Olimpiadi, un’Italvolley imbarazzante viene “demolita” dalla Serbia. Avanza invece la Corea di Lavarini

Le ragazze di Mazzanti confermano tutte le carenze manifestate nelle ultime partite e cedono in tre set di fronte alla squadra di Terzic. La medaglia d'oro continua a rimanere un tabù per la pallavolo femminile, mentre conquistano le semifinali le asiatiche del tecnico novarese

Niente da fare. L’oro olimpico per la pallavolo femminile continua a rimanere tabù. Al termine di una serie di prestazioni sempre e comunque caratterizzate da troppi errori, che le prime tre vittorie avevano solo parzialmente mascherato, le speranze delle ragazze di Davide Mazzanti (nella foto della LVF) si sono letteralmente infrante contro lo strapotere delle campionesse del mondo in carica della Serbia, alla fine impostesi con un netto 3-0 (doppio 25-21 nei set di apertura e chiusura, con in mezzo un mortificante 25-14).


A trascinare le nostre avversarie una Boskovic a tratti incontenibile (21 punti per lei), ma ci certo le azzurre hanno agevolato non poco il compito delle serbe, riuscendo a contenerle unicamente nella frazione iniziale. Poi la squadra di Terzic ha letteralmente dominato. Così, 24 ore dopo i colleghi maschi, anche le per le nostre pallavoliste è tempo di preparare in anticipo le valigie.


L’unico interesse per il torneo da parte degli appassionati novaresi sarà seguire cosa riusciranno a fare le diverse “igorine” straniere rimaste ancora in lizza, dalle due americane Hancock e Washington, alla brasiliana Montibeller. La “vetrina”, almeno per queste ore, spetta in ogni caso al coach Stefano Lavarini, che alla guida della Corea del Sud, contro ogni pronostico iniziale, ha dapprima centrato il superamento della fase a gironi (a spese della padrone di casa giapponesi), poi stamattina ha ottenuto la qualificazione alle semifinali sconfiggendo al tie-break – in una sorta di “derby italiano” delle panchine – la Turchia di Giovanni Guidetti. Per l’allenatore della Igor il rientro in Italia è dunque rimandato ancora di un po’…

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Olimpiadi, un’Italvolley imbarazzante viene “demolita” dalla Serbia. Avanza invece la Corea di Lavarini

Le ragazze di Mazzanti confermano tutte le carenze manifestate nelle ultime partite e cedono in tre set di fronte alla squadra di Terzic. La medaglia d’oro continua a rimanere un tabù per la pallavolo femminile, mentre conquistano le semifinali le asiatiche del tecnico novarese

Niente da fare. L’oro olimpico per la pallavolo femminile continua a rimanere tabù. Al termine di una serie di prestazioni sempre e comunque caratterizzate da troppi errori, che le prime tre vittorie avevano solo parzialmente mascherato, le speranze delle ragazze di Davide Mazzanti (nella foto della LVF) si sono letteralmente infrante contro lo strapotere delle campionesse del mondo in carica della Serbia, alla fine impostesi con un netto 3-0 (doppio 25-21 nei set di apertura e chiusura, con in mezzo un mortificante 25-14).


A trascinare le nostre avversarie una Boskovic a tratti incontenibile (21 punti per lei), ma ci certo le azzurre hanno agevolato non poco il compito delle serbe, riuscendo a contenerle unicamente nella frazione iniziale. Poi la squadra di Terzic ha letteralmente dominato. Così, 24 ore dopo i colleghi maschi, anche le per le nostre pallavoliste è tempo di preparare in anticipo le valigie.


L’unico interesse per il torneo da parte degli appassionati novaresi sarà seguire cosa riusciranno a fare le diverse “igorine” straniere rimaste ancora in lizza, dalle due americane Hancock e Washington, alla brasiliana Montibeller. La “vetrina”, almeno per queste ore, spetta in ogni caso al coach Stefano Lavarini, che alla guida della Corea del Sud, contro ogni pronostico iniziale, ha dapprima centrato il superamento della fase a gironi (a spese della padrone di casa giapponesi), poi stamattina ha ottenuto la qualificazione alle semifinali sconfiggendo al tie-break – in una sorta di “derby italiano” delle panchine – la Turchia di Giovanni Guidetti. Per l’allenatore della Igor il rientro in Italia è dunque rimandato ancora di un po’…

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