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Uno spettacolo a favore del Progetto Case Serene di Liberazione e Speranza, sostenuto dalla Fondazione Comunità Novarese

Entrare al Teatro del cuscino di Via Magalotti 11 è già di per sé una piccola esperienza. E’ un posto intimo, una casa di artisti, uno spazio informale che suscita curiosità e attesa. Fulcro della serata in questo piccolo teatro è un racconto che Sara Urban, l’attrice, ci propone in modo profondo e intenso: unica figura sul palco, con l’aiuto di pochi significativi elementi, ci aiuta percorrere la storia di Franca Viola, giovane donna di Alcamo (Sicilia), che con un semplice NO ha aiutato la storia delle donne italiane.

In poco più di un’ora l’attrice percorre la storia di Franca intrecciandola con quella della famiglia, della cittadina in cui vive, dell’Italia degli anni ’60, della Sicilia che vede tra il 1965 e il 1966 ben 41 rapimenti di giovani donne. Una Società ancora arcaica e un’Italia in cui lo stupro poteva semplicemente risolversi con il “matrimonio riparatore” a riscattare l’onore della donna ed estinguere il reato dello stupratore. Così prevedeva l’art 544 del Codice Penale abolito solo nel 1981. La risposta di Franca, dopo la violenza subita e il tentativo di “riparare” da parte dello stupratore, fu un NO deciso e convinto, sostenuto coraggiosamente dalla propria famiglia.

Un NO che fece la Storia, che vide lo svolgersi di un processo che la sottopose a un terrorismo piscologico e ad una semiclausura nella sua casa di Alcamo ma che portò con sé tanti altri no di giovani donne siciliane.
Questa è una storia che parla ancora oggi, Franca, con la sua resistenza silenziosa, ha cambiato e migliorato la nostra società anche se, purtroppo, c’è ancora molto da fare.

Tra questo molto da fare c’è l’aiuto concreto e immediato che Liberazione e Speranza offre attraverso il Progetto Case Serene, sostenuto dalla Fondazione Comunità Novarese, che ha l’obiettivo di ampliare l’offerta di soluzioni abitative per le donne vittime di violenza, costrette ad abbandonare la propria casa, e favorire processi di superamento delle sofferenze generate da esperienze di oppressione e abuso.
Il progetto mira a garantire un posto sicuro dove vivere, attraverso soluzioni di co-housing, presso una struttura dedicata, o tramite 5 alloggi singoli, favorendo un modello abitativo monoparentale (mamma con o senza figli).

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Stefano Nerviani

Stefano Nerviani

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