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Paolo Ferrari: «La vera storia del nostro polo per la casa»

Il progetto di Comoli Ferrari, inserito dalla Regione tra le opere finanziabili dal Recovery fund con 18 milioni di euro, ha generato un acceso dibattito durante la commissione consiliare di venerdì 11 dicembre: da una parte il sindaco che si affannava dire che «non si tratta di un progetto del Comune, ma di un privato che è stato giudicato di interesse regionale. Noi abbiamo solo fatto da tramite», dall’altra i consiglieri del Dp che puntvavano il dito contro: «Sulla scheda si parla in modo esplicito del coinvolgimento di un comitato promotore in via definizione con le principali istituzioni pubbliche: Comune, Asl, università e associazioni di categoria con il recupero e la riqualificazione di due proprietà comunali. Il primo privato che ha presentato un progetto ha ricevuto l’opportunità? Magari ce ne sono altri».

A due giorni di distanza è arrivata la replica del diretto interessato. Paolo Ferrari, Ad del gruppo Comoli Ferrari, ha inviato una lettera al sindaco e al consiglio comunale: «L’idea di creare un polo per la casa a Novara è stata lanciata il 17 giugno scorso, dal presidente della Regione Alberto Cirio, nella giornata conclusiva degli incontri del Forum del Futuro Quotidiano,
organizzato dalla nostra azienda. In particolare nel 2019 abbiamo coinvolto Carlo Alberto Carnevale Maffé, docente della SDA Bocconi, per le tematiche che impattano sull’Economia; Maurizio Melis, conduttore di Smart City a Radio 24, per i temi del Lavoro; Gianni Massa, vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, per la trasformazione dei Luoghi e Fabio Sottocornola, giornalista del Corriere della Sera, per l’evoluzione degli stili di Vita, e numerosi prestigiosi ospiti. Fin dalla prima idea del progetto è emersa la necessità di focalizzarsi sulla casa e sull’impatto che la digitalizzazione poteva avere per valorizzare gli immobili e aumentare la qualità della vita dei cittadini. L’esplosione del lockdown ha reso evidente a tutti gli interlocutori di quanto la nostra idea progettuale fosse diventata improvvisamente di attualità. I 6 eventi web che abbiamo organizzato e il white paper che abbiamo commissionato al Politecnico di Milano (presentato dal Prof. Giuliano Noci il 17 giugno) mettevano a fuoco ancor meglio la questione casa come elemento clou su cui intervenire, luogo di lavoro e istruzione a distanza, cura e svago. Sul sito www.forumfuturoquotidiano.it è riportato tutto il percorso con le videoregistrazioni degli eventi e i contributi dei partecipanti. Ovviamente sorpresi dalla proposta del presidente Cirio abbiamo chiesto una conferma che si è trasformata nella richiesta di un progetto».

 

 

A questo punto è entrato in scena il Comune: «Ne abbiamo parlato con il sindaco e il direttore generale – prosegue Ferrari – ed è emersa l’opportunità di recuperare due edifici di proprietà comunale in condizioni precarie, per la sede del polo e per la prima applicazione abitativa di edilizia popolare innovativa. Insieme abbiamo pensato che un progetto di questo genere meritasse una condivisione da parte di tutto il tessuto novarese e abbiamo chiesto al sindaco di verificare la disponibilità di Confindustria, Università del Piemonte Orientale, Asl, ospedale Maggiore e Fondazione Bpn a partecipare a un comitato tecnico, che ha portato a una presentazione dell’idea progettuale il 25 settembre».

La nascita della fondazione: «È diventata improrogabile la volontà della nostra famiglia  – continua l’Ad – di costituire una fondazione per dare autonomia a un’attività di ricerca che ha al centro il cittadino, di tutte le età e condizioni, con tutte le sue esigenze, esperienze, attività, passioni. La fondazione nascerà ufficialmente nelle prossime settimane. Il progetto che abbiamo presentato ha come obiettivo di attivare un modello di città laboratorio in cui coinvolgere professionisti, imprese, industrie, amministrazioni pubbliche, università e centri ricerca, startup, enti e istituzioni, per analizzare le nuove esigenze dell’abitare, i bisogni dei cittadini e sviluppare soluzioni integrate di sistema, ma soprattutto costruire un nuovo standard a livello nazionale e se possibile europeo. Infatti, già nella prima fase del Forum avevamo coinvolto specialisti da tutta Italia: in particolare il comune di Milano, con l’assessore all’urbanistica Maran, Carlo Calenda, parlamentare europeo, Stefano Firpo di Banca Intesa, estensore del piano Industria 4.0. Per questo abbiamo strutturato il percorso del “Polo del Well Living” facendoci carico finanziariamente di tutta la fase progettuale, di coinvolgimento degli stakeholder, delle ricerche, della formazione, dell’identificazione dei requisiti minimi per partecipare ad un progetto di sistema, e della comunicazione».

E poi la richiesta alla Regione: «Abbiamo chiesto di attivare un dialogo con tutti gli assessorati, per identificare aree di interesse comune e priorità, disponibilità confermata da Paola Casagrande, direttore Politiche e fondi europei – con conclude Ferrari -. Il Comune ha proposto di partecipare al progetto con i due edifici di sua proprietà. Abbiamo visto l’offerta della Regione di inserire il nostro progetto nella lista del Recovery Fund come una grande opportunità per la città di Novara e per il territorio che sosteniamo da 91 anni. L’idea progettuale è stata inserita in Next Generation EU. Ora stiamo attendendo notizie dalla Regione, augurandoci che il nostro progetto trovi in Novara la sua sede ideale. Da novaresi ci spiacerebbe dover attivare il Polo del Well Living in un’altra regione quando abbiamo la fortuna di trovarci a Novara, identificata come città tipo per numero di abitanti, infrastrutture, industrie e servizi».


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Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

0 risposte

  1. Ma come è possibile che si stanzino 18 milioni di euro , dello Stato per un progetto comunque di natura privata , quando esistono territori al centro sud che languono nella estrema difficoltà abitativa, economica e sociale. . Hanno ragione quelli che affermano che il Recovery Fund andrà ad aumentare le risorse al nord, a discapito del centro sud. ù

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