Quando una decina di giorni fa Mario Iacopino ha presentato “Novara in Comune”, la lista civica che insieme a quella del Movimento 5 Stelle lo sosterrà nella non facile corsa verso il Municipio, scorrendo il lungo elenco di chi aveva sottoscritto il manifesto-appello qualcuno ha fatto notare l’assenza di Biagio Diana. E il diretto interessato, già consigliere comunale (e provinciale) del Pd all’epoca dell’amministrazione Ballaré, oggi coordinatore provinciale di “Articolo Uno”, il movimento che a livello nazionale ha come punto di riferimento il ministro della Sanità Roberto Speranza, non ne fa un mistero: «Cinque anni fa “Articolo Uno” scelse di appoggiare Luigi Rodini con la sua lista “La Città in Comune”. Oggi molti di coloro che maturarono quell’esperienza si sono riversati in questa nuova “civica”, ma io ho scelto di non partecipare».
Il perché è presto spiegato: «Con il fermo proposito di tentare di bloccare prima di tutto l’avanzata delle destre sovraniste e prendendo anche come spunto il buon operato del secondo Governo guidato da Giuseppe Conte, nei mesi scorsi abbiamo tentato di unire Pd e Movimento 5 Stelle in una grande coalizione che fosse in grado di poter dire la sua, cercando di rendere il agevole possibile la riconferma di Canelli».
Cosa non ha funzionato? «Tanto il Pd quanto i “grillini” si sono però irrigiditi sulle rispettive posizioni: quella di imporre come candidato sindaco una figura interna ai loro partiti. Noi avevamo ipotizzato a una soluzione “esterna” e per un po’ si era addirittura pensato allo strumento delle primarie, ipotesi però quasi subito tramontata perché la pregiudiziale era che non venissero messi in discussione i nomi di Fonzo e Iacopino, candidati che riteniamo non siano i più opportuni per cercare di sbarrare il passo al sindaco in carica».
Chiamandovi fuori dalla competizione elettorale avete comunque pensato a dare un’indicazione di voto? «No. Ognuno dei nostri sarà libero di esprimersi secondo coscienza. Per il ballottaggio, invece, vedremo…».