C’è un filo che, anno dopo anno, lega la città di Novara alla grande pittura dell’Ottocento. È il filo che passa per le sale del castello, dove ogni autunno si rinnova l’appuntamento con Mets Percorsi d’Arte, un progetto che nel tempo è diventato molto più di una mostra: un rituale culturale, un modo per guardare all’Italia di ieri e, attraverso l’arte, capire qualcosa di quella di oggi.
La settima edizione, visitabile da domani, 1° novembre, fino al 6 aprile 2026, si intitola “L’Italia dei primi Italiani. Ritratto di una nazione appena nata” e racconta, attraverso capolavori provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, la nascita e l’evoluzione dell’Italia unita, dal 1860 al terzo decennio del Novecento. Come sempre, la mostra è curata da Elisabetta Chiodini e realizzata in collaborazione con il Comune di Novara e la Fondazione Castello.
È un percorso che attraversa le grandi trasformazioni politiche, economiche, culturali e sociali che hanno accompagnato la costruzione dell’identità nazionale, restituendo il volto di un Paese giovane, diviso e insieme proiettato verso la modernità. Un’Italia che si specchia nei suoi artisti e nelle loro opere: dagli sguardi intimi e domestici de La lettura di Sottocornola, alla tensione civile di Venduta! di Morbelli – già in esposizione nelle precedenti edizioni – fino ai capolavori che scandiscono le varie stagioni della pittura italiana tra fine del XIX e l’inizio del XX secolo.
Tra le novità più significative di questa edizione, un prestigioso scambio di opere con la Pinacoteca di Bari: da qui arriverà a Novara In Corte d’Assise di Francesco Netti, dipinto iconico che ritrae l’udienza di un celebre processo dell’epoca e simbolo della collezione barese, mentre partirà per la Puglia Westminster di Giuseppe De Nittis, già esposto al Castello in una passata edizione.
Alla preview per la stampa di questa mattina, il sindaco Alessandro Canelli ha ricordato come «Novara, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, sia cresciuta non solo dal punto di vista economico e sociale, ma anche culturale, diventando un punto di riferimento importante per la pittura di quel periodo».
Main sponsor della mostra è Banco Bpm, rappresentato da Elena Pieracci, responsabile della Direzione territoriale Novara e Nord-Ovest: «Tutti gli sponsor sono importanti, ma per noi questa iniziativa ha un valore particolare. È cresciuta nel tempo, ha incontrato il favore del pubblico e della critica e ci permette di rileggere la storia del nostro Paese attraverso le immagini degli artisti. Sostenere la cultura significa anche fare impresa, perché si costruisce valore condiviso».
A ringraziare Mets Percorsi d’Arte è stato Roberto Durante, consigliere della Fondazione Castello, che ha sottolineato: «Grazie a queste mostre il Castello di Novara continua a vivere e a raccontarsi come uno dei luoghi più vitali della città».

















Un legame che Paolo Tacchini, presidente di Mets Percorsi d’Arte, ha rievocato con un’immagine suggestiva: «Vent’anni fa Torino si preparava ad accogliere le Olimpiadi invernali, portando con sé una magia che cambiò la città. Con questa mostra abbiamo voluto portare un po’ di quella magia anche a Novara, raccontando la storia di una giovane nazione che stava imparando a conoscersi».
La mostra, curata anche da Elena Codini, è articolata in sette sezioni tematiche distribuite in dieci sale, con 72 opere di 53 autori appartenenti a diverse scuole regionali. «È un viaggio emotivo tra storia e arte – ha spiegato Codini – quando l’Italia muoveva i primi passi, a poca distanza da quella sconfitta che proprio qui, a Novara, aveva segnato la fine di un’epoca. Dai maestri come De Nittis, Michetti, Signorini e Fattori fino ai più giovani come Cesare Maggi, ogni sezione è un racconto a sé. E non manca una “stanza delle donne”, con opere straordinarie che restituiscono il mondo dorato e fragile delle fanciulle dell’alta borghesia».
Tra le mura del castello, dunque, la storia torna a farsi pittura, e la pittura torna a essere racconto di un tempo che ci riguarda ancora. Un viaggio che ogni anno rinnova la promessa di emozionare, stupire e far riscoprire – anche attraverso l’arte – cosa significa sentirsi parte di un’Italia che, dopotutto, continua a nascere (a volte deludere) ogni giorno.
(foto di Alessandro Visconti)
 
								 
								 
															 
 
				





 
															 
				








