso mille modi di fare
e di intenderla.
La poesia, come il jazz, non è una.
Sono mille e mille modi di pensare e di sentire.
Il jazz siamo noi
Il jazz siamo noi.
Ognuno con ciò che è,
ciò che pensa
e ciò che suona.
E’ la musica della libertà.
Perché non solo ci rende liberi,
ma fa bene dentro
così che si possa vivere meglio
fuori.
Terra
C’è un’idea di terra
che accomuna il mondo.
Quella della scoperta e del rispetto.
E non può esserci rispetto dell’altro
se non si prova a conoscerlo.
La musica tende sempre la mano verso il diverso
ed è la buona metafora del viaggio.
E se viaggio è scoperta
la terra ne è l’essenza.
Luogo di tutti e da tutti calpestato
in rotte vicine e lontane.
Paolo Fresu, ‘Poesie iazz per cuori curiosi’. Rizzoli, 2018