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Meina, la sfiducia al sindaco non passa: maggioranza compatta e mancano i numeri

Ad aggiornare sulla situazione è proprio il sindaco Fabrizio Barbieri: «La mozione avrebbe dovuto avere almeno 4 firme dei dieci consiglieri di minoranza, invece ne ha riportate molte meno, di Cumbo e Borroni, entrambi in consiglio comunale da 41 anni»

Non passa la mozione di sfiducia contro il sindaco di Meina. Nei giorni scorsi era stata presentata dalla minoranza dopo alcune affermazioni del primo cittadino in merito al lungo lago. «Il nostro gruppo è compatto» aveva detto subito il sindaco e infatti la mozione non è passata, ma anche per un motivo tecnico: la mozione ha valore solo se firmata almeno dai 2/5 dei consiglieri senza contare il sindaco. Ne sarebbero servite quindi almeno quattro e non tre (Riboni, Cumbo, Borroni). E inoltre proprio Riboni ha protocollato la richiesta di revoca della stessa mozione.

«Ora, mi chiedo come sia possibile che i due consiglieri Borroni e Cumbo, che siedono in consiglio comunale da ben 41 anni, non si siano accorti dell’enormità della gaffe che stavano facendo.  Forse sono stati troppo impegnati a sbandierare la propria iniziativa agli organi di stampa ed a pubblicarla sui social per sferrare l’attacco mediatico al sindaco, anziché leggere la normativa».

I consiglieri hanno però sostituito il tutto con una nuova mozione, ossia la nomina di una commissione comunale per il nuovo lungolago di Piazza Marconi. «Borroni e Cumbo, dopo essere stati uno assessore e l’altro sindaco dal 2009 al 2014, anno della nostra prima elezione,  senza avere ottenuto alcun risultato tangibile per la realizzazione del lungolago, e dopo essere stati all’opposizione negli ultimi sette anni senza mai presentare un’idea costruttiva, ma anzi sempre votando contro a ogni nostra proposta di delibera per mezzo delle quali passo dopo passo siamo arrivati all’ottenimento della disponibilità pubblica di tutta l’area di proprietà privata su cui sorgeva  l’ex hotel Vittoria, risultato che ha aperto la via per la realizzazione dell’attuale intervento, ora vorrebbero inserirsi in una fantomatica commissione per distribuire pareri e consigli? Mi pare proprio che questo sia il tipico caso in cui la tragedia lascia il posto alla farsa».

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Elena Mittino

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