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Passio, società civile e comunità ecclesiale per il bene della città

La collaborazione positiva tra società civile e comunità ecclesiale, orientata al bene comune della città sarà al centro di Passio 2020, il progetto di “cultura e arte attorno al mistero pasquale” che propone nel territorio della Diocesi di Novara 190 eventi di arte, musica, cultura e spiritualità.

La tematica avrà un segno visibile già dall’evento di avvio, mercoledì 26 febbraio, che vedrà le “rose” in metallo, deposte il giorno di San Gaudenzio nel lampadario-fioriera in basilica, trasportate solennemente attraverso le vie cittadine in Duomo, in corteo guidato dal vescovo Franco Giulio Brambilla e dal sindaco Alessandro Canelli.

 

 

Entrambi, assieme ad altre autorità, ai responsabili del Comitato Passio e ai rappresentanti delle Fondazioni che hanno offerto supporto economico, erano presenti questo mercoledì mattina in vescovado per la presentazione del programma di Passio, manifestazione biennale, per questa nona edizione con il tema “Fra cielo e terra. Città dell’Uomo, città di Dio”.

«Il tema viene dall’opera maggiore di Sant’Agostino, il De Civitate Dei, da cui dipende la cultura di tutto l’Occidente – ha spiegato monsignor Franco Giulio Brambilla, dando anche un’interpretazione innovativa delle due città descritte -. La città dell’Uomo, fondata sull’amor sui (l’amore di sé) e la città di Dio animata dall’amor Dei (l’amore di Dio). Agostino indica il mix delle due città, dei due modi di essere nel mondo, non in contrapposizione ma che coesistono e crescono insieme. La città custodisce il bisogno di vita degli uomini, ma deve aprirsi all’alto che illumina. Una società che censurasse questo rapporto – ha aggiunto il vescovo – si condannerebbe ad essere solo società dei bisogni e dei consumi, che consumano anche se stessi. Ed oggi corriamo il rischio di questa deriva».

Brambilla coniuga il tema delle due città anzitutto su Novara: «Un tempo si radunava attorno a San Gaudenzio e al Broletto, attorno alla Cattedrale e al Comune, luoghi d’incontro della comunità spirituale e della compagine sociale, entrambi custodi della memoria e dell’identità, della storia e del presente». Dunque la volontà e l’invito sono a «non disperdere il nostro patrimonio, sostituendo i templi della memoria e dell’identità con luoghi anonimi del mercato e del denaro, con lo spazio sociale che diventa spazio grigio, luogo dell’omologazione e non dell’identificazione». È l’amore di Dio che salva noi, oggi «sempre in contatto ma poco in relazione, molto vicini senza essere prossimi. La città dell’Uomo è il luogo della socialità e dell’amicizia, la città di Dio è lo spazio della fraternità e della carità. Divise o in conflitto – ha concluso il vescovo – portano negatività; insieme crescono nel mirabile intreccio di cura della civiltà e del desiderio di Dio».

Concorde il sindaco Alessandro Canelli: «La Pira, il più grande sindaco di Firenze, affermava che le persone sono radicate nella città e nei suoi luoghi, religiosi e civili. Infatti la persona vive nella città e possono passare governi e regimi ma la città resta il luogo dell’identità per eccellenza». Plauso quindi all’iniziativa che tocca «un tema estremamente importante poiché siamo in una società con elevati termini di conflittualità e propensione a sfibrare i rapporti». Conseguente l’impegno, da parte del sindaco, «a ragionare insieme su come ritrovare quel senso di comunità forte per affrontare le sfide del futuro. E questa iniziativa ci può dare una grossa mano per elaborare politiche pubbliche».

IL PROGRAMMA

«Può darsi che il progetto Passio possa offrire un elemento di fondo per affrontare l’interazione fra realtà sociale ed ecclesiale, solcate anche dalla problematica della conflittualità» aveva anticipato don Silvio Barbaglia, presidente di Comitato Passio spiegando: «Il lavoro da lanciare come priorità può essere quello della ricerca di senso sul nostro essere nella società, occasione per esplorare la città e sondarne i lati virtuosi e quelli problematici».

Simulazione della Passione di Cristo installata in piazza Duomo

Si inizia dunque il 26 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, con l’inaugurazione che prevede, dalle 17, il corteo civico dalla Basilica di San Gaudenzio verso il Duomo con le “rose” votive, quindi in piazza Duomo lo scoprimento della maxi-immagine, tradizionale segno pubblico che permane durante tutto il periodo di Passio. Quest’anno raffigura la Passione di Cristo, opera del XV secolo del pittore fiammingo Hans Memling, riprodotta in alta definizione da FattoreArte. Dalle 18 celebrazione eucaristica e imposizione delle ceneri in Cattedrale, dove le “rose” di San Gaudenzio resteranno esposte fino a domenica 19 aprile, giorno dell’ultimo evento, il concerto coclusivo (Nelson Messe di Haydn).

Il programma di Passio (che può essere dettagliatamente visionato su www.passionovara.it) propone in particolare tre percorsi principali. Anzitutto i Quaresimali della Cattedrale che vedono quattro serate di preghiera e riflessione nei venerdì di Quaresima (6, 13, 20 e 27 marzo) toccando – attraverso gli interventi del giornalista Fulvio Scaglione, dello storico Franco Cardini, dell’economista Stefano Zamagni e del domenicano padre Claudio Monge – potenzialità e provocazioni per vita, cultura e fede della Chiesa e della società in quattro città-simbolo: Gerusalemme, Roma, Assisi e Istanbul.

Altro percorso è “La città dell’invisibile” con cinque incontri domenicali (1, 8, 15, 22 e 29 marzo) sui luoghi e le azioni quotidiane di operatori pubblici, privato sociale e volontariato, che mostrano una città capace di “prendersi cura” di far ricominciare chi esce da percorsi di carcere o tossicodipendenza, curare i malati, accogliere, educare i giovani e contemplare.

Infine le meditazioni artistiche in San Nazzaro, con sei eventi serali di musica, teatro e riflessione.

Da segnalare infine che le particolarità artistiche e il significato teologico del dipinto di Memling, saranno illustrate dal vescovo Brambilla e dallo storico dell’arte Alberto Cottino nella serata di lunedì 6 aprile all’Arengo del Broletto.

Passio 2020, organizzato dall’apposito Comitato e realizzato con budget contenuto, si svolge in collaborazione con il Comune di Novara, trova nella Ponti di Ghemme il main sponsor e vede il contributo di Fondazione Crt, Fondazione Comunità del Novarese e Fondazione Banca Popolare di Novara. È anche avviata la campagna “Un euro o più, vedi tu!” per il sostegno economico a ciascuna iniziativa.

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Antonio Maio

Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.

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