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L’associazione Slow Medicine promuove una medicina sobria, rispettosa e giusta, sostiene l’importanza delle corrette abitudini di vita per il mantenimento della salute, tra cui una sana alimentazione ed una regolare attività fisica, e attribuisce estrema rilevanza all’equilibrio dell’ambiente e dell’ecosistema dai quali la nostra salute dipende.

È dunque del tutto coerente con i suoi principi il nuovo progetto Montagna Slow, per un approccio alla Montagna sobrio, rispettoso e giusto, che favorisca la salute e il benessere per tutti e tuteli l’ambiente e la biodiversità.
Nel manifesto di Montagna Slow sono espressi sono i seguenti obiettivi:

-promuovere un modello di vita sana, semplice ed essenziale, invitare a evitare il superfluo, gli eccessi, gli sprechi e la velocità come mito, a difendere le risorse naturali e paesaggistiche, a non mettere a rischio le persone.
In montagna fare di più e velocemente non significa fare meglio (sobria)

-rispettare l’ambiente e l’ecosistema, le persone, le piante, gli animali, il paesaggio, la cultura, la storia e le tradizioni locali; favorire la conoscenza di sé e la relazione tra le persone; rispettare l’armonia della natura e dei suoi tempi.
Amare la montagna vuol dire rispettarla (rispettosa)

-promuovere il benessere e favorire la salute fisica, mentale e spirituale di tutti in quanto la montagna è adatta per tutti, per tutte le età, per tutte le condizioni fisiche e mentali e per tutte le situazioni economiche e sociali.
La montagna è salute e benessere per tutti (giusta)

L’idea di Montagna Slow è nata dall’incontro della concezione di medicina e salute di Slow Medicine e di una nuova filosofia riguardante il mondo dello sci e della montagna: in particolare un maestro di sci e insegnante della Valle d’Aosta, Maurizio Bal, già alcuni anni fa aveva preconizzato uno “slow ski”, con l’esigenza di rivedere completamente la concezione dello sci legata alla velocità e all’agonismo come modello, e proponendo una nuova possibilità di vivere la montagna per raggiungere benessere, salute, pace, armonia, conoscenza del territorio.

Il manifesto e il progetto di Montagna Slow sono dunque nati in Valle d’Aosta nel 2019, condivisi da una rete locale di cui fanno parte referenti di Legambiente e del CAI, e successivamente hanno riscosso l’interesse di soci e simpatizzanti di Slow Medicine a livello nazionale.

Questo momento storico, in cui la pandemia Covid-19 obbliga a comportamenti nuovi per difendere il bene primario della salute e induce a nuove riflessioni, è sembrato favorevole al lancio di questo progetto che prevede una diversa interpretazione della montagna e del mondo della neve.

Sempre di più le persone dalle città sentono il bisogno di scappare dagli agglomerati urbani per sfuggire all’inquinamento e al sovraffollamento e ritrovare in un ambiente naturale aria pura, grandi spazi, possibilità di isolamento, spiritualità, risorse che ogni ambiente montano già possiede.

E molte voci si sono levate circa l’opportunità di rivedere la tradizionale offerta legata allo sci degli impianti di risalita per valorizzare attività diverse, più rispettose della natura e più adatte al distanziamento, come lo sci di fondo, la salita con pelli di foca o le ciaspole. Montagna Slow propone anche piste di sci innovative che permettano la pratica dello yoga o del Tai Chi, piste dell’arte con opere di artigiani locali, piste della conoscenza che permettano di riconoscere le vette, le piante e gli animali.

Tale concezione di una Montagna Slow può presentare anche vantaggi economici per le comunità locali, perché allarga la platea dei potenziali fruitori includendo persone di tutte le età, si amplia a tutte le stagioni dell’anno e favorisce lo sviluppo dei piccoli borghi.

In un momento in cui i danni legati al cambiamento climatico sono sempre più evidenti e in cui abbiamo preso coscienza, a seguito della pandemia, di quanto la nostra salute sia strettamente connessa con quella dell’ambiente e con la biodiversità, siamo sicuri che il progetto di Montagna Slow potrà svilupparsi grazie a nuove idee ed esperienze innovative e sarà condiviso, diffuso e applicato anche dalle giovani generazioni.

Per saperne di più invitiamo a visitare il sito di Slow Medicine, dove queste esperienze verranno man mano pubblicate https://www.slowmedicine.it/montagna-slow/

(Il vallone delle Cime Bianche, in val d’Ayas – Valle d’Aosta, luogo ancora incontaminato, ph di Marcello Dondeynaz)

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Sandra Vernero

Sandra Vernero

Medico chirurgo, cofondatore e presidente Associazione Slow Medicine, coordinatore del progetto "Fare di più non significa fare meglio - Choosing Wisely Italy”

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