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Françoise Sagan: “La chamade”

Cosa spinge una persona a prendere tra le mani un vecchiolibro del 1965? In realtà non è una cosa così strana e mi capita spesso: pescare nella biblioteca un volume di venti, trenta o quaranta anni fa e provare a rileggerlo o a leggerlo per la prima volta.

Ma questa volta non è andata così, perché è stato qualcuno a chiedermi di leggere La Chamadedi Françoise Sagan edito in Francia per le Édition Julliard nel 1965. Considerando che nel 1965 avevo sette anni, effettivamente sarebbe stata una lettura un poprematura per la mia età. Però non sono giustificato per gli altri cinquantasei anni, in cui sono vissuto senza leggere questo gioiellino, tradotto in italiano con il titolo enigmatico di  Allimpazzata, nella traduzione di Yasmina Melaouah.

 

 

 

Chamadein realtà vorrebbe precisamente dire  cuore in gola”, palpitazioneo qualcosa del genere. Vi posso dire chi mi ha chiesto di leggere il libro, una mia cara amica, ma non posso dirvi il perché (ammesso che moriate dalla voglia di saperlo, naturalmente). Veniamo al dunque: come sempre alla fine si vuol sapere se il libro “è belloo, come dicono i forzati della lettura, se ne valga la pena. Per me leggere libri è tutto tranne che una pena, ma comunque, non solo ne vale la pena, ma direi che è un gran piacere.

Trama? Lucille e Charles sono amanti, così come Antoine e Diane. Siamo nella Parigi degli anni Sessanta: Charles e Diane sono ricchie Lucille e Antoine sono poveri”, ma si fanno mantenere dai loro relativi partner. Poi, naturalmente si innamorano i due sciamannati(forse da qui il titolo Chamade) e incominciano i casini. Lucille, protagonista femminile, dopo un tira e molla sceglieràdi restare con Charles, più vecchio, meno bello, più moscio, ma più equilibrato dello scapestrato Antoine. Dal romanzo, nel 1969, il regista Alain Cavalier, trasse un film dallomonimo titolo che potete tranquillamente trovare su You Tube, ma che, come anche i più somari sanno, non è la stessa cosa del libro.

Perché vi ho raccontato questa storia? Perché un blogger ci tiene molto a far sapere agli altri, quello che in realtàimporta solo a lui (e in questo caso anche allamica del blogger), e per il fatto che la  capa redattrice del giornale, ci tiene che io vi racconti le mie quattro balle, perché dice che poi la gente mi legge. Cest Tout.

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Mario Grella

Mario Grella

Nato a Novara, vissuto mentalmente a Parigi, continua a credere che la vita reale sia un ottimo surrogato del web.

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