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Trecate, «Il mandato Binatti? Bocciato. Mancano capacità di gestione e organizzazione»

Il capogruppo di minoranza Marco Uboldi traccia un bilancio a un anno dalle elezioni

«Un anno di mandato, ma, di fatto, sono ormai sei anni che Binatti amministra la città trecatese». Esordisce così Marco Uboldi, capogruppo di minoranza che, nella giornata di ieri, 19 ottobre, insieme ai colleghi Emanuela Cazzadore, Raffaele Sacco, Filippo Sansottera e Anna Uboldi ha sottolineato in una conferenza stampa le «gravissime lacune dell’amministrazione».

«Le mozioni che riteniamo più importanti per la comunità e per la città di Trecate le abbiamo ovviamente presentate anche in consiglio, ma sistematicamente sono sempre state bocciate. Siamo arrivati a un punto di non ritorno e a parlare sono i fatti: manca la reale capacità di gestione e di organizzazione. Accendiamo i riflettori su dinamiche che richiedono risposte da parte del sindaco, ma che, di fatto, non arrivano mai. Le mancanze toccano in ugual misura i cittadini e la stessa città: la gestione della manutenzione delle strade, per esempio, è a dir poco pessima per non parlare del verde lasciato colpevolmente in secondo piano. A livello sociale, le fasce più disagiate e deboli non sono tutelate; basti pensare ai bambini disabili e il taglio delle ore didattiche a loro disposizione. Tutto questo in barba al considerevole aumento delle tasse che ha deciso di attuare l’Amministrazione. Stiamo parlando di un milione di euro di aumenti in un solo anno. In compenso sono aumentate anche le feste in piazza come se fossero la priorità assoluta. Questa è fantascienza. Ironia a parte, quanti soldi hanno letteralmente buttato via per il palazzetto dello sport? Una struttura sulla quale è acceso un oneroso mutuo che il Comune sta già pagando senza poterne usufruire».

«Un punto sul quale occorre fermarsi ulteriormente è senza dubbio è la pessima gestione o la totale assenza di programmazione davanti a queste grandi opere che sono nate sul nostro territorio, mi riferisco ai due grandi poli logistici. Il nodo è la compensazione ambientale, per esempio, una naturale compensazione di fronte a progetti così impattanti. Ecco, l’amministrazione, anche in questo caso, è riuscita a farsi trovare impreparata e fare scelte che non hanno senso: piantumare – come compensazione ambientale – il Parco del Ticino. Che senso strategico ambientale avrebbe una scelta simile? Piantare alberi laddove già ci sono, invece di progettare un’area boschiva cittadina appannaggio dei cittadini? Siamo di fronte a continue decisioni che ci lasciano interdetti – conclude il consigliere di minoranza – e la cosa più lesiva è che non ci sono mai risposte concrete da parte di Binatti e la sua giunta. Come è possibile?».

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Paolo Pavone

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